Tra fantasy e horror, draghi e bambole assassine, commedia italiana leggera e più impegnata: anche questa settimana la gamma di consigli homvideo è più variegata che mai. Si comincia con il terzo capitolo della saga di Dragonheart iniziata nel 1996, ovvero Dragonheart 3 che arriva direct to video. Ritorna anche la bambola terribile Chucky, con l'uscita in alta definizione de Il figlio di Chucky. Atmosfere più tranquille e qualche risata in Soap opera di Alessandro Genovesi con un gran cast di attori italiani, e per chiudere In grazia di Dio, toccante film di Edoardo Winspeare presentato anche a Berlino.
Dopo 14 anni il terzo capitolo della saga: Dragonheart 3
La saga iniziata nel 1996 con Dragonheart, caratterizzato da un buon successo, non ha avuto un grande seguito con il Dragonheart 2 del 2000. Ora, a 14 anni di distanza, la saga è ripresa con Dragonheart 3, che è uscito direct to video grazie a Universal Picture. Diretto da Colin Teague e con Julian Morris nei panni del protagonista Gareth (senza dimenticare che nella versione originale Ben Kingsley presta la voce al drago Draco), il film vede protagonista lo stalliere di umili origini Gareth, che sta cercando di trovare una cometa caduta sulla terra. Durante la ricerca, fa una scoperta sconvolgente che gli cambierà la vita per sempre: incontra Draco, un giovane drago che gli salva la vita e con cui stringe una forte amicizia. Insieme, con tanto coraggio, cercheranno di salvare il regno dal terrore che lo avvolge da lungo tempo. Film girato a basso budget (e si vede) che non lascia il segno e che lascerà gli appassionati del genere a rimpiangere il primo film, il capostipite della saga. Ciò non toglie che per chi si accontenta di qualche scena di azione, di alcuni combattimenti spettacolari e del drago svolazzante, l'intrattenimento è assicurato. Nel cast anche Jassa Ahluwalia, Jonjo O'Neill e Christopher Fairbank.
Dragonheart 3 è arrivato anche in alta definizione con un blu-ray targato Universal soddisfacente sul piano tecnico ma povero di extra. Il video è buono ma paga ovviamente il girato a basso budget. Il croma tende al grigiastro con colori un po' sterili, come del resto da fotografia originale, con qualche sprazzo più vivace, mentre il nero è solido ma a tratti un po' alto. Il quadro è da tipico girato digitale ma rivela una buona profondità: il dettaglio si fa valere per la gran parte del film su volti, armature e paesaggi, con qualche flessione nelle scene meno luminose, nelle quali emerge anche una certa rumorosità. Vanno registrato anche un paio di banding e qualche sbavatura sui fondali, ma il tutto resta nella norma. Ancora più convincente l'audio, anche se l'italiano in DTS 5.1 perde in termini di dinamica e mordente rispetto alla traccia originale che può vantare un lossless HD. Il film è molto movimentato e l'audio beneficia di una scena sonora piuttosto chiassosa, ricca di battaglie, emissioni di fuoco, esplosioni e rocce in volo: il risultato è di un audio energico e roboante, soprattutto durante gli interventi del drago, forse nel complesso perfino un po' eccessivo e pompato in certe circostanze, ma sicuramente spettacolare per coinvolgimento. Unico reparto sottotono quello degli extra, dove troviamo solamente la featurette Infondere vita a Drago di appena 4 minuti, che dà uno sguardo al drago e in particolare alla sua voce doppiata in originale da Ben Kingsley. Un po' poco per guadagnare la sufficienza del reparto.
Bambola assassina con prole: Il figlio di Chucky
Prima che la saga della bambola assassina tornasse nel 2013 con La maledizione di Chucky (Curse of Chucky), il quinto e allora ultima episodio era stato nel 2004 Il figlio di Chucky, firmato da Don Mancini proprio come la pellicola di due anni fa. Il protagonista del film è il bamboccio Glen, rimasto orfano della bambola maledetta Chucky e di sua moglie Tiffany. Glen, che sembra avere una sessualità incerta, riesce a ripescare mamma e papà che su di lui la pensano diversamente: Tiffany pensa che sia una bambina, Chucky invece un bambino. E lui soprattutto vorrebbe che sia un assassino come lui, mentre la madre vorrebbe smetterla con la violenza. L'allegra famigliola, fra squartamenti e omicidi vari, a Hollywood incrocia le vicende di Jennifer Tilly, che interpreta se stessa e stanca di interpretare solo ruoli horror, è decisa ad avere la parte della vergine Maria in un film. Per questo è disposta a cedere anche alle advances del regista (Redman, anche lui nei panni di se stesso). In mezzo a tanto sangue e a scene splatter, c'è spazio più per le risate che per l'horror, ma soprattutto per tanto kitsch, compresa una masturbazione di Chucky.
Il figlio di Chucky ora è arrivato in homevideo anche in alta definizione, con un blu-ray targato Pulp Video e distribuito da CG Entertainment. Il video è discreto e alterna momenti più efficaci ad altri che lasciano perplessi. In molte delle scene più luminose l'alta definizione emerge in maniera evidente, anche se la resa generale è piuttosto morbida e il dettaglio non molto affilato. In condizioni di scarsa luminosità le immagini invece si fanno più pastose e meno nitide, anche se sempre di livello soddisfacente, mentre la grana sembra quasi sempre naturale, senza particolari alterazioni. L'audio è presente in dolby digital sia multicanale che stereo: la scena sonora è vivace e fin dalle prime scene coinvolge spesso l'asse posteriore, che soprattutto nei momenti più concitati e violenti, interviene con decisione e assieme al fronte anteriore regala una scena piuttosto suggestiva e dotata di una buona spazialità. Meno incisivo invece il sub, che avrebbe potuto marcare di più i bassi di alcune scene. Buono e per certi versi sorprendente il reparto dei contenuti speciali, a partire dal commento audio del regista Don Mancini e di Jennifer Tilly. Troviamo poi il trailer, 14 minuti di storyboard, una buona retrospettiva con interventi di regista, produttori e cast (19 minuti) e una simpatica featurette sulle foto delle vacanze della famiglia di bambole (3' e mezzo). Si prosegue con una scherzosa intervista tv a Chucky (2'), un'altra intervista a Telemundo (4' e mezzo) e infine il backstage di una scena con Debbie Lee Carrington (3').
Un condominio da telenovelas: Soap Opera
Quasi un esperimento quello di Alessandro Genovesi, meno premiato al botteghino rispetto ad altri suoi film precedenti, ma comunque meritevole di essere riscoperto adesso che è anche uscito in homevideo. Perché Soap opera è davvero una scelta diversa, e proprio come il suo titolo rimanda alle palesemente fittizie atmosfere delle telenovelas, con un'ambientazione teatrale e recitazioni decisamente artificiose e poco naturali. Soap opera è ambientato in un condominio, dove abitano persone afflitte da vari tipi di problemi sentimentali: Francesco ancora innamorato della ex Anna, che scopre essere incinta di un altro uomo, Paolo che aspetta un figlio dalla moglie ma viene assalito da dubbi in merito alla propria sessualità, Francesca il cui ex fidanzato si è appena suicidato, Alice star di una nota soap opera televisiva e con la passione per gli uomini in divisa, e poi i fratelli Gianni e Mario, di cui uno su una sedia a rotelle e l'altro ad accudirlo. Per loro si prospetta una notte di Capodanno piena di colpi di scena, che cambierà la vita di tutti. Ricchissimo il cast, solo per citarne alcuni troviamo Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Chiara Francini, Ale e Franz.
Soap opera è arrivato in homevideo con un DVD distribuito da Warner Home Video. Il video è discreto e alterna luci e ombre. Il dettaglio è generalmente buono, alcuni primi piani ottimi e il croma vivace ed esuberante. Però va detto che i fondali presentano alcune incertezze di troppo, con qualche artefatto sugli elementi ostici da riprodurre, come alcune linee rette. Oltre a qualche fenomeno di aliasing, c'è anche qualche sgranatura di troppo attorno alle figure, per un quadro abbastanza compatto che vacilla un po' nelle scene poco illuminate. Più convincente l'audio, un dolby digital multicanale che dimostra una certa brillantezza nel riprodurre gli effetti di ambienza e la colonna sonora, mentre i dialoghi sono precisi e puliti. Soprattutto in qualche circostanza più movimentata, l'asse posteriore appoggia con decisione i diffusori anteriori, creando una piacevole spazialità complessiva, pur restando ovviamenti nei limiti di una commedia brillante. Soddisfacenti gli extra, grazie a un backstage di 18 minuti ricco di interviste e momenti di riprese sul set, e poi a una featurette tutta dedicata a divertenti papere sul set della durata di ben 16 minuti.
La crisi, la terra e la forza delle donne: In grazia di Dio
Presentato a Berlino ella sezione Panorama Special, ma purtroppo poco visto nele sale italiane, In grazia di Dio è il film tutto al femminile di Edoardo Winspeare, che segue tre generazioni di donne e le loro storie, i contrasti ma anche il naturale affetto familiare che emerge e resiste nelle avversità. Siamo nel Salento e la crisi picchia duro, anche su una piccola fabbrica tessile che è costretta a chiudere: le quattro donne che ne traevano sostentamento si trovano di fronte al problema di reinventarsi una vita. Sono la dura Adele (Celeste Casciaro), sua madre anziana (Anna Boccadamo), la sorella che sogna di fare l'attrice (Barbara De Matteis) ed una figlia indolente (Laura Licchetta) che ciondola in giro con il ragazzo. Il loro stile di vita cambia drasticamente: costrette a vendere la casa, si trasferiscono in campagna per lavorare la terra, coltivare l'orto e venderne i frutti. Un nuovo modo di vivere che porterà progressivamente le donne a riconsiderare il loro stile di vita e le loro priorità, rivalutare certi valori e le cose che si hanno, eliminando eccessi e sprechi. E facendo riemergere i veri affetti familiari.
In grazia di Dio è arrivato in homevideo con un DVD Good Films distribuito da CG Entertainment. Video discreto con alti e bassi: a tratti il quadro è molto buono e soprattutto sugli elementi in primo piano mantiene una buona compattezza, con un croma piuttosto fedele alle tematiche del film e adatto a esaltare nella seconda parte la vita in campagna. Più problematica invece la riproduzione degli elementi sui fondali e nelle panoramiche, e soprattutto la vegetazione presenta notevoli problemi, fra sgranature, pulsazioni del quadro e aliasing. In questo contano anche i limiti del formato, in ogni caso a tratti il difetto è evidente. Nel complesso, con i pregi citati prima, il video è più che sufficiente. Per quanto riguarda l'audio multicanale, siamo di fronte a un film molto tranquillo composto in gran parte di dialoghi. Va detto però che appena l'ambienza diventa più ricca, il reparto risponde puntualmente sottolineando con gli interventi dei rear qualche rumore ben dislocato, che va ad aggiungersi a una già buona apertura laterale. Visto che spesso il dialetto salentino è stretto, consigliabili i sottotitoli. Discreti i contenuti speciali: oltre al trailer e a due teaser, troviamo un backstage di 12 minuti composto soprattutto di momenti sul set durante la lavorazione, quindi nove scene eliminate per un totale di circa 11 minuti.
Le prossime uscite: arriva Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate
Ovviamente l'avvenimento top della prossima settimana in homevideo è l'uscita di Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate , che oltre a uscire in tre edizioni targate Warner e sarà accompagnato dai cofanetti con l'intera trilogia cinematografica, sia in Blu-ray 3D, che in Blu-ray 2D e in DVD. Tra le tante uscite CG Homevideo, da segnalare La foresta di ghiaccio e Piccole crepe, grossi guai, mentre Eagle propone Tre tocchi e I vichinghi. Per Koch Media da segnalare invece The Rover, Words and Pictures e I Toni dell'Amore - Love Is Strange.