Molti spettatoti di oggi conoscono Dungeons & Dragons solo per averlo visto giocare in Stranger Things e per i riferimenti in altre produzioni dei nostri giorni; altri sono orgogliosi giocatori da anni, a volte decenni. Perché parliamo di un gioco storico, datato 1974, rivisto in diverse nuove edizioni e giocato da più generazioni e milioni di persone in tutto il mondo. Compreso chi scrive, che dai primi anni '90 a oggi ha incarnato svariati personaggi in altrettante ambientazioni.
E forse è proprio questa la difficoltà che si è venuta a creare nei precedenti tentativi di adattamento, una sfida di cui sono consapevoli i registi Jonathan Goldstein e John Francis Daley, già sceneggiatori di Spider-Man: Homecoming e ora dietro la macchina da presa per Dungeons & Dragon: L'onore dei ladri, il nuovo film Paramount in sala con Eagle Pictures da marzo 2023, di cui il pubblico di Lucca Comics & Games ha potuto avere un assaggio in un panel proprio con i due registi e il produttore Jeremy Latcham.
Parlare ai fan, raggiungere tutto il pubblico
Ma come accontentare tutti? Come parlare ai fan ma senza tagliar fuori tutto il pubblico? "Sapevamo di dover creare una storia sia per i fan che per quelli che non conoscevano il gioco" ha spiegato a Lucca Jonathan Goldstein, "sapevamo di doverci muovere su una linea sottile. E l'unico modo era costruire un film di cui noi fossimo orgogliosi." Ha calcato la mano John Francis Daley, consapevole della responsabilità e la mole di informazioni e dettagli a disposizione, ma anche l'opportunità avuta: "Dovevamo raccontare 50 anni di Dungeons & Dragons con tecnologie che non c'erano prima, che ci hanno permesso di mostrare mostri e ambientazioni che esistevano solo nella nostra mente."
Questione di tono
E lo hanno fatto, secondo il produttore Jeremy Latcham, "scrivendo grandissimi personaggi" e lavorando con accortezza sul tono da usare. Tanto che Jonathan Goldstein si è permesso di scherzarci su: "Abbiamo cercato di farlo serio, ma in qualche modo è diventato comico." Una battuta che nasconde un fondo di verità, perché "giocare a D&D viene preso a volte seriamente, a volte in modo divertente, e la sfida è stata unire queste due anime." A giudicare da quanto visto a Lucca, l'operazione sembra compiuta: una prima scena che abbiamo visionato scherza su una situazione tipo che tutti abbiamo vissuto prima o poi, tramite i nostri personaggi, mentre l'altra virava più sull'action e l'esplorazione/combattimento in un dungeon.
E per riuscire in questa impresa non si poteva che affidarsi al cast, al party, al gruppo di personaggi che porta avanti la storia. Lo ha spiegato John Francis Daley: "Come per ogni campagna i personaggi sono diversi e devono andare d'accordo e volevamo traportare questo aspetto nel film. Ogni attore ha portato qualcosa al proprio personaggio." Ma ha aggiunto anche un dettaglio succoso che ci ha incuriositi molto: "Il primo giorno in cui ci siamo incontrati abbiamo giocato a D&D insieme ed è stato perfetto." Non possiamo immaginare un modo migliore per iniziare questa avventura.
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Dettagliare un mondo
Tante location, cercando ambienti che potessero "catturare l'essenza di D&D e raccontare un mondo diverso dal nostro". Luoghi trovati per lo più in Irlanda del Nord "piena di ambienti unici", ma realizzati anche sul supporto delle tecnologie moderne in post-produzione per fare quello che nella realtà non è stato possibile trovare. Un discorso simile è stato fatto per personaggi e creature, presenze iconiche per chi conosce e gioca a Dungeons & Dragons. "Abbiamo cercato di rendere giustizia e mostrare i cinquant'anni di storia del gioco" ha spiegato John Francis Daley, "in ogni scena, quasi in ogni inquadratura, ci sono dettagli che potrete riconoscere, qualcosa di autentico, come la spilla del personaggio di Chris Pine, le città e le creature che abbiamo potuto ricostruire e mostrare."
Nascita di un franchise
Ovvio che con tanto materiale a disposizione si pensi da subito a mettere in piedi un franchise, a costruire una serie di film, ma non è stato questo lo scopo sin dall'inizio. "Il nostro obbiettivo" ha infatti precisato Jeremy Latcham, "è stato di realizza un grande film, uno che Vanessa la pena guardare e che facesse venire voglia ai fan di riscoprire il mondo di D&D. Creare dei personaggi da amare, fare in modo che tutto partisse da loro, in modo che sia il pubblico a decidere se vorrà altre storie che li riguardino." Sapremo presto se sarà così, se il pubblico saprà accogliere questo bizzarro party composto da Chris Pine, Michelle Rodrieguez, Sophia Lillis e Regé-Jean Page. "È stato un lungo viaggio, ma ormai siamo alla fine" ha detto John Francis Daley. Appuntamento quindi al 3 marzo con Dungeons & Dragons: L'onore dei ladri.