Elementary, stagione 4: Storie di padri e figli

La quarta annata della modernizzazione americana di Sherlock Holmes rompe gli schemi, con un volto nuovo nel cast fisso.

Dove eravamo rimasti

Ricattato da un eroinomane, Sherlock Holmes è stato costretto a risolvere un caso dalle connotazioni dolorosamente personali, poiché le indagini lo hanno portato in luoghi legati alla sua tossicodipendenza. La situazione si è conclusa in modo tragico, con Sherlock di nuovo vittima della tentazione dei narcotici e a rischio di carcere per aver quasi picchiato a morte il suo ricattatore. Mentre il detective riflette sul proprio futuro, Joan Watson gli fa sapere che suo padre, Morland Holmes, sta per arrivare a New York...

La decostruzione del mito

L'aspetto più affascinante di Elementary è sempre stato il suo modo di reinterpretare in chiave veramente moderna un personaggio in apparenza immutabile come Sherlock Holmes (vedi la serie britannica Sherlock che, pur essendo ambientata ai giorni nostri, non di discosta troppo dai racconti di Sir Arthur Conan Doyle a livello di caratterizzazione dei personaggi). Quello che in forma scritta era solo un vizio sporadico - Holmes, nei momenti di inattività, faceva uso di cocaina - è diventato, nelle mani di Robert Doherty, un elemento tragico del passato di Sherlock, tossicodipendente a tutti gli effetti che cerca di riscattarsi. Trasformare John Watson in una donna e renderla la compagna di sobrietà del detective è stata un'altra intuizione fortunata, poiché permette di sviluppare un rapporto di amicizia tra un uomo e una donna senza che vi sia una componente romantica/sessuale (stando a Doherty, i due non finiranno mai a letto insieme).

Natalie Dormer alla premiere di Hunger Games: il canto della rivolta p. 2 a Londra
Natalie Dormer alla premiere di Hunger Games: il canto della rivolta p. 2 a Londra

Questa maggiore vulnerabilità del protagonista è poi stata accentuata già al termine della prima stagione, con la rivelazione che, in questo universo holmesiano, Irene Adler - l'unica donna amata dal detective nel canone letterario - e il famelico Moriarty sono la stessa persona. Il rapporto tra Sherlock e la sua nemesi ha quindi assunto connotazioni molto più personali e - è il caso di dirlo - tossiche, mostrandoci un eroe costantemente sull'orlo dell'autodistruzione. Data questa ottica, era inevitabile che ci fosse una ricaduta ad un certo punto, e questo dà un tono ben preciso alla quarta stagione, il cui percorso narrativo, molto intrigante, è all'insegna della redenzione. Redenzione agli occhi del pubblico e quelli degli altri personaggi (nel momento in cui ritroviamo Sherlock, lui e Joan sono stati licenziati dalla polizia, per ovvie ragioni). E per metterla in atto ci vuole un nuovo "aiutante", la cui presenza assente aleggia sulla serie sin dal primo episodio...

Tale padre...?

Elementary: Johnny Lee Miller e John Noble nella stagione 4
Elementary: Johnny Lee Miller e John Noble nella stagione 4

Già nel pilot ci era stato detto che l'incontro fra Sherlock e Joan era stato frutto delle azioni di Holmes padre, che assicurava a distanza il benessere del figlio (mentre Mycroft collaborava con i servizi segreti). Nel corso della serie, abbiamo avuto diritto a diversi aneddoti raccontati da Sherlock, secondo il quale Morland - questo il nome del genitore - sarebbe stato una pessima figura paterna. Evidentemente ci saranno state di mezzo parecchie esagerazioni, ma la scelta dell'attore che presta il corpo a Morland non smentisce del tutto la sua cattiva reputazione. È difficile, infatti, (ri)vedere in azione John Noble senza pensare a Il signore degli anelli - Il ritorno del re, Fringe e Sleepy Hollow, tutti attraversati da varianti di un rapporto non sempre ottimale tra genitori e figli (anche se in Sleepy Hollow è Noble a interpretare il figlio). L'attore australiano, con quella sua espressione semi-granitica e la voce calma ma inquietante, è una presenza fantasma nella premiere della stagione, dove appare solo nell'ultima scena, ma già dal secondo episodio forma un bel duo con Jonny Lee Miller (e , separatamente, con Lucy Liu, il cui momento migliore è quando Watson dice a Morland: "Non ti permetterò di fare del male a Sherlock"). Il fatto che sia un membro del cast fisso e non una "semplice" guest star la dice lunga sulle ambizioni di Doherty per questa stagione, che inizia in modo molto promettente.

Movieplayer.it

4.0/5