Ha molti punti in comune con il proprio personaggio Jaime Lorente, divenuto famoso con i ruoli di Denver ne La casa di carta e Nano in Élite, e ora assoluto protagonista di El Cid 2, la serie storica in costume che torna su Prime Video dal 15 luglio Lorente, diplomatosi alla Scuola superiore di arte drammatica di Murcia, pratica danza contemporanea e scherma, due discipline che sicuramente gli sono state utili nel destreggiarsi sul set del period drama El Cid. Punti in comune tutti da scoprire in questa nostra intervista a Jaime Lorente.
IN PARTE STORIA, IN PARTE LEGGENDA
El Cid Campeador è uno dei più popolari eroi spagnoli, e porta un soprannome datogli dai Mori "As Sid" che sta per "capo, signore". La sua vita si svolge fra il 1040 e il 1099 ma spesso è stata messa addirittura in dubbio la sua esistenza storica. La stessa serie si muove come spesso accade fra lo storico e il romanzato.
Hai sentito una certa responsabilità quando hai ottenuto la parte di El Cid vista la sua fama nella letteratura spagnola?
È una responsabilità grande, ma come mi disse un mio maestro di teatro: "Bisogna lavorare allo stesso modo, che si tratti di un piccolo spettacolo teatrale con pochi spettatori oppure di una super produzione. Bisogna lavorare in squadra e nel miglior modo possibile e questo è l'importante".
Come ti sei approcciato al personaggio, essendo per metà mito e leggenda per metà realmente esistito?
Quando ho ottenuto la parte mi sono documentato molto prima di iniziare le riprese. E da lì cercavo ispirazione per caratterizzare al meglio il personaggio. Ma questa sua ambivalenza può essere un'arma a doppio taglio perché non ci si può basare troppo sulla storia perché stiamo pur sempre parlando di un personaggio di finzione. Quindi ho scelto di fare un lavoro umano, creativo e sensibile sul personaggio per caratterizzarlo.
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I NUOVI EPISODI
Nei nuovi episodi assistiamo direttamente alla conseguenze della morte di Re Fernando, con i regni di Castiglia, León e Galizia divisi tra i suoi figli Sancho, Alfonso e García. Ruy (Lorente) ora è cavaliere - a un passo dall'essere un vero eroe - ma dovrà prendere alcune decisioni molto difficili. Battaglie, intrighi di palazzo, l'arme e gli amori, politica, intrighi, tradimenti, morti inaspettate e lotte intestine saranno gli elementi che caratterizzeranno anche i nuovi cinque episodi dell'odissea di Rodrigo Diaz de Vivar: un eroe e una leggenda, accusato dai suoi nemici di essere un traditore.
Ricordi un momento in particolare durante le riprese della seconda stagione o hai un episodio preferito?
Ora non ricordo con precisione l'episodio, però ricordo bene il momento. Si tratta di una scena di Ruy col nonno Rodrigo (l'attore Juan Fernández, ndr) che si ritrovano coinvolti in un'imboscata. Era un momento emotivamente importante per il personaggio ma anche per me come attore.
Data la natura dello show, in questa seconda stagione hai affrontato più sfide fisiche o emotive?
Sicuramente emotive. Per la prima stagione mi ero dovuto allenare molto fisicamente per prepararmi alle sequenze action e ai costumi. In questa seconda è come se fossi potuto tornare più volte su quella base costruita, e quindi andare a scoprire i dilemmi emotivi che Ruy si ritrova a fare nei nuovi episodi. Abbiamo girato la prima e la seconda stagione insieme, quindi per me è stata quasi nulla la pausa per poter lavorare sul distacco nella crescita del personaggio.
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JAIME LORENTE COME RODRIGO DIAZ DE VIVAR
Jaime Lorente si sente vicino agli ideali che muovono il suo personaggio, Rodrigo Diaz de Vivar, lealtà, amore e rispetto per gli altri, che pensa siano validi ancora oggi che "la cavalleria è morta" e i cavalieri intesi come quelli del periodo storico di El Cid non esistono più. Non si sente competitivo e non è alla disperata ricerca della fama, vuole solo fare il miglior lavoro possibile. Si emoziona ancora a vedersi in un promo di una sua serie tv. Non gli dà nemmeno fastidio il paragone-confronto del serial con Il trono di spade, anzi lo lusinga. Un periodo storico in cui gli piacerebbe vivere? Sicuramente il Secolo d'Oro con la nuova commedia di Lope de Vega e le opere di Pedro Calderón de la Barca.
A proposito di conflitti emotivi, in questa seconda stagione Ruy deve fare moltissime scelte. In amore così come cavaliere. Amina o Jimena? Sancho o Alfonso? Lealtà o gloria? Pace o guerra? Tu chi sceglieresti?
Se dovessi fare una scelta, sceglierei mia madre, la figura femminile più importante della mia vita.
Del resto grande importanza nello show viene data anche ai personaggi femminili, con cui Ruy si trova ad interfacciarsi, che siano i suoi amori Jimena (Lucía Guerrero) e Amina (Sarah Perles), la regina Sancha (Elia Galera) o sua figlia Urraca (Alicia Sanz).
Ruy si trova ad avere a che fare suo malgrado con la gloria. Tu come attore che rapporto hai con la fama?
Io penso che non bisogna mai dare per scontato quello che si ha. Bisogna fare sempre il miglior lavoro possibile, che questo porti a un riconoscimento da parte delle persone o meno. Io sono innamorato della mia professione e la svolgo con passione, non lo faccio in virtù di possibile fama e riconoscimento. È una cosa che potrebbe capitare così come no.
Quindi proprio come Ruy.
Esattamente (ride)!