E' in arrivo sui nostri schermi Dragonball Evolution, trasposizione filmica del celebre manga Dragonball di Akira Toriyama, che racconta le avventure di Goku, il giovanissimo guerriero che ha il compito di scovare le sette sfere del Drago (le quali, una volta riunite, faranno comparire la straordinaria creatura in grado di esaudire quelsiasi desiderio del suo evocatore) per sottrarle alle oscure mire del malvagio Lord Piccolo.
Cast e crew hanno incontrato la stampa a Los Angeles, e noi vi presentiamo, grazie a Way to Blue, alcune dichiarazioni del regista James Wong e degli interpreti Justin Chatwin, Jamie Chung, James Marsters, Joon Park e Eriko Tomura.
Conoscevate i vostri personaggi prima di inizare a lavorare al film?
Justin Chatwin: Ricordo i fratellini e le sorelline dei miei amici che discutevano animatamente di Goku e Piccolo e di tutte queste scene particolarmente intense, e ne parlavano con una passione incredibile. Quasi come dei Cristiani parlano della Bibbia. Era tutto per loro. Io invece pensavo: "Ma siete pazzi! Siete dei nerd! Non so di cosa stiate parlando!" Poi ho cominciato a guardare il cartone la domenica mattina. E allora: "Ma sai che c'è? Questa roba è forte." Mi piacciono i manga perché sono diversi dai fumetti americani. I fumetti americani sono un po' più cupi, seri e basati sulla realtà, mentre i manga sono divertenti e buffi, e un po' fuori di testa. Sono situazioni più fantasiose rispetto ai soliti Peter Parker e Bruce Wayne.
Jamie Chung: Beh, sono cresciuta con i cartoni animati - sono di San Francisco, per cui gli anime erano di grande successo. C'erano i Pokémon, Sailor Moon e Dragonball. E Dragonball era divertente. Alcuni personaggi erano un po' perversi, ma era decisamente divertente.
Joon Park: Sono cresciuto con anime e manga, e avevo alcuni amici giapponesi e le loro famiglie andavano in vacanza in Giappone, e tornavano con questi fumetti, videocassette, prima ancora che Dragonball fosse importato negli Stati Uniti. Lo conoscevo molto bene. Quando ho scoperto che stavano realizzando il casting mi sono detto: "Ragazzi, devo esserci." E ho detto a James Wong (il regista): "Se non ottengo la parte, almeno potresti usarmi come un extra?" (ride) Poi quando ho scoperto che avrei avuto la parte, ero contentissimo di poter interpretare uno dei personaggi che adoravo da bambino.
Eriko Tomura: Il mio personaggio, Mai, non è pienamente sviluppato all'interno della storia originale, così è stato divertente creare la mia personale visione di Mai. Per quanto riguarda Dragonball: ero una grandissima fan, perciò sono davvero felice di far parte di questo progetto.
James Marsters: Ho un figlio tredicenne, ma quando aveva sette anni mi ha fatto entrare nel mondo di Dragonball. Non dimenticherò mai il momento in cui ho inserito il primo DVD e la prima scena che abbiamo guardato insieme era quella in cui Goku era morto, e suo figlio si sta allenando perchè è l'unico rimasto in grado di salvare la Terra, ma l'unico che può allenarlo è il mio personaggio: Lord Piccolo. Perciò la prima scena che ricordo è quella di Piccolo che fluttua a un piede da terra, mentre osserva l'orizzonte e riflette, intanto il piccolo Gohan si arrampica sulla rupe e dice: "Allenami!" e Piccolo: "Vattene, ragazzino, mi stai seccando." E lui: "No, sono solo, mio padre è morto, devi farlo per la Terra." E Piccolo: "Vattene" E Gohan: "Allenami!" Alla fine Piccolo accetta, e gli da un pugno in testa, poi un calcio e lo lancia contro le rocce. E poi c'è una ripresa del piccolo Gohan da vicino, il bambino di soli sette anni, e come padre a questo punto stavo per togliere il DVD, non lo dimenticherò mai, ma c'era Gohan... impolverato, con un occhio pesto e il sangue che colava, e si mette a ridere di fronte a Piccolo. "Alla fine farai quello che volevo. Mi allenerai come ti avevo chiesto." E ho guardato la faccia di mio figlio, e non aveva paura, non stava tremando, era rapito da questo giovane ragazzo e dalla forza che aveva. Allora ho capito che c'era qualcosa di buono. E più guardavamo, più comprendevo i messaggi positivi che c'erano in Dragonball.E come la pensa tuo figlio riguardo al tuo ruolo come Piccolo?
James Marsters: (Ride) Sono come tutti gli altri genitori: ai figli non importa molto cosa fai in ufficio. Gli importa cosa fai quando sei a casa. Però è stato davvero particolare vederlo interessarsi al mio lavoro. È stata la prima volta.
Che tipo di preparazione avete dovuto sostenere?
Jamie Chung: Ogni personaggio aveva un particolare stile di combattimento. Volevano che Chi Chi fosse particolarmente tosta. Perciò gran parte del mio addestramento comprendeva Taekwondo, perché quell'arte marziale è nota per i suoi potenti calci e pugni. I giorni in cui non stavo girando col resto del cast, mi allenavo. È stata dura. Un mese prima di girare e poi ogni giorno in cui non stavo lavorando.
Emmy Rossum: E non ci sono andati piano con le ragazze. No, no: "non ci importa se avete grossi bicipiti o meno, li avrete alla fine di questo allenamento" . Più di tre ore al giorno, sei giorni a settimana per le poche settimane prima che incominciassimo ad allenarci. Mi ricordo di essere andata dal regista a dirgli: "Ma è veramente dura così!" e lui ha risposto: "Beh, voglio che tu sia un vero guerriero. Voglio che tu abbia l'aspetto di un guerriero, e che ti senta come un guerriero e pensi come un guerriero". L'addestramento ci ha davvero fatto diventare così. Avevamo alcuni addestramenti da seguire tutti assieme, il che li rendeva meno pesanti, perchè quando ti guardavi intorno potevi vedere che anche gli altri soffrivano come te. In qualche modo lo rendeva più tollerabile. Poi ognuno andava per conto suo a fare il suo allenamento specifico, per Eriko lancio di pugnali e per Jamie, Taekwondo con una montagna di piegamenti! Io andavo a sparare con i marine e a imparare a guidare la moto, e molte altre cose che non avrei mai pensato di fare. Perciò grazie per avermi preso.
Joon Park: Dovevo guidare il mio camion nei campi per ore e ore. Grandioso. Ma davvero, bisognava fare serio esercizio fisico, sollevamento pesi e corsa. Più tardi abbiamo capito sul set perché dovevamo fare tutto questo: per le sequenze d'azione che richiedevano dei corpi fisicamente forti, altrimenti ci saremmo fatti male. Per fortuna nessuno si è seriamente infortunato, a parte Justin che ha avuto dei punti sul braccio.
Cosa è successo, Justin?
Justin Chatwin: Durante la scena in cui venivo sballotatto nel camion prima che andasse a sbattere, c'erano un bel po' di lamiere che spuntavano, e mi sono affettato il braccio. Mi sono anche rotto un dito del piede.
Le scene d'azione devono essere state particolarmente avventurose.
James Marsters: Sì, ma James era molto attento al riguardo. Sapeva sempre che avrebbe impiegato gli stunt solo se ce n'era assolutamente bisogno, e che ci avrebbe dato cinque possibilità di fare la scena da soli. Credo che se l'avessimo saputo dall'inizio saremmo scappati via, ma giorno per giorno, con molta tranquillità, è stato abbordabile.James Wong: La cosa straordinaria è che si tratta di attori che non sono maestri di arti marziali; penso che le scene di lotta siano dannatamente buone. Ho lavorato con Jet Li in passato e posso assicurarti che puoi dirgli: "Jet, fai così.", e lui la fa meglio e con più creatività di quanto tu possa immaginare, e senza aver bisogno di ripetere, ma con attori che non sono dei professionisti delle arti marziali, bisogna pensare alle coreografie con estrema cura, perchè non vogliamo che qualcuno si faccia male e hanno fatto un ottimo lavoro. Hanno imparato davvero bene.
Justin Chatwin: Chi vincerebbe in un combattimento, io o Jet Li?
James Wong: Se tu fossi Goku, probabilmente tu!
Avete tutto visto visto il film? Cosa avete pensato rivedendovi con gli effetti speciali in CGI, con i superpoteri e tutto il resto?
Jamie Chung: È stato incredibile! James non ci aveva fatto vedere niente mentre lavorava. Andava nella sua Bat-Caverna e faceva il montaggio. Non ho saputo niente per un sacco di tempo e poi ci siamo seduti e lo abbiamo guardato. È stato incredibile! Durava due ore ma mi sono passate come fossero cinque minuti! E dicevo: "Sul serio? Non ci posso credere!!" Nessuna delle mie scene era stata tagliata, grazie James. Ero così impressionata dagli effetti speciali. Era magia.
Justin Chatwin: Ero nervoso, perchè non c'è mai stato un adattamento americano di un manga, perciò James si stava davvero avventurando in un territorio nuovo. Pensavo, "Ok, sono vestito come un ninja arancione con i capelli lunghi mezzo metro, corro in giro e faccio roba da ninja." Poteva essere ottimo o la fine della mia carriera. Meglio prima che dopo! (Scherza) Quando mi sono seduto a vederlo, ero davvero molto nervoso, ma una volta iniziato, la musica parte e i personaggi prendono vita, colore, spessore, e puoi vedere l'equilibrio tra violenza e comicità. Alla fine ero davvero soddisfatto. Penso sia un film veramente divertente. Si colloca in quel genere di film che adoravo vedere da bambino, come le Tartarughe Ninja, Batman e Ritorno al Futuro.
James Marsters: Mi sembrava un treno impazzito, che lascia la stazione e non rallenta. C'erano momenti mentre guardavo l'anime in cui rimanevo sbalordito, momenti in cui i combattimenti erano così assurdi da farti dire "Non posso crederci." E il film è così. Fin dall'inizio vieni stupito dai retroscena della storia, poi ci sono i combattimenti sui cavi e cresce fino al gran finale nel deserto. Ci sono stati diversi momenti in cui mi sono detto: "Oddio! Grandioso." Sono rimasto molto soddisfatto anch'io.
Avete tutti firmato per un sequel?
Justin Chatwin: Sì, sarei entusiasta di farne un altro. È raro partecipare ad un film in cui davvero ti godi la compagnia e noi abbiamo attraversato il mondo assieme per promuoverlo. Non è facile che tutti quanti leghino come abbiamo fatto noi. Ci siamo davvero divertiti a girare questo film. Penso lo si possa intuire guardando il film, si capisce che ci siamo divertiti a realizzarlo.
James Marsters: Ci devono essere dei seguiti! C'è una storia meravigliosa da raccontare. Così tanti luoghi da mostrare. Cattivi che si redimono; eroi che cedono al male. C'è del materiale straordinario e mi si spezzerebbe il cuore se non continuassimo.
Che cosa rende questo film diverso dagli altri film d'azione con elementi manga? Cosa lo rende unico?
James Wong: È il materiale di partenza. Il manga di Dragonball ci porta in un luogo magico tutto suo, e speriamo di averlo catturato in questo film. È divertente e non si prende troppo sul serio, ma ha anche delle intense scede d'azione. Credo che la combinazione di divertimento e azione, e la creatività di Akira Toriyama facciano la differenza.
È la prima volta che vi capita di venire ritratti in delle action figures?
Emmy Rossum: Non ho ancora visto la mia! Colleziono tutti i pupazzi di Dragonball e Goku e li metto in una stanza della mia casa. Ho tutte le statuette allineate, però se riesco a metterci le nostre action figures, modellati sui nostri corpi e i nostri visi, le altre possono anche sparire.
James Marsters: Io sono un patito di queste cose. Quando ho ottenuto la parte, mio figlio voleva trovare un altro Piccolo, perchè gli altri avevamo dovuti buttarli, dal momento che gli aveva strappato le braccia troppe volte. Puoi farlo con Piccolo, visto che gli riscresceranno. Non riuscivamo a trovarne uno, siamo stati in alcuni negozi senza successo. Ho guardato mio figlio e gli ho detto: "La prossima volta che vedrai Piccolo, sai a chi somiglierà?" e lui:"No papà, a chi?" E io gli ho risposto "A me, figliolo, a me." È stato molto dolce.
Si sente addosso la pressione dei numerosi fan di Dragonball?James Wong: Assolutamnte no! (Scherza) Sì, ci sono molte aspettative da parte dei fan, e io stesso ho le mie, perchè sono un fan anch'io. La cosa difficile è che so bene che molti saranno delusi, perchè il manga ha tanti personaggi eccezionali e moltissime storie, ma è impossibile accontentare tutti. È impossibile realizzare un film di due ore all'interno dei confini del manga, perciò so che alcuni si arrabbieranno, perchè il personaggio preferito non c'è, o perchè quella parte della storia non viene raccontata. Questo adattamento è differente. Doveva esserlo, non intendevamo duplicare ciò che era nei fumetti e nell'animme. Dovevamo provare qualcosa di differente. Io spero che i fan del manga ci lasceranno esprimere Dragonball in questa maniera.
James Marsters: Una delle cose più belle dell'anime e del film, è che è passato molto tempo da quando ci è stato presentato un nuovo eroe con nuove abilità. I miei personaggi preferiti di questo genere sono davvero vecchi. Superman è vecchio. Batman c'è da un sacco di tempo. Flash è in giro dai tempi della Depressione. Ed è davvero raro che qualcuno arrivi a creare un personaggio come Goku. Non me ne viene in mente un altro al suo livello. Siamo davvero fortunati, perchè ci sono molte persone che non conoscono il manga e Goku e noi abbiamo loccasione di presentarglieli. Molto bambini ne andranno pazzi.
Joon Park: Il film è questo: un adattamento dell'originale Dragonball, e non di Dragonball Z. Si tratta di un'introduzione con tutti i personaggi principali e di una spiegazione del significato del titolo. Spero che tutti i fan e le persone che verranno a vedere il film siano consapevoli di ciò, e per tutti coloro che non conoscono ancora Dragonball: andate a vederlo e pensate che questa è animazione trasposta in live action, e che tutto è possibile quando si impiegano gli effetti speciali.
Come avete bilanciato le cose per far sì che gli effetti non oscurassero l'azione dei personaggi?
James Wong: L'approccio che ho avuto sin dall'inizio del film è stato che ogni cosa doveva essere familiare, in modo che le persone potessero rapportarsi ad essa. Ecco perchè Goku ha l'età che ha nel film. Lo abbiamo inserito in un'ambientazione più familiare, al liceo, qualcosa che non c'è nel manga. Man mano ci siamo allontanati da ciò che è familiare, immergendoci nel mondo di Dragonball. Abbiamo creato questo percorso che lentamente ci porta verso luoghi più fantasiosi, in questo modo alla fine non ci si rende conto che siamo in un posto dove nulla è reale, nemmeno il cielo. Perciò mentre guarderai questo film, sarà una transizione indoloro dal mondo familiare a quello fantastico, senza strappi. La narrazione permetterà al pubblico di affrontare quest'avventura senza doversi domandare "Ma che diavolo succede?".