Attivo da oltre vent'anni, il britannico Richard Stammers supervisore degli effetti speciali di Dumbo, ha iniziato nel 1996 in ambito televisivo, per poi passare al cinema nel 2001 con la saga di Harry Potter (ha lavorato al primo, secondo e quarto film della saga). Ha successivamente lavorato a diversi progetti importanti, tra cui quattro film di Ridley Scott, due dei quali - Prometheus e The Martian - gli sono valsi due delle sue tre nomination all'Oscar (la terza è stata per X-Men: Giorni di un futuro passato). Dumbo, remake in live-action del classico d'animazione della Disney a cura di Tim Burton è il suo lavoro più recente. In occasione dell'uscita in DVD e Blu-ray del film, Stammers ci ha concesso un'intervista esclusiva.
Un incarico speciale
Per iniziare, facciamo un po' di chiarezza sulla tua mansione: per chi non lo sapesse, che cosa fa un VFX Supervisor?
Sono il responsabile della pianificazione e creazione degli effetti visivi, quindi sono coinvolto fin dall'inizio e partecipo a tutte le fasi della produzione. Comunico con tutti i reparti tecnici, e sono anche presente sul set durante le riprese per interagire con il regista e cercare di realizzare al meglio la sua visione.
A proposito di interazioni con il regista, com'è stato lavorare con Tim Burton? Come lo paragoneresti a qualcuno come Ridley Scott, con cui hai lavorato quattro volte?
La differenza principale tra i due è il ritmo sul set: Ridley Scott gira molto rapidamente, spesso con tre macchine da presa contemporaneamente, Tim è più rilassato. Sono entrambi cineasti con una propria visione, e vengono tutti e due da un background artistico. In tal senso è stato molto utile e interessante parlare con Tim Burton sul set, perché lui fa sempre dei disegni per farti capire cosa vorrebbe, ed è stato di grande aiuto quando abbiamo parlato della performance digitale di Dumbo in quanto personaggio.
A tal proposito, questo nuovo Dumbo ha un aspetto molto realistico, ma allo stesso tempo c'è quell'elemento un po' irreale, un po' fiabesco. È stato difficile mantenere quell'equilibrio?
È stata una bella sfida. Ovviamente era prevista una certa fedeltà visiva a come appare nella versione animata, in particolare per quanto riguarda le orecchie. La Disney ci teneva, per ovvi motivi. D'altro canto Tim voleva che assomigliasse il più possibile a un vero elefante. Lui ha usato il termine "espressionista" per descrivere la sua visione del film, e in tale ottica ha optato per l'uso di scenografie per lo più reali, senza un ausilio eccessivo del green screen, per dare al tutto un'impressione di realtà aumentata, unita all'atmosfera di un libro di fiabe.
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Questioni tecniche
Ultimamente si è diffusa l'abitudine, da parte del pubblico, di giudicare il film intero sulla base di trailer che contengono effetti speciali incompleti. In quanto addetto ai lavori, cosa ne pensi?
Sì, è vero, succede spesso che dei blockbuster escano con dei trailer contenenti inquadrature che non erano pronte per quell'uso. Nel caso specifico di Dumbo, però, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, mostrandolo gradualmente e in piccole dosi nel corso della campagna di marketing, rendendolo carino e non strano.
C'è una sequenza di cui sei particolarmente fiero sul piano professionale?
Ottima domanda. Direi che ci sono due momenti-chiave di cui sono particolarmente soddisfatto, e riguardano entrambi la madre di Dumbo: la scena in cui la portano via, e quando è rinchiusa. Mi piace molto la componente emotiva di quei due momenti, in particolare nel secondo quando si vede solo la proboscide ma c'è comunque tutto lo spessore del personaggio. È un bell'omaggio all'originale, con un po' di reinvenzione da parte nostra.
A proposito di reinvenzione, com'è stato lavorare alla sequenza degli elefanti rosa?
Molto interessante, perché quella sequenza si è evoluta sia a livello di scrittura che sul piano tecnico: abbiamo iniziato a lavorarci in 2D, poi al computer. Alla fine abbiamo deciso, insieme a Tim, di animarla come se fossero bolle di sapone, il che dà al tutto un effetto realistico ma allo stesso tempo un po' fuori dal mondo. La qualità surreale è dettata anche dal fatto che vediamo questo effetto attraverso gli occhi di Dumbo, solo che in questa versione non è ubriaco. Tra l'altro abbiamo rimaneggiato la sequenza in un secondo momento, perché Tim ha chiesto di aggiungere alcune inquadrature di Dumbo dopo aver ascoltato le musiche di Danny Elfman.
Volevo chiederti proprio di Elfman. Hai avuto modo di lavorare con lui?
Purtroppo no, non direttamente, perché noi lavoriamo a Londra e lui a Los Angeles. Credo che Tim sia stato l'unico a interagire con lui fisicamente.
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Lavoro e passione
Dato il tuo ambito professionale, sei in grado di apprezzare film come i remake Disney - penso ad Aladdin e Il Re Leone, che uscirà a breve - in quanto spettatore? Oppure tendi a focalizzarti sugli aspetti tecnici?
Quando vado al cinema sono in grado di spegnere la parte "lavorativa" del cervello e godermi il film senza problemi. Se il film mi piace, è possibile che vada a rivederlo, e in quel caso mi concentro maggiormente sulla resa tecnica. Se faccio subito attenzione a dettagli del genere, vuol dire che il film in sé ha dei problemi.
Per finire, se tu potessi scegliere una sequenza qualsiasi del canone animato della Disney da rielaborare a modo tuo, quale sarebbe?
Ottima domanda. Devo dirti che ho sempre avuto un debole per Bambi, è un film che mi piace moltissimo. Non so se la Disney ha in mente di rifarlo, ma ci sono dei momenti d'animazione sublimi. Reinventarlo con le tecnologie odierne sarebbe una sfida intrigante.