L'idea era raccontare "tre prototipi di famiglia italiana", adattando l'originale spagnolo Es por tu bien di Carlos Therón alla contemporaneità italiana. Da qui parte il remake firmato da Rolando Ravello, È per il tuo bene, rocambolesca commedia corale (in uscita su Amazon Prime Video dal 2 luglio) sul rapporto padre-figlia.
Tre modelli di paternità confusa e inadeguata alle prese con una guerra a tutto campo per sbarazzarsi dei fidanzati delle figlie. Nel ruolo dei padri (tre cognati) Marco Giallini, Vincenzo Salemme e Giuseppe Battiston, in quello delle madri complici e più comprensive, Valentina Lodovini, Claudia Pandolfi e Isabella Ferrari; le figlie hanno invece il volto di Matilde Gioli, Eleonora Trezza e Alice Ferri.
Le trasformazioni rispetto all'originale spagnolo
E' per il tuo bene nasce da un'operazione di riscrittura a quattro mani, che ha convolto il regista e lo sceneggiatore Fabio Bonifacci: "Si fanno i remake per due motivi: perché ti piace il film da cui parti e perché speri di poterlo migliorare arrampicandoti sulle spalle di chi ha già lavorato prima. Abbiamo cercato di adattare la storia originale alla realtà italiana. - racconta Bonifacci - Uno dei principali cambiamenti è stato il conflitto tra il personaggio di Giallini e il fidanzato della figlia: nella versione spagnola il primo era un industriale, il secondo un idealista dei centri sociali. Qui invece lo abbiamo trasformato in una padre progressista, che non lo è più così tanto nel momento in cui la figlia si fidanza con una ragazza di colore. È un conflitto dell'Italia di oggi". Lo stesso è successo per il trapper interpretato da Biondo: "Nel film originale era un Neet, ovvero uno di quei ragazzi che non studiano né lavorano - spiega lo sceneggiatore - Qui è un cantante trap che nei suoi brani parla di droga; per spingere maggiormente sul conflitto abbiamo quindi trasformato il padre della ragazza in un poliziotto. Abbiamo inoltre reso i rapporti tra i tre amici più legati alla realtà italiana: c'è la rabbia degli sconfitti della modernità, l'odio per i vincenti e un sottile disprezzo per i perdenti".
È per il tuo bene, la recensione: La crisi dei padri
Una storia che esplora il microcosmo della famiglia italiana, le sue dinamiche e i conflitti generazionali: "Mi interessava che le madri avessero un ruolo più ampio, ci tenevo che le figure femminili crescessero e che i figli avessero più spazio. Biondo e Lorena nel film spagnolo non ci sono, ma ci sembrava giusto raccontare il mondo dei rapper da una prospettiva diversa; stanchi di essere etichettati come poco intelligenti - aggiunge Rolando Ravello -, credo siano gli unici portatori del disagio di questa generazione di cui ci raccontano un malessere che non riusciamo a cogliere. Anzi, continuiamo a stare lì con il dito puntato verso una generazione nata in un vuoto cosmico. Noi avevamo almeno uno straccetto a cui aggrapparci, loro no".
Il conflitto generazionale
La colpa di questi padri? "Troppo presi da se stessi e impegnati a controllare le proprie figlie. - dice Claudia Pandolfi, nel ruolo della madre di Sara, fidanzata con un uomo di trent'anni più grande di lei, noto donnaiolo e vecchio amico di papà Sergio - Amo molto Sergio ma nulla può impedirmi di salvare mia figlia da un padre prevaricante e geloso che inquina la vita di un'adolescente". Come Valentina, la cui fuga con un'altra donna metterà al tappeto Arturo: "Quello del mio personaggio è il viaggio che molti ragazzi stanno facendo, - rivela Matilde Gioli, che la interpreta - vivono in una una società che sta cambiando e in cui i rapporti d'amore sono molto più liquidi, c'è una fluidità nei ruoli e nei generi che per la generazione dei nostri genitori non è ancora così scontata. Valentina si ritrova all'interno di uno scontro generazionale, che poi diventa dialogo e incontro tra generazioni diverse quando i suoi genitori si aprono a un nuovo modo di amare".
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Padri inadeguati
Anche se all'inizio accettarlo non sarà così facile, soprattutto per dei padri tradizionalisti e ancorati a un prototipo anacronistico della famiglia. Secondo Vincenzo Salemme, che nel film è Antonio "la difficoltà maggiore per un padre è l'autorevolezza. Ci troviamo davanti tre padri che hanno paura di aver perso il proprio ruolo in famiglia, è la paura più grande del maschio oggi che in versione comica vede la propria 'potenza' messa in discussione".
"La nostra generazione si trova in difficoltà, la società è cambiata molto. Nella vita sono padre di due ragazzi, non c'è quel sentimento di gelosia. Avere una figlia femmina sarebbe stata un'esperienza...", gli fa eco Marco Giallini, alias Arturo, avvocato di successo, borghese e benpensante, sconvolto dall'amore della propria figlia per un'altra donna. Non è diverso per Giuseppe Battiston, Sergio, facilmente irascibile e alle prese con una gelosia incontrollabile: il suo peggior errore è "non rendersi conto che sua figlia è cresciuta".