Un trailer, soprattutto per i prodotti blockbuster della cultura pop, è uno dei primi tasselli volti a creare hype intorno ad un prodotto audiovisivo. Proprio in quest'ottica è stato presentato in pompa magna quello di Fallout, serie original Prime Video con la quale il servizio streaming prova a buttarsi nella mischia degli adattamenti tratti da videogiochi di culto degli anni 2000, dopo il lavoro dei concorrenti su Halo (Showtime/Paramount+) e The Last of Us (HBO). Prendendo spunto da quei progetti e dai precedenti lavorativi dei creatori, registi e produttori esecutivi Fallout è pronta ad invadere gli schermi di tutto il mondo.
Fallout, il trailer e la data di uscita
In occasione della pubblicazione del trailer, è stata rivelata anche la modalità di rilascio degli episodi insieme alla data di uscita della serie Prime Video. Giovedì 11 aprile i fan e i nuovi potenziali adepti di questo mondo futuristico e distopico potranno gustarsi interamente la prima stagione, composta da otto episodi. Da questa prima visione, possiamo dire che ricorda sicuramente molto il precedente lavoro di Jonathan Nolan, regista dei primi episodi, ovvero Westworld (una ferita ancora aperta per molti appassionati), non solo per le ambientazioni ma anche per il personaggio di Walton Goggins che ricorda l'Uomo in Nero di Ed Harris. Nel trailer possiamo intravedere anche Kyle MacLachlan nei panni del padre della protagonista Lucy, il Soprintendente Hank del Vault 33, desideroso di cambiare il mondo in meglio.
Fallout, come si adatta un videogioco nel 2024?
Perché adattare Fallout? Tutto è iniziato dopo l'uscita del terzo capitolo del videogame, come dice il co-creatore e showrunner Graham Wagner: "Quel gioco ha divorato un anno nella mia vita, ero un'aspirante sceneggiatore all'epoca, era talmente giocabile e creava una tale dipendenza (ride). Due volte nella mia carriera finora ho avuto l'opportunità di creare la mia versione di qualcosa che mi piacesse davvero, e questa è una di quelle. Ogni capitolo di Fallout è diverso dall'altro, è questo il bello di questo universo videoludico!" Gli fa eco la co-creatrice e showrunner Geneva Robertson-Dworet, già dietro le sceneggiature del Tomb Raider con Alicia Vikander, del primo Captain Marvel e dell'ultimo Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri.
"La serie è ambientata in quell'universo narrativo, dopo gli eventi del gioco fungendo da sequel ma abbiamo pensato che la scelta migliore fosse quella di creare qualcosa di indipendente, trattarlo come se fosse un essere vivente, che respira e cambia in quel mondo, un nuovo pezzo del puzzle che si portasse dietro i temi di Fallout come la critica sociale dell'avere e non avere soldi e potere. Io sono della Nuova Zelanda e spesso la si vede come un'utopia pacifica ma non è tutta così e quindi eravamo interessanti a raccontare quest'aspetto del luogo". A quel punto toccava a Todd Howard, direttore dei Bethesda Game Studios dietro Fallout, dare il benestare al progetto: "Dieci anni dopo il 2009, al terzo capitolo uscito, abbiamo avuto un approccio estremamente cauto, io ero fan del lavoro di Jonathan nei precedenti film e serie e questo ha aiutato. Il suo approccio fin dai nostri primi dialoghi sembrò autentico, non solo a me ma a tutto il team di Bethesda".
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Fallout, la trama e i personaggi
La trama di Fallout è ambientata 200 anni dopo l'Apocalisse, quando i gentili abitanti dei lussuosi rifugi anti-atomici sono costretti a tornare nell'infernale paesaggio irradiato che i loro antenati si sono lasciati alle spalle; sono scioccati nello scoprire un universo incredibilmente complesso, allegramente bizzarro e incredibilmente violento che li aspetta. Molti colpi di scena e (dis)avventure li aspettano. Al centro della storia Lucy presentata direttamente dalla sua giovane interprete Ella Purnell (già Jackie in Yellowjackets): "Personalmente mi ha eccitato l'anima così innocente e ingenua di Lucy, una privilegiata del Vault, mi è piaciuto partire da quello stato d'animo. Lei ha sempre creduto a quello che le hanno insegnato e a ciò che ha letto sui libri, protetta nel suo mondo, e ora è costretta a mettere tutto in discussione una volta gettata nella Wasteland. Da lì in poi cambia il suo punto di vista".
Accanto a lei un insolito compagno d'avventura, Maximus, come dice l'attore Aaron Moten (Emancipation - Oltre la libertà): "È una persona che ha vissuto nella Wasteland per tutta la vita, quindi nell'ambiguità, prova a nascondere il suo passato tragico e presta servizio in una fazione militarista chiamata Confraternita d'Acciaio in cui crede fermamente per provare a riportare l'ordine nella Zona Contaminata. Mi sono chiesto dove andare partendo da lì, come potevo resistere e andare avanti nei panni di Max, che prova a rimanere fedele a se stesso pur scoprendo cosa vuole davvero dalla vita". Chiude il trittico Walton Goggins (The Hateful Eight, Django Unchained, Justified) che è "Il Ghoul", un sopravvissuto della Zona Contaminata come cacciatore di taglie. Pragmatico, spietato e dal passato altrettanto misterioso o, come dice lo stesso Goggings: "Ha un proprio codice morale e un malvagio senso dell'umorismo, come me (ride). Tutto in realtà dipende da com'era prima della guerra quando si chiamava ancora Cooper Howard - lo show servirà a scoprire la sua origin story e perché ha fatto le scelte che ha fatto e come è diventato ciò che è".
Fallout, una serie videoludica unica e peculiare?
Cosa rende unica Fallout nell'affollata panorama delle piattaforme oggi? La meticolosità con cui hanno realizzato il progetto a detta di tutti, in primis Geneva, Graham e Todd, la cura certosina per ogni pixel. Anche grazie al fatto che gran parte del set è ricostruito e non realizzato in CGI. Dicono Geneva ed Ella: "Ogni giornata sul set era come la mattina di Natale per noi quando arrivavamo e assistevamo all'incredibile lavoro fatto dal production designer Howard Cummings". Da queste prime immagini si evince il tono epico del racconto, la colonna sonora imponente di Ramin Djawadi e questo studio sulle scenografie e sui dettagli. Come racconta Graham: "Volevamo azzeccare soprattutto il tono, e alcuni particolari, come ad esempio quando nel trailer si vede Chet diventare poltiglia di sangue, ed esce la brylcream, ne sono particolarmente fiero (ride)".
Aggiunge Geneva: "Il bello di Fallout è proprio passare da una fazione all'altra mentre si gioca ed è questo che abbiamo cercato di trasporre nella serie attraverso i nostri eroi. Un'incredibile mix di action, comedy e stramberie varie (ride)". Stramberie vissute anche dagli interpreti sul set, dove nessun giorno era uguale all'altro, perché era un mix di sfide e di divertimento, l'opportunità per un attore di fare cose che altrimenti non avrebbe fatto basandosi su location che poteva toccare e non su green screen da riempire con l'immaginazione. Nell'adattare un prodotto di culto della cultura pop non si potrà mai accontentare tutti, quindi come si fa? Ce lo dice Jonathan Nolan: "Non devi accontentare nessuno a parte te stesso, come fan del gioco e videogamer prima ancora che come sceneggiatore o regista, bisogna far pace con questo aspetto". Questa è la via, per citare un altro celebre franchise?