Ambientata 10mila anni prima della nascita di Paul Atreides, interpretato da Timothée Chalamet nell'adattamento cinematografico di Denis Villeneuve, Dune: Prophecy è un prequel, che si concentra sulla Sorellanza delle Bene Gesserit, lo stesso ordine a cui appartiene Lady Jessica (Rebecca Ferguson), madre di Paul. Disponibile su Sky e NOW, la serie porta sullo schermo il romanzo Sisterhood of Dune, scritto da Brian Herbert (figlio di Frank) e Kevin J. Anderson.
La storia racconta i primi anni della Sorellanza, guidata all'epoca da Valya Harkonnen (Emily Watson) e sua sorella Tula (Olivia Williams). Infangate dal nome della loro casata, le sorelle portano idee rivoluzionarie nell'ordine: ambiscono infatti a plasmare un nuovo tipo di leader, in modo da poterlo guidare e, ancora meglio, controllare. In questa era a comando dell'Imperium c'è l'Imperatore Javicco Corrino (Mark Strong), al cui cospetto si presenta un soldato, Desmond Hart, che si professa portatore della verità e ha un solo scopo: distruggere le Bene Gesserit.
A interpretarlo è Travis Fimmel, che si è specializzato nel ruolo di guerriero dalla forte fede: pensiamo al Ragnar Lothbrok di Vikings e al Marcus Drusus di Raised by Wolves. Anche qui combatte e stavolta ha dei poteri misteriosi: Hart è infatti sopravvissuto all'attacco di un verme della sabbia, uno Shai Hulud, uscendone completamente trasformato. Potere, grandi leader, la forza della verità e quella della menzogna: abbiamo parlato con l'attore di tutto questo nella nostra intervista.
Dune: Prophecy, intervista a Travis Fimmel
Non capita tutti i giorni di sopravvivere all'attacco di uno Shai Hulud. Eppure accade a Desmond Hart, il personaggio più enigmatico di Dune: Prophecy. Come ci si sente a essere mangiato da un verme della sabbia?
Travis Fimmel: "È curioso quello che mi succede lì dentro: non vedo l'ora che il pubblico lo scopra. È un vero e proprio mistero e un enigma per gli spettatori capire cosa mi sia successo mentre ero all'interno del verme".
Insomma per sapere cosa sia successo bisogna guardare la serie. Cerchiamo allora di risolvere un altro mistero: perché l'attore ama così tanto questi guerrieri dalla fortissima fede? Cosa c'è che lo affascina in questo tipo di personaggi? "Non mi piacciono le vittime nella vita. Mi piacciono le persone che lottano per ottenere qualcosa. A volte non si tratta di essere un soldato, o qualcosa del genere, ma di lottare per ciò in cui si crede, per la propria famiglia, per i propri amici, per se stessi e non arrendersi mai. Mi piace l'idea di lottare per se stessi, senza mai arrendersi e fare la vittima. Credo che sia un caso che alcuni di questi personaggi siano dei soldati".
I leader nel mondo di Dune
Cosa renda grande un leader è uno dei temi centrali dell'opera di Frank Herbert. Ognuno ha la sua idea, dagli imperatori alle Bene Gesserit. Cosa ne pensa invece Fimmel, che ne ha interpretati tanti? L'attore: "Qualcuno che si rivolga alla classe operaia, magari proveniente da origini umili e che quindi capisca quel mondo. Qualcuno che combatta per i suoi amici e la sua famiglia e per ciò in cui crede".
Anche Paul Atreides vive un conflitto interiore proprio sul suo ruolo di guida. Se Desmond Hart potesse parlargli, che cosa gli direbbe? "Non so... Forse di andare a prendere una birra. E magari di stare attento".
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È più forte la menzogna o la verità?
In questo mondo pieno di intrighi e cospirazioni ha quindi ragione Valya Harkonnen? La menzogna è l'arma più potente degli esseri umani? Fimmel non è così d'accordo: "Non lo so. Oggi come oggi credo che la verità spaventi la gente più della menzogna. Penso che la verità possa essere molto potente. Credo che questo sia anche ciò che mi piace della serie. Il mio personaggio, in particolare, entra in scena in un momento in cui ci sono state così tante bugie e tanti piani nascosti, che quando arriva dicendo la verità spaventa davvero i potenti".
E in effetti Desmond Hart si presenta all'Imperatore proprio come l'unico in grado di dirgli la verità. Bisogna ammirare chi è così convinto di essere nel giusto, oppure dovremmo averne paura? L'interprete: "Credo che la maggior parte delle organizzazioni usino il credo per attirare le persone come una setta. Ho dato vita a questo ruolo pensando più a una persona comune che è cresciuta e ha trascorso tutta la sua vita lottando, combattendo e sopravvivendo. Volevo che si creasse un contrasto tra la vita che lui ha fatto e quella in cui entra, che è tutta incentrata sul denaro, il potere e l'agiatezza. Credo che il mio personaggio voglia dimostrare che queste cose non sono importanti. Pensa che le persone che fanno scelte materialistiche non siano importanti quando tutti invece muoiono intorno a loro".