Se il destino di una persona è nel suo nome, quello di Eva Green era evidentemente segnato. Da quando l'abbiamo vista sul grande schermo in The Dreamers di Bernardo Bertolucci, lo abbiamo avuto subito chiaro davanti ai nostri occhi: Eva era la tentazione, l'attrazione, il sex appeal, il peccato. "È così bella che è indecente", disse di lei Bertolucci, e non aveva tutti i torti. Nella sua carriera Eva Green è stata spesso la dark lady, pensiamo alla Ava di Sin City 2 - Una donna per cui uccidere, l'amante traditrice, come la Vesper Lynd di Casino Royale, l'unica donna a far perdere la testa e spezzare il cuore a James Bond, la guerriera Artemisia di 300 - L'alba di un impero, per cui fare l'amore è come andare in guerra.
Eppure Tim Burton è riuscito a dare un'immagine diversa all'attrice francese. Essere un autore, uno dei grandi del cinema è anche questo. Prendere la donna più carnale e sensuale del cinema di oggi, e toglierle tutto questo aspetto di provocazione, di fisicità, di sensualità, e trasformarla in uno dei suoi personaggi incantanti, iconici, irreali. Il sodalizio tra Eva Green e Tim Burton è iniziato in Dark Shadows, è continuato in Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali e ora è arrivato al loro terzo film insieme, Dumbo, remake live action e computer grafica del famoso cartone animato Disney. Il Dumbo originale è un film per bambini, e anche quello di Burton lo è. Ed Eva Green ha dimostrato di poter stare benissimo in un film dei bambini come nei sogni e nelle fantasie di noi adulti.
Dark Shadows: Strega, ma di porcellana
La trasformazione di Eva Green è già tutta nel primo film girato con Tim Burton. In Dark Shadows l'attrice è un personaggio chiave, Angie, una strega, un'amante del protagonista Barnaba Collins (Johnny Depp) che, rifiutata, si vendica con una maledizione: lo trasforma in vampiro e lo seppellisce vivo, o meglio, non morto. Quando tornerà in vita, nell'America degli anni Settanta, avrà a che fare sempre con lei: scatterà la passione, ma saranno evoluzioni al limite del possibile. Quello che vediamo in Dark Shadows è un sesso così ironico da venire sublimato. Ma è soprattutto il modo in cui Tim Burton raffigura Eva ad essere interessante: la dipinge come un personaggio ironico, che nelle sue mani diventa irreale, astratto. È come una bambola di porcellana pronta a essere mossa dal suo burattinaio. Ma come porcellana, è destinata anche a rompersi, ad andare in mille pezzi. E a farlo letteralmente... Non è un caso che sia Burton a trasformarla così. Pensiamo a Johnny Depp, sex symbol dallo sguardo penetrante, che nelle mani di Tim Burton diventa quasi sempre un personaggio indifeso, fragile, sull'orlo della follia.
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Miss Peregrine: Eva diventa ultraterrena
Ma Tim Burton va ancora oltre nel suo Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali, lo sfortunato tentativo di iniziare un franchise, un cinema di supereroi che fosse la versione d'autore di X-Men. Eva Green è il personaggio chiave del film, quello che gli dà il titolo, la custode del mondo in cui entra il protagonista. Il film ci regala una Eva Green quasi inedita, in un ruolo vittoriano tutto contegno e vestiti accollatissimi. Certo, i panni dell'era vittoriana li aveva già indossati nella serie Penny Dreadful, ma lì il gioco era tutto nel contrasto tra il rigido aspetto esteriore e la tormentata interiorità di Miss Vanessa Ives. Qui Eva Green è vestita di nero, i capelli corvini sono raccolti, la pipa che fuma le dà un'aria ancora più austera, e un tocco di comportamento maschile. Al contrario di Miss Ives, e anche della Angie di Dark Shadows, non c'è ombra di sensualità e sessualità nel personaggio. È una sorta di supereroe, di creatura ultraterrena, una "speciale", come e più dei ragazzi che ospita, una sorta di Dea in grado di fermare il tempo. E quindi, qui più che mai, astratta e incorporea.
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Dumbo: un po' pin-up, un po' bambina
È ancora diversa la donna che interpreta in Dumbo. Che poi sono due donne in una, la showgirl e la ragazza reale, lo star system e i sentimenti, in linea con la dicotomia che il film, nella nuova versione, racconta. Che poi è il contrasto che vive Burton nei suoi film su commissione, quelli per la Disney. Eva Green è Colette Marchant, diva del circo e compagna del Vandevere di Michael Keaton, tycoon che vuole trasformare il circo, e l'elefantino volante, in un grande business. Quella che vediamo in scena è l'immagine della finzione, una bambola con le gote rosse, il rossetto e i capelli dello stesso colore, un trucco marcato, proprio come se il suo volto fosse, ancora una volta, dipinto sulla porcellana. Anche il sorriso è quello di un pupazzo, fisso, finto, ostentato. Ma basta poco per trovarla nella sua vera natura.
La Colette che si esercita dietro le quinte, e dice subito come la pensa sul suo compagno e sul suo spettacolo, è un'inedita Eva Green, quasi infantile, in un caschetto nero che, a parte Louise Brooks e Uma Thurman, poche sanno portare così bene. Con quei capelli, e con quel vestitino nero con gonnellina e sbuffi, sembra quasi una bambina.
E quel sorriso un po' inquietante diventa immediatamente un sorriso sincero. Ancora una volta la Eva Green di Tim Burton sembra disegnata. Più che una bambola, in Dumbo l'attrice sembra una pin-up fissata in quei manifesti degli anni Cinquanta, o sulla copertina di un fumetto. Guardate quella bocca rossa con quegli angoli all'insù, e diteci se non sembra disegnata da un maestro della grafica. La Eva Green di Dumbo è un personaggio dolce che può piacere anche ai bambini. Ed è, ancora una volta, perfetta per il mondo di Tim Burton. Se ci dovesse essere una versione live action di Nightmare Before Christmas, Eva Green sarebbe una perfetta Sally in carne ed ossa. E, anche in quei panni, ci innamoreremmo di lei.