Buona risposta di pubblico dopo i primi giorni di programmazione, ma soprattutto una buona accoglienza, a tratti ottima, anche da parte della critica internazionale e nostrana. Un coro di commenti a cui abbiamo voluto aggiungere, come sempre per le grandissime produzioni più attese, anche il nostro, proponendovi una rassegna di opinioni della nostra redazione su Dune - Parte Due, secondo capitolo dell'adattamento dei romanzi di Frank Herbert a opera di Denis Villeneuve. Un sequel di Dune che ha colpito per la sua resa visiva, ma anche per il lavoro fatto su alcuni dei personaggi principali, a cominciare dalla Chani di Zendaya, come leggerete in alcuni dei nostri commenti per lo più positive, al netto di qualche voce meno entusiastica. Il film, nelle sale dal 28 febbraio per Warner Bros, promette di essere uno dei titoli che catalizzerà l'attenzione in questo finale di inverno trascinandosi fino a inizio primavera, riprende la storia laddove il primo capitolo l'aveva lasciata e conferma il cast originale capitanato da Timothée Chalamet e la già citata Zendaya aggiungendo nuovi volti per nuovi interessanti personaggi, come il Feyd-Rautha Harkonnen di Austin Butler.
La recensione di Antonio Cuomo
[...] Il nuovo film riprende e amplifica quanto già visto con coerenza stilistica e contenutistica, un aspetto che consideriamo come uno dei suoi pregi, ed è qualcosa di non così scontato come potrebbe sembrare. Il Dune di Villeneuve si dimostra un'opera unica, potente, sontuosa (e vi consigliamo di fruirne nella sala migliore che riuscite a trovare nella vostra zona), capace di porsi nel panorama dei grandi Blockbuster contemporanei con le proprie solide regole. Non scende a compromessi, Villeneuve, nel dettare i tempi del suo racconto, lo porta piuttosto avanti con un andamento posato, ragionato, ma potente e travolgente: non c'è scena di Dune - Parte Due che non lasci il segno nello spettatore, che sia un semplice dialogo messo in scena con cura ed eleganza o una battaglia che lascia senza fiato. [...]
Leggi tutta la recensione di Dune - Parte Due Voto: ☆☆☆☆ ½
Le altre opinioni della redazione
Denis Villeneuve indica la via della fantascienza moderna
Denis Villeneuve l'ha fatto di nuovo. E l'ha fatto meglio. Dovendo introdurre diversi mondi e personaggi, Dune - Parte Uno non ha un ritmo sempre incalzante. E manca un po' di cuore, con la musica di Hans Zimmer potente, ma forse troppo invadente. Dune - Parte Due invece è una corsa esaltante, che getta lo spettatore direttamente nel mezzo dell'azione e dell'oro del deserto, luogo dell'anima prima ancora che location. Il world building è stupefacente e stavolta la colonna sonora è ben dosata, esaltando tutto. Il cast si arricchisce, facendo a gara di bravura: oltre a veterani come il premio Oscar Javier Bardem, sono i giovani attori, il meglio della nuova Hollywood, a rubare la scena. Zendaya ha forse il personaggio più bello di tutto il film, Chani, che Villeneuve ha reso ancora più interessante che nel romanzo di Frank Herbert. Nota di merito anche per Austin Butler: irriconoscibile e perfetto nel ruolo di Feyd-Rautha Harkonnen. La pellicola può contare inoltre su almeno due sequenze che entrano di diritto nella storia del cinema: la "cavalcatura" del verme e il combattimento nell'arena di Giedi Prime, ripreso con la telecamera a infrarossi. Questa è fantascienza ad altissimi livelli. Anche perché il regista ha saputo raccontare, grazie a una storia che potrebbe essere ambientata benissimo sia nel passato che nel futuro, il nostro presente. Un film d'autore che incontra il grande spettacolo: il meglio che il cinema contemporaneo possa offrire. E che per questo merita lo schermo più grande possibile. Valentina Ariete
Voto: ☆☆☆☆ ½
L'eccellenza del cinema attraverso un'opera maestosa
Dune - Parte Due è un film di straordinaria portata narrativa e di grande potenza visiva. La pellicola sviluppa diverse tematiche attraverso la scrittura di Denis Villeneuve e di Jon Spaihts, come la religione e la credenza popolare, la brama di potere (che appartiene ai responsabili del crollo degli Atreides), ma anche la paura di non saperlo gestire (da parte di Paul), nonostante si sia chiamati ad elevarsi a un ruolo designato dal destino (il giovane Atreides non potrà sottrarsi dal diventare il Lisan al-Gaib dei Fremen). Tra politica, fede e lotta per la supremazia tra le Grandi Case, esattamente al centro si pone proprio il Muad'Dib interpretato magistralmente da Timothée Chalamet, affiancato da una convincente Zendaya e da una magnetica Rebecca Ferguson: essi rappresentano le punte di diamante di un cast artistico sensazionale, diretto con grande equilibrio dal regista canadese.
Dune - Parte Due intrattiene con grande intensità per tutta la sua durata, come accade per pochi e selezionati blockbuster di recente produzione. Dopo i cupi e necessari toni drammatici dell'ottimo primo film, dove si consumava la tragedia di casa Atreides, Denis Villeneuve conferma ancora una volta, oltre allo straordinario intrattenimento fantascientifico e alla spiccata sensibilità per l'action spettacolare, una cifra autoriale che condivide con altri celebrati cineasti, evidenziata dal proprio magnifico stile registico, dall'incredibile cura per il dettaglio, dalla visione d'insieme attraverso ogni componente dell'opera e dall'utilizzo di eccellenze sul piano tecnico, tra cui la splendida fotografia di Greig Fraser, le scenografie di Patrice Vermette e la colonna sonora di Hans Zimmer, che perfeziona ulteriormente il lavoro di ricerca compiuto nel capitolo iniziale di Dune. Denis Villeneuve ha raggiunto il proprio obiettivo: consegnare un racconto epico e maestoso al cinema contemporaneo. (Giuseppe Causarano)
Voto: ☆☆☆☆ ½
Il Muad'dib dei blockbuster d'autore
Dune - Parte 2 perfeziona la cifra cinematografica blockbuster di Denis Villeneuve, intersecando senza soluzione di continuità un marcato stile autoriale con uno spettacolo visivo semplicemente eccezionale, finalmente proteso a un'epica dell'immagine totalizzante, che irretisce e stupisce i sensi, agendo nel cuore pulsante dell'azione fisica e di quella parlata, tra proselitismo e spirito guerriero. Un prodotto disteso ed equilibrato che alterna close up da manuale a campi lunghi da brivido, mettendo in scena una ricostruzione ancora più sopraffina delle casate in gioco e dei loro stilemi culturali, tanto nella forma quanto nella sostanza. Un film che "indica la via" nel genere come il suo Muad'dib, raggiungendo il paradiso dei blockbuster d'autore. (Luca Ceccotti)
Voto: ☆☆☆☆ ½
Il lato freddo del deserto
Caviamoci subito il dente, al mio tre. Uno, due... Dune parte 2 non mi ha entusiasmato. Se da un lato lo spettacolo è sontuoso, con innegabile e ammirabile dispendio di paesaggi pittoreschi, scenografie e coreografie epiche, soluzioni sonore ed estetiche di grandissima forza espressiva, dall'altra parte rimane una narrazione fredda, quasi sincopata, che sacrifica molto dell'opera originale (ma è comprensibile e, a tratti, anche giustificabile) e dell'equilibrio della sceneggiatura (e questo, invece, è già più grave) sull'altare dell'Effetto Wow. Peggio ancora, si fa una gran fatica ad empatizzare con i personaggi principali, con un Paul Atreides troppo contraddittorio, perfino bipolare, e una Shani combattuta tra l'amore per l'uomo e l'astio per il (falso?) Profeta e le sue manipolazioni. Villeneuve è sicuramente un Autore di grandi ambizioni, che in questo suo approccio alla fantascienza sembra aver trovato una cifra stilistica personale dal grande potenziale ma, direi, ancora in fieri, ancora bisognosa di trovare un maggiore equilibrio tra cuore e spettacolo (impresa a mio giudizio riuscitagli meglio, per esempio, nell'ottimo Arrival). Probabilmente toccherà aspettare il Messia (di Dune, ovviamente) per un giudizio finale complessivo. Per il momento resta il rammarico per un film che, al termine della visione, lascia molto agli occhi, ma poco allo spirito. (Massimiliano Ciotola)
Voto: ☆☆☆
Cinema che arriva da un'altra epoca
Dune - Parte Due assume toni ancora più intensi, tragici, shakespeariani nel raccontare la lotta per il potere delle casate degli Atreides e degli Harkonnen, tra trame di palazzo ed epiche battaglie, tra la ragion di stato e le ragioni del cuore. Denis Villeneuve riesce ad andare ancora oltre il primo film, a stupire visivamente e a ipnotizzare con il suo racconto, creando una nuova epica cinematografica che deve molto ad altre storie ma che trova una sua via, uno suo stile unico. Dune è il racconto dei racconti, racchiude decine di altre storie ma riscrive una storia nuova. Una storia che già di per sé è articolata e intensa, carica di personaggi carismatici, è resa ancora più epica dalla costruzione incredibile dell'universo di Dune che ne fa Denis Villeneuve. Che da un lato punta al senso della meraviglia, dello spazio sterminato, della magniloquenza degli ambienti. Dall'altro, riesce a illuminare in modo speciale il viso dei protagonisti, a far uscire prepotentemente la luce dei loro occhi. Dune è un blockbuster d'autore, una definizione che sembra un ossimoro ma che con Denis Villeneuve non lo è. Quella di Dune è una saga cinematografica diversa da tutte le altre, che si tiene lontana dal pop, che rifugge il fantasy e i colori troppo accesi per dei toni caldi e uniformi, ma carichi di sfumature. Dune ha un suo ritmo, un suo stile di racconto che non è parossistico come il cinema d'azione di oggi, ma è solenne, epico, ipnotico. Guarda alla prima trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, che ricorda soprattutto per la grandiosità delle battaglie e delle scene d'insieme. Ma sembra guardare anche a certi kolossal del passato, a Cecil B. De Mille. Dune non è cinema che appartiene al nostro oggi. È cinema che viene dal passato, o probabilmente dal futuro. È fuori da ogni tempo. È cinema di un'altra epoca.
(Maurizio Ermisino)
Voto: ☆☆☆☆ ½
Dune - Parte Due: chi sono i nuovi e vecchi personaggi della saga di Denis Villeneuve
La responsabilità del "blockbuster autoriale"
A guardare Dune - parte due si ha l'impressione che Denis Villeneuve abbia fatto il primo capitolo solo per poter riuscire a fare quest'ultimo. Un kolossal che prima di poter vantare una sua epica precisa e una spettacolarità ricercata, figlia di un'idea di cinema in un certo senso artigianale, ha in sé un cuore tematico forte e un taglio nell'affrontarlo, tant'è che la sua componente "analitica" è la sua arma vincente. Questo nuovo capitolo dell'adattamento del primo romanzo del celeberrimo ciclo di Frank Herbert riflette sull'industria cinematografica e sui perché semantici e produttivi del suo genere di appartenenza. Un film che per questo si preoccupa di parlare del contemporaneo in modo chiaro e politicamente non ambiguo e, cosa forse ancora più importante, non è un'operazione che sovrasta il suo creatore, anzi, ne è un'emanazione, nonostante i soldi, il cast e via dicendo. Per Villeneuve vale il discorso che vale per Christopher Nolan, ovvero quello di essere un cineasta che sente giustamente di avere responsabilità all'interno del panorama della Settima Arte, in quanto esponente di punta di quel famoso prototipo di "blockbuster autoriale". Espressione spesso abusata, ce ne rendiamo conto, ma che dovrebbe indicare la sintesi perfetta tra un personale pensiero audiovisivo e la messa in scena di un'operazione commerciale su larga scala.
Di Dune - parte due rimane lo straordinario world building (quasi da "fantantropologia"), l'amore per il materiale di provenienza e la volontà di fare un adattamento in grado di parlare al pubblico di oggi, mischiando matrici narrative tradizionali e attualità. L'aspetto mozzafiato, la muscolarità e l'effetto wow vengono successivamente. L'augurio è di vedere il capitolo tre, perché siamo di fronte ad una saga che potrebbe segnare il passo verso il futuro. (Jacopo Fioretti)
Voto: ☆☆☆☆
Dune - Parte Due: è Zendaya la ragione del film
Mastodontico, solido, estetico. Ma anche incredibilmente attuale, nonché nevralgico nella battaglia, tanto narrativa quanto visiva, tra il bene ed il male. Solo che, tracciando i paralleli, Denis Villeneuve accavalla l'epicità in un racconto che sfuma - in modo intelligente - lo stesso bene e lo stesso male. Del resto, più dell'incompiuta Parte Uno, Dune - Parte Due comincia a strutturare il valore della sceneggiatura, oltre a quello dell'incredibile apporto tecnico che, lo ripetiamo, è assolutamente folgorante. L'esperienza visiva per eccellenza, l'effetto estetico come sinonimo di kolossal, che ingloba a sé (forse ancora un po' troppo?) il valore fondamentale del racconto cinematografico. Attenzione, però: se di slancio parliamo, la visione di Dune - Parte Due non può essere elusa dal personaggio di Chani, interpretato da Zendaya. È lei il cuore, è lei la ragione, è lei l'equilibrio. Personaggio umano, romantico, quasi politico. Un bagliore di lucidità in un mondo lontano (e vicino) di esaltati. Per questo, un consiglio: quando lo vedrete, soffermatevi sugli sguardi, i silenzi e le smorfie di Chani. È lì, la vera potenza di Dune - Parte Due. (Damiano Panattoni)
Voto: ☆☆☆
Dune - Parte Due, il regista Denis Villeneuve si è superato
Un'esperienza che supera le aspettative
L'attesissimo secondo capitolo del progetto cinematografico di Denis Villeneuve è molto più del sequel che aspettavamo: Dune - Parte 2 è un'esperienza quasi totalizzante, due ore e quarantasei minuti durante le quali è impossibile abbandonare Arrakis in quanto lo spettatore viene totalmente preso, anzi, sarebbe quasi meglio dire travolto, dalla storia del casato Atreides e dagli intrighi politici che pongono l'arido pianeta al centro di un'imminente guerra. Ogni cosa è imponente: le immagini, le musiche e persino i dialoghi sono scritti per conferire un tono solenne al film. Se ancora non lo avete visto, quindi, cercate, se potete, una sala di buona qualità per permettervi di godere in pieno di quello che è uno degli sforzi produttivi più imponenti degli ultimi tempi: una dichiarazione d'amore che Villeneuve sembra voler fare all'opera Frank Herbert e che come unico difetto ha quello di lasciarci ancora una volta con la viscerale voglia di vedere un seguito per il quale dovremo probabilmente aspettare un bel po'.
Voto: ☆☆☆☆ ½
Due dune sono meglio che una
Denis Villeneuve torna su Arrakis per la seconda volta a distanza di tre anni dal capitolo precedente. Questa parte due del suo Dune è decisamente più ambiziosa e complessa rispetto al segmento originale, ma il regista vince ogni sfida regalando uno spettacolo di grande impatto cinematografico, in grado di mantenere alto e serrato il ritmo e firmando alcune sequenze di regia che non smentiscono, anzi, fanno accrescere ancor di più il talento e la sapienza filmica dell'autore. Tutto è al posto giusto e il film corre a gambe levate togliendo il fiato. Calibrando perfettamente il dramma individuale dei personaggi all'epica tipicamente kolossal dei blockbuster più popolari, Dune - Parte 2 ha davvero poco di cui rimproverarsi, ma soprattutto lascia ottimamente sperare per la conclusione che vedremo nel terzo episodio. (Simone Soranna)
Voto: ☆☆☆☆
Un capitolo di mezzo che ci fa venire voglia del terzo
Dune - Parte Due possiede tutte le caratteristiche della prima parte e le amplia, creando lo sci-fi cult degli anni 2020. Non lo diciamo a cuor leggero ma l'esperienza immersiva che Denis Villeneuve è riuscito a mettere in piedi dopo il lungo prologo che era stato la Parte Uno, è qualcosa che ha anche superato le aspettative e che non fa sentire le quasi tre ore di durata, con la visione giusta sullo schermo più grande possibile e con l'impianto sonoro migliore possibile. C'è spazio per ognuno dei membri del cast, tutti stellari tra conferme come Timothée Chalamet e Zendaya, sul cui dualismo si regge tutto il film, e sorprese come Austin Butler e Florence Pugh. Una pellicola che parla di religione e fanatismo, tra le tematiche principali di un'attualità sconcertante, mentre Rebecca Ferguson dimostra un fascino indiscusso attraverso i propri poteri e il proprio ruolo, che divengono una parte sempre più fondamentale della trama, la quale strizza l'occhio al Trono di Spade e ai suoi intrighi di palazzo. Ora tutti gli occhi sono puntati sulla Parte Tre, che non possiamo non vedere l'ora di vedere, per immergerci ancora una volta insieme ai vermoni del deserto.
(Federico Vascotto)
Voto: ☆☆☆☆ ½