Pronti, partenza, via ed ecco che Era ora di Alessandro Aronadio è subito primo tra i film in streaming su Netflix. Una top 10 davvero meritata, perché la pellicola - presentata alla Festa del Cinema di Roma 2022 - è un ottimo esempio di commedia dai toni mutevoli, in grado di far sorridere ed emozionare, e quindi di colpire le esigenze e le emozioni del pubblico. Se negli USA la chiamerebbero dramedy, va detto che il film sfrutta in modo sorprendente le sfumature sci-fi, in quanto il protagonista, Dante, interpretato da Edoardo Leo, resta letteralmente bloccato in un loop temporale.
Nello specifico, è incastrato nel giorno del suo compleanno: alla vigilia dei quarant'anni si presenta in ritardo alla sua festa. Il giorno dopo, si ritroverà avanti di 365 giorni, scoprendo che la sua compagna, Alice, con il volto di Barbara Ronchi, è in attesa di una bambina. Cosa è successo? Com'è stato possibile? Un salto temporale che costringe Dante a fare i conti con i problemi lasciati in sospeso, spronandolo ad agire nei confronti di una vita ripiegata su se stessa. Ma niente paura, nessun intreccio alla Tenet: Era ora è una commedia ideata per un pubblico trasversale, come vi raccontiamo nel nostro approfondimento, capace di riconoscersi nelle incrinature e nelle (in)certezze della coppia.
1. Il cast: Edoardo Leo e Barbara Ronchi
Spesso ci si dimentica che non può esserci un buon film senza un buon attore, e non può esserci un buon attore senza un buon film. Sembra scontato, eppure il grande pubblico finisce per empatizzare con i protagonisti quando dall'altra parte c'è un sincero trasporto verso il personaggio di fantasia che viene interpretato. In questo senso Era ora è un esempio preciso: da una parte Edoardo Leo, sornione e sorpreso da questo "giorno della marmotta", dall'altra Barbara Ronchi, elegante, sognante e raffinata, con l'ossessione per Il Signore degli Anelli.
Una coppia agli opposti? In parte, perché la loro unione ci aiuta a credere nel film e, più in generale, trasporta lo spettatore in quella dimensione di riconoscibilità e somiglianza. Interpreti intelligenti, esperti e versatili, fanno loro il copione di Alessandro Aronadio e di Renato Sannio portandosi allo stesso livello del pubblico: ansie, paure, speranze sono le loro. Quanto le nostre.
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2. Il titolo: semplice e diretto
Sì, il titolo è uno degli elementi più importanti di un film. Anzi, di una commedia. Niente titoli troppo celebrali, esclusi i titoli lunghi, evitabili i termini anglosassoni. Meglio andare sul sicuro: corti e immediati. Preferibili i termini idiomatici, che potrebbero voler dire di più, e in più modi. L'"era ora" di Era ora è dunque una sorta di esortazione, di sospiro di sollievo, di accettazione, di liberazione. Ma attenzione, le prospettive si ribaltano e la lettura potrebbe pure essere più amara di quanto non sembri. Era ora, come per dire: il momento era l'ora, e adesso è passato. L'attimo è andato, restano le conseguenze. E qui, le conseguenze che si porta dietro Dante sono la pigrizia, l'essere lascivi, presi da sé stessi, svogliati e annoiati. Elementi capaci di scaturire altre conseguenze, che poi dovrà finalmente affrontare. Insomma, era ora!
3. Lo streaming: Netflix è la casa ideale
Non è un azzardo dire che oggi le sale, pienamente ristabilite dopo il blocco pandemico, stiano subendo una netta flessione di incassi. Soprattutto in Italia, soprattutto verso la stragrande maggioranza di titoli italiani. I motivi? Sarebbe un discorso da approfondire, ma possiamo dire che Era ora si inserisce perfettamente (e si trova a suo agio) nella distribuzione streaming (per l'appunto, su Netflix), in grado di carpire quasi puntualmente il bisogno e gli umori del pubblico. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, l'uscita su Netflix ha permesso di essere la novità (in)attesa, la sorpresa, e pure una solida speranza: magari sono cambiati gli spettatori, magari sono cambiati i toni, ma la commedia italiana ha ancora molto da dire. E lo può dire (anche) via streaming.
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4. La storia
Siamo oberati dal lavoro, dalle attenzioni, dalle aspettative. Corriamo e corriamo, giriamo su di una ruota che resta immobile. Quando poi finiamo per bloccarci, ci assale l'ansia e ci rendiamo conto di aver perso momenti irripetibili. Tornare indietro è impossibile, e allora sempre più mesti e malinconici, torniamo a correre su quella ruota. Però, alt: non è tutto qui. Non è solo "questo". C'è altro, e la felicità può insinuarsi negli anfratti meno illuminati. Perché sì, Era ora ha l'elemento fantasy intrinseco nella sua sceneggiatura, ma è la riconoscibilità della storia e delle situazioni a renderlo vincente. Tutti, più o meno, ci siamo sentiti come Dante o Alice. La terra che crolla sotto i piedi, e la sensazione di non avere più tempo a disposizione. Sì, quel maledetto tempo che, come ci hanno detto Edoardo Leo e Barbara Ronchi nella nostra video intervista (la trovate qui), è "il nemico pubblico numero uno".
5. L'originalità e il tocco fantascientifico
Vero, Era ora è un remake, e arriva da Long Story Short, scritto e diretto dall'australiano Josh Lawson. Tuttavia, l'elemento fantascientifico (diciamo così) rende la commedia un prodotto originale rispetto al nostro panorama produttivo. Il loop spazio-tempo in cui resta bloccato Dante è coeso e fluido rispetto ai toni "reali", e anzi può coinvolgere potenzialmente un pubblico molto ampio. Del resto, i viaggi nel tempo sono l'utopia umana, artistica e scientifica per eccellenza, e il cinema ha da sempre calcato questo panorama alimentando il più grande sogno o la più grande paura. In fondo, non c'è nulla di più spaventoso che aprire gli occhi e ritrovarsi avanti di un anno, senza aver nessuna possibilità di tornare indietro. In tal caso, meglio sistemare le cose finché si è in tempo...