E se gli OGM fossimo noi?
Il thriller che vede protagonisti la bellissima Nicole Kidman e l'ex-007 Daniel Craig, The Invasion, materializza una paura dilagante: gli organismi geneticamente modificati entrano pericolosamente a far parte della vita comune, mutano gli essere umani rendendoli non più umani.
Si parla da anni di clonazione e miglioramento della specie, ma se quello che viene fatto su un pomodoro, cioè una modificazione dei geni per renderlo più buono ed estirparne le caratteristiche negative, venisse fatto sugli uomini?
L'invasione narrata dal regista Oliver Hirschbiegel (La caduta) e da James McTeigue (V per Vendetta) è solo in parte aliena e la fantascienza del film è molto vicina ai limiti della scienza reale.
Uno shuttle precipita e si frantuma disperdendo pezzi sugli Stati Uniti; una strana sostanza trovata sui reperti contagia un ufficiale del Centro di Controllo Malattie Infettive e da quel momento in poi il virus comincia a diffondersi tra le persone, con un contagio volontario degli infettati su chi è ancora sano.
Tutta la vicenda è vista dagli occhi di Carol Bennell (Nicole Kidman), una psichiatra che nota da subito strani mutamenti comportamentali nelle persone intorno a lei, ma che - forse per deformazione professionale - pensa immediatamente a fenomeni psicotici.
Il Governo, la polizia, gli enti sanitari e gli organi d'informazione parlano di "influenza" e si cominciano a distribuire vaccini per debellare la strana malattia. Ma in realtà la vaccinazione è solo un sistema per far dilagare il contagio attraverso una somministrazione diretta.
L'unico modo per rimane salvi è non dormire, perché la sostanza entra in circolo nella fase REM del sonno. La sola chance di non essere scoperti è non mostrare emozioni e rimanere impassibili, mentre tutto il mondo intorno sta impazzendo. La modificazione genetica non cambia nulla nell'essere umano sul quale agisce: stessi ricordi, stesso corpo, stessa faccia, ma rende privi di emozioni, rinchiusi in una serenità disumana.
Ad aiutare Carol a fuggire dall'epidemia e a salvare suo figlio Oliver, c'è il suo migliore amico Ben (Daniel Craig), un medico che oltre alla fuga, collabora nello scoprire un antidoto che sconfigga il virus e blocchi in tempo la dilagante perdita di umanità.
Molto affascinante e convincente nella prima parte, quando psiche e paranoia si fondono al pericolo dell'imprevedibile e inaspettato, quando le cose cambiano senza spiegazione e sembra di non potersi più fidare di nessuno. Improbabile, a toni splatter (la scelta del metodo di contagio con sputo è al quanto infelice) e con un'azione scontata, la seconda parte del film.