El Caso Padilla, la recensione: una testimonianza ancorata al passato

La recensione di El Caso Padilla, il documentario di Pavel Giroud ruota intorno ad un filmato storico inestimabile, che però, in mancanza di un background ricco e di una connessione con il presente, risulta poco efficace.

El Caso Padilla, la recensione: una testimonianza ancorata al passato

El Caso Padilla è un evento storico molto importante risalente alla fine degli anni '60, verificatosi a Cuba in piena rivoluzione castrista. Il poeta Heberto Juan Padilla, a causa di alcune critiche al regime e di una posizione politica controversa durante un festival letterario, fu imprigionato dal governo e, una volta liberato, fu costretto a ritrattare le sue idee facendo autocritica nel 1971 in una riunione pubblica. Un caso esemplare che ebbe un eco gigantesco in tutto il mondo, dimostrando le prime chiusure e limitazioni libertarie di Fidel Castro.

Dopo 51 anni finalmente il regista Pavel Giroud, con El Caso Padilla (noto anche come The Padilla Affair), ha portato alla luce la registrazione originale della ritrattazione dello scrittore, avvenuta di fronte a poeti e artisti, aggiungendo elementi per comprendere meglio l'intricato contesto. Nella nostra recensione del film, presentato alla Festa del Cinema di Roma, per quanto riconosciamo un valore storico importantissimo all'opera, mettiamo in evidenza i tanti limiti strutturali e contenutistici.

El Caso Padilla: la verità, senza filtri o reinterpretazione

El Caso Padilla 3
El Caso Padilla: una scena del film

El Caso Padilla parte dagli anni '80, da in un'intervista che Heberto Juan Padilla fece in Francia e la interrompe bruscamente, tornando indietro al 1971, anno in cui il poeta fu protagonista della famosa autocritica andata perduta per decenni e per fortuna restaurata con passione e perizia. Tale discorso del letterato, durante il quale intervennero tra l'altro diversi colleghi a supportare la sua posizione, è stato riportato così com'è dal film-maker perché era effettivamente importante recuperare questo pezzo di storia senza filtri o macchinazioni di nessun tipo, per capire realmente le motivazioni dietro il gesto di Padilla. Una scelta sicuramente apprezzabile e onesta quella operata nel documentario, che viene inframezzato da didascalie a supporto degli spettatori per comprendere al meglio quanto è accaduto durante i primi anni di rivoluzione a Cuba. Chiaramente, l'intenzione del cineasta è di riflettere sull'importanza della libertà di parola e di pensiero, mettendo in luce un periodo buio del suo paese in cui tutte le opinioni contrastanti al dogma del regime venivano bollate come reazionarie ed eversive.

El Caso Padilla 2
El Caso Padilla: una scena del film

È chiaro che vedere a distanza di così tanto tempo un filmato del genere è sorprendente, anche se purtroppo tale approccio rinuncia quasi nella totalità del minutaggio ad una linea cinematografica, con pochi momenti di stacco tra una riflessione e l'altra di Padilla. Una soluzione registica davvero insostenibile, specialmente se si tiene conto di un montaggio totalmente assente. Il rischio è quindi quello di rivolgersi solamente ad un pubblico affezionato che conosce perfettamente questa storia e che quindi è intenzionato a riscoprirla attraverso un video restaurato che risponde a tante perplessità e domande. Il resto degli spettatori, di fronte ad un realismo così tanto ostinato e ad una struttura rigida e inflessibile, potrebbe risentirsi, non riuscendo a capire le reali motivazioni dietro il film.

Festa Del Cinema di Roma 2022: i 15 film (e serie tv) che aspettiamo di più

El Caso Padilla: un racconto congelato nel tempo

Caso Padilla Poster
Locandina di The Padilla Affair

I problemi di El Caso Padilla, purtroppo, non finiscono qui. Per quanto le pillole di storia che accompagnano il documentario siano utili a fornire il contesto e il background necessario per avere in mente quanto è accaduto in quell'anno particolare della dittatura di Cuba, non sono sufficienti. Si tratta, infatti, di elementi narrativi che approfondiscono solamente le ingiustizie subite da Padilla e le reazioni internazionali all'evento, ma non vanno nel cuore della vicenda spiegando, anche in brevi e concise parole, come è nata la rivoluzione castrista e cosa ha significato per il popolo cubano. Dettagli che non possono essere tralasciati in quanto in questo modo si dà per scontato che il teatro delle vicende e gli antecedenti siano chiari a tutti. Inoltre, si ha l'impressione generale che tutto il film faccia parte di un passato che non esiste più, come fosse un singolo fatto storico da non tenere più in considerazione, tenendo conto che manca una precisa e marcata connessione con la realtà.

Ne El Caso Padilla non ci sono quindi interventi recenti di esperti, autori o storici del periodo, ma nemmeno altri elementi che suggeriscano un legame forte con quanto accade ai giorni nostri, in cui ci contano diversi Paesi in giro per il globo dove è molto spietata la repressione di pensieri considerati scomodi. L'effetto finale è straniante, macchinoso e dà l'impressione di avere a che fare con un frammento congelato nel tempo e perso nell'oblio degli anni. Perché se da una parte è impossibile non dare valore ad una scoperta così importante, intesa come testimonianza viva della risposta e reazione degli intellettuali alla censura, dall'altra è evidente che sia a livello strutturale che contenutistico l'approccio doveva essere più morbido e flessibile. Un lungometraggio che, all'apparenza, sembra appartenere ad una dimensione estranea, quasi a una bolla, perché non tiene conto di una serie di componenti fondamentali per la riuscita del progetto. Dimenticandosi totalmente del pubblico generalista, che di fronte ad un'opera del genere non può che rimanere spaesato e confuso.

Conclusioni

La nostra recensione di El Caso Padilla parte dal presupposto che, a livello storico, questo documentario sicuramente non può essere messo in discussione, dando voce e importanza agli intellettuali cubani vessati e fatti tacere dal governo di Fidel Castro. A mancare all'interno dell'opera di Pavel Giroud, purtroppo, è una connessione con il nostro presente, che sembra davvero molto distante da quella sera del 1971. Il background narrativo fornito, inoltre, non è sufficiente per fornire il contesto giusto agli spettatori, che si trovano particolarmente disorientati di fronte ad un progetto quasi totalmente fermo ed ancorato al passato. In mancanza di montaggio, il film è bloccato, come un cimelio inestimabile difficile da raccogliere.

Movieplayer.it
2.0/5

Perché ci piace

  • Un documento storico di valore e pregio.

Cosa non va

  • Poca connessione con l'attualità.
  • Il background non è sufficiente per capire il contesto.
  • Assenza di montaggio che rende il documentario quasi anticinematografico.