Sono Westworld e la HBO ad avere il maggior numero di ragioni per festeggiare all'annuncio delle candidature per la sessantanovesima edizione degli Emmy Award, i premi più prestigiosi del piccolo schermo. Ben ventidue nomination per la nuova serie sci-fi a tinte western tratta dal romanzo di Michael Crichton e un totale di addirittura centodieci nomination per la rete che l'ha prodotta, la HBO (segue Netflix a quota novantuno), nonostante il 2017 sia l'anno dell'assenza forzata dall'agone degli Emmy de Il trono di spade, che sta per tornare solo nei prossimi giorni in TV dopo una lunghissima pausa.
Dunque, senza Il trono di spade a fare incetta di statuette come nei due anni passati, per il prossimo settembre si preannuncia una sfida apertissima fra il succitato Westworld, che schiera fra i candidati pure i protagonisti Anthony Hopkins ed Evan Rachel Wood e l'attrice supporter Thandie Newton, e ben tre prodotti della scuderia Netflix: il fenomeno teen-horror Stranger Things, con diciotto nomination, la nuova serie sulla vita di Elisabetta II, The Crown, con tredici nomination, e la quinta stagione del political drama House of Cards, con sei nomination (comprese quelle per i 'soliti' Kevin Spacey e Robin Wright). Ma andiamo ad analizzare più da vicino conferme, sorprese ed esclusioni di questi Emmy 2017 (per i premi dovremo attendere la cerimonia finale del 17 settembre).
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Fra Westworld e Stranger Things anche un'ancella e una regina
Westworld, dicevamo, con ventidue nomination è in assoluto il titolo più quotato dell'annata, a pari merito con l'inossidabile varietà comico Saturday Night Live. Nella categoria per l'Emmy alla miglior serie drammatica, oltre allo show della HBO e alle tre serie targate Netflix, ci sono poi altri tre concorrenti: per il terzo anno consecutivo troviamo Better Call Saul, lo spin-off di Breaking Bad, con nove nomination fra cui quella per il suo mattatore Bob Odenkirk (che per lui sia finalmente la volta buona?); il nuovo dramedy della NBC This Is Us, commovente storia familiare che incassa undici nomination, inclusa una doppia candidatura come miglior attore per Sterling K. Brown e Milo Ventimiglia e con un totale di sette interpreti in lizza (fumata nera, però, per la protagonista femminile Mandy Moore); e soprattutto, con un bottino di tredici nomination, il vero outsider delle serie drammatiche, ovvero l'angosciante thriller distopico The Handmaid's Tale, tratto dal romanzo Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood.
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Prodotto dal servizio di streaming Hulu, che finora non aveva mai avuto occasione di farsi notare agli Emmy, The Handmaid's Tale si è imposto come la serie più applaudita dalla critica negli ultimi mesi e potrebbe davvero rivelarsi la sorpresa dell'edizione del 2017; sacrosanta, fra le altre, la candidatura per la sua protagonista, l'intensa Elisabeth Moss, rivale diretta della 'regale' Claire Foy di The Crown (fra le due attrici si preannuncia un duello all'ultimo voto). Tuttavia, complici l'agguerrita concorrenza e l'inclusione ormai di default di House of Cards, quest'anno nella categoria per la miglior serie drammatica spiccano almeno due assenze di peso e poco giustificabili. The Americans, da cinque stagioni fra i titoli più apprezzati della TV americana, non riesce a ripetere l'impresa dell'anno scorso, ritrovandosi escluso dalla categoria principale; in compenso, il sofisticato spy drama della FX mette a segno quattro nomination, fra cui quelle per i protagonisti Matthew Rhys e Keri Russell.
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Un'omissione imbarazzante è anche quella di Mr. Robot, che dopo il successo della scorsa edizione si vede escluso da tutte le categorie principali e deve accontentarsi di tre nomination; snobbato perfino lo straordinario Rami Malek, che un anno fa si era aggiudicato a furor di popolo l'Emmy come miglior attore (probabilmente su questa seconda stagione ha pesato la programmazione nell'estate 2016, ormai lontanissima). Fra i grandi esclusi degli Emmy 2017 si segnalano poi i casi, in realtà molto più prevedibili, della novità American Gods (due nomination tecniche), della stagione conclusiva di The Leftovers (una sola nomination) e della sesta stagione di Homeland (tre nomination, ma a sorpresa non quella per Claire Danes); mentre, a dispetto della valanga di consensi per Stranger Things, la povera Winona Ryder si trova tagliata fuori dalla categoria come miglior attrice supporter.
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Serie comiche: Veep a quota diciassette, ma occhio ad Atlanta!
Meno sorprese, e omissioni meno clamorose, sul versante delle serie comiche, dove le candidature hanno seguito più o meno il copione dei pronostici della vigilia, con un'unica, vera novità rispetto allo scorso anno: Atlanta, nuovo prodotto della FX ambientato nella scena della musica rap. Già pluripremiato agli scorsi Golden Globe, Atlanta raccoglie in tutto sei nomination, inclusa quella per il protagonista (nonché creatore ed autore) Donald Glover, e prende il posto di Transparent nella rosa dei sette candidati all'Emmy come miglior serie comica: si tratta dell'unica new entry in mezzo a sei titoli già in lizza un anno fa, incluso il campione in carica Veep. Ed è proprio la satira politica targata HBO, reduce dai due trionfi consecutivi degli ultimi due anni, a guadagnare senza fatica la pole position degli Emmy Award 2017 con un pazzesco totale di diciassette nomination, fra cui quella per la già premiatissima Julia Louis-Dreyfus.
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Per il resto, la generalista ABC torna a schierare Black-ish con quattro nomination, comprese quelle per i protagonisti Anthony Anderson e Tracee Ellis Ross (figlia d'arte di Diana Ross), e l'ormai inossidabile Modern Family, con tre nomination per la sua settima stagione. La HBO, oltre a Veep, ha un'altra freccia temibile al proprio arco, ovvero Silicon Valley, la cui quarta stagione raccoglie in tutto dieci nomination (ma neppure una per i suoi interpreti), ma Netflix non resta certo al palo, riconfermando nella categoria principale le due serie già candidate l'anno scorso: la seconda stagione dell'ironico dramedy Master of None con ben otto nomination, fra cui quella per il protagonista Aziz Ansari, e la terza stagione della sit-com Unbreakable Kimmy Schmidt con cinque nomination, una delle quali per Ellie Kemper nei panni del personaggio eponimo. Transparent, pur escluso dalla categoria principale, raccoglie comunque sette candidature, fra cui quella per il pluripremiato Jeffrey Tambor, mentre fra le nominate all'Emmy come miglior attrice trovano spazio entrambe le comprimarie di Grace and Frankie (quattro nomination complessive), le leggendarie veterane Jane Fonda e Lily Tomlin.
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Le miniserie: Bette e Joan contro le donne tormentate di Big Little Lies
Altra scommessa stravinta per Ryan Murphy e la FX, che oggi hanno visto la loro nuova creatura ricevere un totale da capogiro di diciotto nomination. Prima stagione di una nuova serie antologica, Feud: Bette and Joan, ricostruzione della storica rivalità fra Bette Davis e Joan Crawford, fa letteralmente il pieno di candidature: e oltre a quelle per le due comprimarie, Jessica Lange e Susan Sarandon, fra gli interpreti supporter spuntano i nomi di Judy Davis, Alfred Molina e Stanley Tucci. Un successo strepitoso per Ryan Murphy, che in compenso vede declinare il deludente American Horror Story: Roanoke (appena quattro nomination tecniche); al momento della distribuzione dei premi, però, Feud dovrà cimentarsi con un'altra miniserie al femminile molto amata dalla critica, ovvero Big Little Lies - Piccole grandi bugie della HBO, per la regia di Jean-Marc Vallée: ben sedici il bottino complessivo delle nomination, con Nicole Kidman e Reese Witherspoon in lizza entrambe come miglior attrice, Laura Dern e Shailene Woodley candidate come miglior attrice supporter e Alexander Skarsgård in gara come miglior attore supporter.
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Tuttavia, il duello tra la FX e la HBO è destinato addirittura a raddoppiarsi in vista della premiazione, con altri due titoli che hanno conquistato una valanga di candidature. Accanto a Feud: Bette and Joan, la FX può contare sulla terza stagione del crime drama grottesco Fargo: sedici nomination complessive, fra cui quelle per i protagonisti Ewan McGregor e Carrie Coon e la candidatura come miglior attore supporter per il sopraffino villain David Thewlis. La HBO, non contenta del solo Big Little Lies, risponde in compenso con una miniserie altrettanto elogiata da critica e pubblico: The Night of, cupo dramma giudiziario che arriva a quota tredici nomination, con i due comprimari Riz Ahmed e John Turturro entrambi in gara per l'Emmy come miglior attore. A completare la rosa dei candidati per il premio come miglior miniserie è Genius, docudrama del National Geographic dedicato alla vita di Albert Einstein: dieci nomination in tutto, di cui una per un protagonista del calibro di Geoffrey Rush.
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E proprio fra gli attori, accanto a Rush, McGregor e alla coppia di The Night of, spiccano pure il Bernie Madoff di Robert De Niro nel TV movie The Wizard of Lies (quattro nomination, tra cui miglior film e miglior attrice supporter per Michelle Pfeiffer) e Benedict Cumberbatch per la quarta stagione di Sherlock (quattro nomination, tra cui miglior film, per l'episodio The Lying Detective). La terza e ultima stagione della serie antologica American Crime è rappresentata da Felicity Huffman, candidata come protagonista, e dall'attrice supporter Regina King, che nella propria categoria è reduce da due vittorie consecutive. Fumata nera invece - e in questo caso non potrebbe esserci locuzione più appropriata - per il pontefice Jude Law: nonostante la grande curiosità generata, The Young Pope di Paolo Sorrentino deve accontentarsi infatti di un paio di candidature minori. Infine, fra i titoli candidati all'Emmy come miglior film TV fa capolino anche San Junipero, ovvero il più amato fra gli episodi della terza stagione di Black Mirror.