Alla 65esima edizione del Festival di Berlino si sta rendendo omaggio alla carriera di Wim Wenders e, per l'occasione, il regista ha inoltre presentato il suo nuovo film: Every Thing Will Be Fine.
La storia ha come protagonista uno scrittore che, dopo un tragico incidente, deve affrontarne le conseguenze sulla sua vita, che si intreccia in modo indissolubile anche a quella dei famigliari della vittima.
L'importanza del team giusto
Durante la conferenza stampa Wim Wenders ha spiegato di aver ricevuto la sceneggiatura scritta da Bjørn Olaf Johannessen, vincitore del Sundance NHK Award, e di averla apprezzata non appena l'ha letta. Dopo aver ottenuto un'opzione per realizzarne un film, ci sono voluti tuttavia cinque anni per lavorare a ogni dettaglio e portare la storia sul grande schermo.
La colonna sonora è stata affidata ad Alexandre Desplat, di cui il regista ha voluto tessere le lodi: "E' un grande compositore, dirige da solo l'orchestra...Ha realizzato esattamente la colonna sonora che stavo cercando, non potrei immaginare niente di meglio perché ha veramente capito il mio subconscio".
Una delle caratteristiche di Every Thing Will Be Fine è il suo utilizzo del formato 3D, che Wenders ha scelto prevalentemente per il tipo di storia che voleva raccontare. Tra gli aspetti più importanti per la realizzazione del lungometraggio c'è quindi stata la scelta del direttore della fotografia: "Inizialmente pensavo di cercare qualcuno esperto nel mondo del 3D, ma invece Benoît Debie è stata la scelta più giusta anche se non aveva alcuna esperienza. James ha già collaborato con lui in Springbreakers ed è una persona che si assume molti rischi, gli devo molto".
James Franco, per prepararsi al ruolo di Tomas Eldan ha collaborato con il filmmaker: "Ci siamo incontrati prima del film, abbiamo parlato molto del personaggio e della parte, aveva delle idee precise su alcune cose. Come attore ho comunque avuto a disposizione molto spazio per sviluppare un personaggio, c'era ugualmente una certa leggerezza".
Charlotte Gainsbourg, interprete di Kate, ha invece spiegato: "E' difficile da dire in poche parole, ha portato avanti questo personaggio, che mi ha colpita molto, e Wim ha saputo condurmi in un altro luogo".
Marie-Josée Croze, sull'esperienza del lavorare con un cineasta così importante ha aggiunto: "Sceglie le persone che gli piacciono. Ci siamo scritti prima di incontrarci e mi ha lasciato essere il personaggio che volevo nel film. Nei suoi lungometraggi precedenti che avevo visto avevo già notato come fosse molto legato ai dettagli, alla scelta di dare spazio al momento, all'onestà".
Il giovane Robert Naylor ha infine concluso: "E' molto, molto generoso. Concede il tempo agli attori e riesce a trasmettere la passione per il lavoro, è stato molto facile capire quello che voleva fare".
Quasi una favola contemporanea
Il titolo del film, come ha ricordato il suo realizzatore, ha qualche caratteristica delle favole, ma è immerso in un mondo contemporaneo: "Mostra come si possa guarire dalle proprie ferite, dai traumi. Era una tematica molto reale: guarire è una parte importante della vita e l'utilizzo del 3D ha permesso di rendere il tutto ancora più reale, come se fosse un paio di occhiali che amplifica tutto. Il formato ha permesso di rivelare l'animo dei personaggi, di coinvolgere maggiormente il pubblico".
Il regista ha poi aggiunto: "Racconta come guarire e non ci sono molti film dedicati a questo argomento, ce ne sono di più sulle ferite, ma è importante mostrare che si può fare qualcosa per andare avanti e superare i momenti negativi".
Finito all'ultimo minuto
Wenders ha poi rivelato che ha completato la lavorazione del film solo tre giorni prima della proiezione, ma di essere sempre stato certo che tutto sarebbe andato bene, scherzando proprio con il significato del titolo.
James, che a Berlino ha presentato tre film, ha raccontato: "Ogni film è diverso, ogni personaggio ha un mondo particolare a sé stante, e devo diventare qualsiasi personaggio io debba interpretare. Giro un film alla volta, posso riuscire a gestire tutti gli impegni".
Di Wenders, impegnato nel mondo dell'arte da molti anni, l'attore ha spiegato: "Lo considero un esempio da molto tempo, e una delle cose più grandiose che lo contraddistingue da sempre è che prova una grande passione per tutti gli elementi che compongono un film: la musica, gli interpreti, la sceneggiatura... Il modo in cui riesce sempre a raggiungere un altissimo livello è qualcosa a cui guardo per apprendere".
James, nell'ultimo anno, ha avuto modo di collaborare con Werner Herzog e Wenders e ha spiegato che entrambi i registi sono incredibili nel modo in cui realizzano visivamente le loro opere, anche se Wim forse ha un modo più gentile di collaborare con le persone e ogni dipartimento impegnato nella realizzazione dell'opera.
Infine una curiosità: Nel film il personaggio interpretato da Franco afferma di non amare lo scrittore William Faulkner, ma non si tratta di una battuta ironica legata invece alla passione dell'attore, che ha realizzato anche dei film tratti dalle sue opere: "Faceva parte della sceneggiatura e ho dovuto accettarla", ha spiegato durante la conferenza.