Una storia che parte da vicino, per poi allontanarsi e, di nuovo, tornare a farsi manifesto contemporaneo. Una storia di talenti, di speranze, di coraggio, di fiducia. Una storia diremmo "ispirante", per parafrasare Giacomo Campiotti, il regista dietro Ennio Doris - C'è anche domani, tratto dalla biografia dell'imprenditore e banchiere fondante di Banca Mediolanum. Un biopic che rivede l'archetipo del self-made-man in chiave italiana (come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione), sviluppato in tre epoche differenti.
Scritto da Campiotti insieme a Carlo Mazzotta, il film evento al cinema in tre date (15, 16, 17 aprile) parte dalla crisi economica del 2008, andando a ritroso nella vita di Doris: l'infanzia in Veneto, poi Milano, gli investimenti, la discesa nel campo imprenditoriale. Nel cast troviamo Massimo Ghini e Daniel Santantonio che interpretano Ennio, mentre nel ruolo della moglie Lina ci sono Lucrezia Lante della Rovere ed Emma Benini.
Ennio Doris - C'è anche domani: intervista Giacomo Campiotti, Massimo Ghini, Lucrezia Lante della Rovere
Vedendo il biopic, sembra che la storia vera di Ennio Doris sia strettamente legata alla sua etica e al suo innato talento manageriale, come spiega il regista: "Il talento è protagonista, ma volevamo raccontare più tipi di talenti. Non solo quello matematico, finanziario o organizzativo. Doris metteva il talento al servizio di un grande sogno. Infatti raccontiamo Ennio in più fasi della vita. Raccontiamo la sua visione tramite uno sguardo etico: non escludeva gli altri. Doris nasce in una famiglia povera, e conoscere la povertà lo porterà ad avere un rispetto enorme dei problemi dei propri clienti. Oggi sono tutti assetati di denaro, e dunque raccontiamo la storia di qualcuno che ha avuto la capacità di distribuire il benessere. Le cose buone che ha fatto poi gli sono tornate indietro. Il fuoco della storia è questo".
Sempre Giacomo Campiotti spiega che "Oggi abbiamo creato una generazione di insicuri. Doris viene da un'Italia dove il futuro c'era ancora. Cresciuto in modo severo, con dei valori. Il film in questo senso può essere ispirante, perché poi non è fare le cose, ma come farle. I ragazzi oggi vanno nutrititi ed educati con l'idea che ci siano delle grandi possibilità. E oggi mancano grandi genitori, grandi insegnati, grandi leader. Il fatto di parlare di valori e di fiducia può addirittura essere uno svantaggio, il mondo va da un'altra parte, verso il cinismo e la cattiveria. Dimostra tanto della nostra società il momento storico che stiamo vivendo".
Fiducia, empatia, etica
A tal proposito, Lucrezia Lante della Rovere spiega quanto il cinema possa essere un mezzo in qualche modo fondamentale per l'arricchimento intellettuale: "Siamo noi i responsabili di come nutriamo i nostri ragazzi, e il cinema è un veicolo di nutrimento importante. L'arte può essere fondamentale in un momento di particolar cinismo. Oggi essere troppo buoni purtroppo non paga". Sul personaggio di Lina, l'attrice racconta che: "Lina non è una donna che aspettava il marito, ma partecipava alle riunioni, partecipava. Voleva che le scelte del marito fossero tutte funzionali, anche in base ad un pensiero comune. Una donna molto empatica".
Se di stimoli e di ispirazione parla Ennio Doris - C'è anche domani, è poi il protagonista, Massimo Ghini, a spiegare meglio i concetti: "Ci ha colpito la vita di quest'uomo. Non lo conoscevamo, eppure abbiamo scoperto un valore di difesa, un low profile che la famiglia continua a mantenere. Questo è stimolante, da l'esempio. Il successo non passa solo tramite i reality. Ci sono state tante persone che hanno costruito qualcosa, lasciando in eredità la propria visione. Si parla di un banchiere che fa questo lavoro, ma che non si dimentica le sue radici, per questo vuole salvare le persone che gli hanno dato fiducia". E conclude, "C'è un dibattito, ma credo che si debba recuperare il cinema come mezzo d'emozione, di divertimento, e anche d'impegno sociale. In Ennio Doris ci sono dei valori che vanno recuperati, e di cui essere orgogliosi".