"Mi chiamo Gioia, ho 17 anni e odio praticamente tutto il mondo. Soprattutto i lamenti della donna più stonata del mondo, che, guarda caso, è anche mia madre". Inizia così, con la voce narrante della protagonista, Gioia, la storia che vi raccontiamo nella recensione di Eppure cadiamo felici, la nuova serie prodotta da Publispei in collaborazione con Rai Fiction, liberamente ispirata al romanzo di Enrico Galiano. È disponibile in streaming su Rai Play dal 6 ottobre. La donna più stonata del mondo è Sabrina, che ha il volto di Giorgia Wurth, che nella prima scena canta La notte vola di Lorella Cuccarini. Gioia, che ci sta raccontando la storia è Gaja Masciale, l'attrice che avevamo tanto ammirato nella trilogia di Sul più bello e che vedremo ne I Leoni di Sicilia. Sono due bei volti, empatici e comunicativi, che ci trascinano dentro una storia che è un teen drama tenero, immediato, ma con quel tocco di spleen che arriva dal nordest. Matteo Oleotto, in questo senso, è una garanzia. Perfetta per il media su cui esce, Rai Play, con episodi velocissimi da 25 minuti.
Mai una Gioia...
"Non ci siamo mai fermate più di un anno nello stesso posto. Ogni volta che le cose si fanno complicate mia madre tira fuori la tipica frase e dice: 'Tesoro che ne dici se ce ne andiamo da questo posto noioso?'". Gioia Spada (Gaja Masciale) ha 17 anni e un'adolescenza difficile. La sua giovane madre, Sabrina (Giorgia Wurth), è bellissima, spigliata, ma non sembra riuscire a stare nello stesso posto per più di poco tempo. Le due si stanno trasferendo a Gorizia, dove abita la nonna di Gioia, Claudia (Paola Sambo), che non sembra felice di vederle, ma le ospita nella sua casa. Anche nella nuova scuola non è che le cose vadano meglio: Gioia si sente come un'estranea perché non le interessano i social, le mode, l'appartenere a un gruppo e le feste. Una notte incontra un ragazzo, Lo (Costantino Seghi) che forse è in grado di comprendere il suo mondo.
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Gaja Masciale, finalmente protagonista!
Ci sono tanti motivi per vedere Eppure cadiamo felici. Prima di tutto è l'occasione per rivedere all'opera Gaja Masciale. Su Movieplayer lo avevamo detto in tempi non sospetti, quando l'avevamo vista in Sul più bello e nei due sequel, che sarebbe stata pronta per fare la protagonista. Ed eccoci accontentati. Qui Gaja Masciale attraversa la serie con quel broncio e quella dolce scontrosità che servono a un tipo ben preciso di personaggio dei teen drama, la ragazza che vorrebbe essere invisibile. Ma Gaja Masciale non somiglia a nessuno di questi personaggi, né ad alcuna delle nostre giovani attrici. Ha un viso molto dolce, un ovale perfetto, i capelli rosso fuoco e occhi verdi intensi e vivacissimi. E, soprattutto, ha una voce molto intensa, calda, profonda. All'inizio della serie, nasconde la sua bellezza con quel look un po' grunge, con maglioni oversize, pantaloni larghi, cappotti un po' sformati. Ma la sua Gioia, che fa di tutto per non farsi vedere, in realtà ci cattura subito.
Giorgia Wurth e Matteo Branciamore, cresciuti e perfetti per la parte
Sembra un po' la Cher di Sirene, la Sabrina di Giorgia Wurth. Non nel look ovviamente, ma nell'attitudine. È una di quelle persone che cambia sempre uomo, che cambia sempre città, che cambia sempre vita: un'eterna ragazza mia cresciuta, incasinata come un'adolescente. Giorgia Wurth è stata la star delle commedie romantiche italiane di qualche anno fa, è stata anche una coraggiosa sexy star, la Cicciolina della serie dedicata a Moana Pozzi. È curioso vederla nel ruolo di una madre. Ma è una madre giovane, bellissima. È cresciuta, come è cresciuto Matteo Branciamore, che era uno dei ragazzi de I Cesaroni, è oggi fa il professore di chimica, incasinato anche lui, che insegna ai suoi studenti anche la musica dei gruppi rock. Sono perfetti per la parte, e anche la chimica tra i due (abbiamo visto in anteprima i primi due episodi) promette bene.
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Gorizia, Friuli-Venezia Giulia: Matteo Oleotto gioca in casa
Eppure cadiamo felici ha il pregio di ambientare una storia in uno di quei posti che il cinema e la serialità già toccano poco, il nordest. Ma va in quel nordest che si vede ancora meno: siamo a Gorizia, Friuli-Venezia Giulia, città elegante e riservata che si vede pochissimo e che pochissimi conoscono. Matteo Oleotto è proprio del luogo, è nato a Gorizia, fa cinema da quando era giovanissimo ed è sempre stato un punto di riferimento per chi faceva cinema nella zona. Dopo film di successo (Zoran, il mio nipote scemo) e serie molto apprezzate (Volevo fare la rockstar), continua a portare le storie nelle sue zone, quelle che conosce bene e che ama. È una garanzia: nessuno come lui può raccontare quei luoghi e coglierne l'essenza, l'atmosfera, il mood. E Gorizia, sullo schermo, fa una gran bella figura.
Un teen drama insaporito da vino e rock
La Gorizia che vediamo in questa serie è la Gorizia che conosce chi ci è stato. Ma, al tempo stesso, potrebbe davvero essere un posto in qualche altra parte del mondo. La scuola, dall'architettura moderna, il tunnel e altri posti sono dei non luoghi che potrebbero essere anche in America. Eppure cadiamo felici è un perfetto teen drama, perché ne rispetta le regole, anche nelle inquadrature: guardate la scena in cui la telecamera inquadra dall'alto i volti dei due protagonisti, stesi uno accanto all'altro. Ma d'altra parte è qualcosa di più. Perché segue anche le vite di adulti irrisolti come adolescenti e riesce a interessare anche un pubblico più maturo. In più viaggia in quei luoghi del nordest, con il loro tipico spleen: con i loro bar, con le loro notti fredde e un po' solitarie. Eppure cadiamo felici è un teen drama insaporito da vino e rock.
Quella voce off di Gioia
È una serie particolare anche perché quella voce off di Gioia che parla con lo spettatore è anche quella della sua coscienza, che parla con se stessa, che le dà i buoni consigli che poi lei non segue. Qualcosa che sa un po' di Woody Allen. Accanto al romanzo di formazione, poi, c'è anche un po' di mistero. Da che cosa sta scappando Sabrina? E perché si fa chiamare Marlene? E chi è la ragazza che l'aiuta? Chi è il padre di Lo, e perché è così diffidente quando lui le parla di Goia? E perché le dice "sei così sicuro di volerla trascinare in fondo con te"? Insomma, si prospetta un amore bello e complicato. Un po' come in un Twilight, ma senza vampiri. E non nel nordovest (d'America), ma nel nordest (d'Italia). Non a Seattle. Ma a Gorizia.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Eppure cadiamo felici, Giorgia Wurth e Gaja Masciale sono due bei volti, empatici e comunicativi, che ci trascinano dentro una storia che è un teen drama tenero, immediato, ma con quel tocco di spleen che arriva dal nordest. Matteo Oleotto, in questo senso, è una garanzia. Perfetta per il media su cui esce, Rai Play, con episodi velocissimi da 25 minuti.
Perché ci piace
- La storia, un teen drama tenero su due outsider che si scoprono anime vicine.
- L'ambientazione a Gorizia, che dona al teen drama un'atmosfera diversa dal solito.
- Le due attrici protagonista, Gaja Masciale e Giorgia Wurth.
Cosa non va
- Anche se ci sono personaggi adulti, è comunque un teen drama e potrebbe non piacere a chi non ama il genere.