Un titolo lunghissimo, 17 - Ovvero l'incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino, per un film datato 1992 e firmato da Enrico Caria, negli anni seguenti autore di Blek Giek e del documentario Vedi Napoli e poi muori.
Un'opera artigianale, che non difetta sicuramente di originalità, ma che risente inevitabilmente del basso budget ed è un po' difficile da inquadrare. Fantascienza, politica, tocchi surreali, humour nero: un po' tutto si mescola in un cocktail grottesco che anche se non risulta sempre riuscito e scorrevole, sembra un prodotto di sincera passione che strizza l'occhio al mondo dei fumetti. Un mondo, quest'ultimo, del resto ben noto a Caria che oltre a attore, sceneggiatore e regista, è disegnatore satirico di quotidiani e riviste.
Che sia un'opera comunque originale, intrisa di satira politica, lo si capisce dal soggetto: siamo nel 2057 e Napoli, proprio grazie al suo alto tasso di inquinamento, è l'unica città sopravvissuta agli attacchi chimici di una guerra mondiale. Il potere politico è conteso tra il presidente della Napoli bene, quella legale, arroccata sulla collina di Posillipo, e il malavitoso 'O turco, sovrano dei traffici illegali della degradata "Giù Napoli". Il Rudy Caino del titolo, invece, è una sorta di agente segreto del potere legale che si muove tra questi due mondi.
Purtroppo l'edizione in DVD non si può certamente definire come una delle più riuscite. Il video infatti lascia parecchio delusi, visto che il quadro è contunuamente invaso da una quantità industriale di graffi e spuntinature che in certi momenti diventa addirittura imbarazzante. Segno della poca cura nella conservazione della pellicola e del fatto che non c'è stato nessun lavoro di restauro. In questo contesto, le immagini cercano di emergere in qualche modo ma possono contare solo su una definizione ridotta ai minimi termini e su un croma piuttosto sbiadito. Almeno la quantità di rumore video non è eccessiva, ma soprattutto nelle scene più scure è inevitabile che qualche dettaglio affoghi.
Poco da dire sull'audio, tutto rinchiuso nel diffusore centrale che si sobbarca un lavoro non eccessivo, visto che il film è basato soprattutto sui dialoghi. Il suono non è certo cristallino e la scena è chiusa, ma il tutto resta sempre comprensibile per cui in questo campo la sufficienza è raggiunta. Quasi nulli invece gli extra: troviamo solamente una scheda testuale su Enrico Caria.