Da qualche anno, giugno è il mese del nuovo film Pixar. Un'abitudine ormai consolidata, che si protrae di anno in anno a dispetto di un'accoglienza inferiore alle aspettative e ai fasti del passato. Se Toy Story 4 era stato una delusione nel nostro paese, se Lightyear non aveva sfondato nemmeno in patria, anche Elemental di cui vi parliamo in questa recensione arriva nelle nostre sale dopo un primo weekend USA deludente. Andrà fatta una riflessione in tal senso, ma non è questa la sede: qui parliamo di un film gradevole, che diverte e intrattiene pur nei suoi problemi, che ha il merito di affrontare tematiche attuali e importanti, parlando di accettazione delle diversità e integrazione.
Gli opposti che si attraggono nella trama di Elemental
Una ragazza incontra un ragazzo. Così potrebbe iniziare la storia di Elemental, nella miglior tradizione delle commedie romantiche, se non fosse che la ragazza è fatta di fuoco e il ragazzo di acqua. Opposti che si attraggono, come da tradizione, ma rendono difficile portare avanti un rapporto, tra comprensibili timori personali e convenzioni sociali da superare. Se Ember è una ragazza dal temperamento infuocato, come il suo elemento fa immaginare, Wade è invece molto più placido e disposto a seguire la corrente, come il suo esser d'acqua rende naturale. Differenze che i due sono costretti a mettere da parte per accogliere il legame che poco a poco si viene a formare, ma anche affrontare un problema pratico che mette a rischio Firetown, il quartiere di Element City in cui il popolo del fuoco vive.
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Il popolo di Element City
Non ci sono solo acqua e fuoco in Element City, ma anche aria e terra, i quattro elementi classici che rendono varia e ricca una città rappresentata su schermo con la solita ricchezza di dettagli a cui la Pixar ci ha abituati. Una città che però sembra costruita a misura di alcuni elementi piuttosto che di altri, con il fuoco relegato nella sua Firetown con scarse possibilità di integrazione. Lì la famiglia di Ember gestisce un negozio sin dall'arrivo in città e il destino della ragazza, segnato e apparentemente inevitabile, sembra quello di seguire le orme del padre e rilevarlo al momento della pensione del genitore.
C'è tanta acqua che mette a rischio il popolo del fuoco in Element City ed è una riflessione importante sull'integrazione delle minoranze nelle nostre città, un sentimento che il regista Peter Sohn, già noto per Il viaggio di Arlo e il corto Parzialmente nuvoloso, ha estrapolato dalla sua infanzia da emigrato coreano in quel di New York. Un tema attuale che il film sviluppa con immediatezza, rendendolo chiaro e comprensibile al pubblico più giovane che vuole raggiungere. Allo stesso modo il popolo di Element City rende chiaro quanto sia importante accogliere e accettare le diversità, guardare all'altro senza timori, cogliendo il valore delle diversità in cui trovare il terreno comune.
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Gran resa visiva e umorismo immediato
Non sorprende che tutto ciò sia realizzato con la solita eccellenza tecnica a cui la Pixar ci ha abituati e questa asticella sempre così alta può avere l'effetto di apparire normale, togliendo valore all'incredibile lavoro svolto dallo studio. È un errore che non dobbiamo compiere, non dobbiamo cedere all'idea che è un qualcosa di acquisito e scontato: qui tecnici e artisti della Pixar affrontano l'ulteriore difficoltà di mettere in scena personaggi dai requisiti visivi molto diversi tra loro, animando acqua e fuoco, ma anche aria e terra, facendo sì che appaiano naturali pur mantenendo il controllo per permettere agli animatori di gestire Wade, Ember e gli altri personaggi in modo funzionale al racconto.
Se c'è un problema in Elemental è di organicità del racconto: si è scelto di non avere un antagonista da contrapporre ai protagonisti, ed è una decisione sensata per lasciare al centro della storia il rapporto tra i protagonisti, ma la conseguenza è quella di un intreccio che si muove alle spalle dei protagonisti con delle forzature che non riescono a coinvolgere del tutto. Lo stesso vale per l'umorismo, molto diretto e immediato, pensato per divertire i più giovani ma meno riuscito di altre occasioni del passato nel raggiungere anche il pubblico più maturo. Un film che resta comunque gradevole, che riesce a emozionare con il rapporto tra Ember e Wade, ma non arriva ai picchi di eccellenza ai quali ci eravamo abituati in passato. È la maledizione dei più bravi, da loro ci si aspetta sempre il massimo.
Conclusioni
Di acqua e fuoco, di opposti che si attraggono vi abbiamo parlato nella recensione di Elemental, il nuovo film Pixar tecnicamente impressionante e dalle tematiche importanti, che si affida a un umorismo diretto e immediato per intrattenere il suo pubblico più giovane. Se lo studio sorprende ancora una volta sul piano visivo, con il fuoco di Ember e l’acqua di Wade naturali pur nella loro resa cartoonistica, qualcosa manca sul piano narrativo nel mantenere l’equilibrio tra la maturità dei temi e la riflessione sull’integrazione da una parte e l’esigenza di divertire dall'altra. Un film che intrattiene e fa riflettere, ma non arriva ai vertici di eccellenza a cui la Pixar ci ha abituati nel passato.
Perché ci piace
- L’uso delle comunità di diversi elementi per riflettere sull’integrazione nelle comunità.
- Il modo in cui i due protagonisti sono tratteggiati, sul piano fisico e caratteriale, per reggere le dinamiche da commedia romantica del film.
- Il solito livello tecnico della Pixar, qui alle prese con le difficoltà date dalla diversa effettistica richiesta dagli elementi.
- La scelta di non avere un reale antagonista per i protagonisti…
Cosa non va
- … che però rende alcune delle situazioni un po’ forzate.
- Si percepisce una sensazione di scollamento tra le diverse anime del film, con un umorismo molto diretto che rischia di stonare rispetto alle tematiche più mature affrontate.