Quando si parla di anime e manga, uno dei primissimi titoli citati è senza ombra di dubbio quello di Dragon Ball: da molti ritenuto essere l'opera di intrattenimento giapponese più celebre in assoluto. Toriyama nell'ormai lontano 1984, poco dopo la conclusione di Dr. Slump & Arale, inizia a disegnare Dragon Ball; il noto mangaka in pochissimo tempo, oltre a dar vita ad universo praticamente infinito, crea un'opera generazionale in grado di conquistare il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Toriyama diventa quindi il nuovo modello per tutte le produzioni Battle Shonen, ispirando centinaia e centinaia di colleghi. Ad ogni modo il franchising continua ancora oggi a mietere successi e Toriyama non sembra stancarsi della sua amata creatura, proseguendo imperterrito a progettare nuove storie e nuovi personaggi. Il tutto confermato dal recentissimo Dragon Ball Super - Super Hero.
Genesi Produttiva
Durante la prima decade degli anni duemila, i vertici della Toei Animation si sono riuniti più volte a discutere circa il futuro televisivo di Dragon Ball e hanno avuto modo di constatare che l'amore per il franchising era ancora vivissimo; in tantissimi continuavano ad appassionarsi al brand e a seguirlo tramite la mole diversificata di videogiochi a tema, gli innumerevoli prodotti di merchandising e ovviamente le infinite repliche televisive sparse in ogni angolo di mondo. A questo punto, era ormai chiaro che bisognava proporre al pubblico qualcosa di nuovo ma parallelamente coerente con il recente passato. Il momento di riprendere ed espandere la storia di Dragon Ball Z era ormai giunto, con un obiettivo ben preciso: conquistare le nuove generazioni e fidelizzare ancora di più quelle vecchie.
I dirigenti della Toei non hanno lasciato nulla al caso e come prima mossa hanno deciso di contattare il sensei Akira Toriyama assumendolo in veste di direttore creativo, donandogli praticamente carta bianca. Studio e mangaka decidono quindi di lavorare ad un nuovo film, concependolo in modo assai particolare. In primis il lungometraggio non sarebbe stato uno spin-off, bensì un'opera ex-nova inserita però nella time-line del manga e dell'anime: nasce Dragon Ball Z - La battaglia degli dei.
Dragon Ball Z - La battaglia degli dei
Nel luglio 2012, il lungometraggio venne pertanto annunciato e presentato sul sito ufficiale della rivista Weekly Shōnen Jump. Akira Toriyama, come detto in precedenza, riveste un ruolo cruciale nel progetto; lui stesso, senza mezzi termini, ha detto che prima di questo film non era "mai stato coinvolto così profondamente nella produzione di un anime".
Toriyama ha inoltre più volte sottolineato la mission dell'opera: un lungometraggio tale da ricreare le atmosfere della serie originale, arricchite altresì da elementi moderni.
L'autore ha poi dichiarato che il film si svolge tra il 517º e il 518º capitolo del manga e tra il 288º e il 289º episodio dell'anime, ovvero durante il decennio successivo alla sconfitta di Majin Bu, ponendosi addirittura in continuità con il cortometraggio Dragon Ball: Ossu! Kaette kita Son Goku to nakama-tachi!! del 2018; collegamento confermato dal richiamo a Tarble, fratello di Vegeta nonché protagonista del corto.
La regia del progetto è affidata al navigato Masahiro Hosoda; il regista, in comune accordo con Toriyama, fin dai primi minuti riesce a ricreare un clima molto familiare rievocando avvenimenti passati (la sconfitta di Freezer) inseriti tuttavia in un tessuto narrativo mai visto prima. Ad esempio la celebre disfatta di Freezer viene invocata tramite un flashback diegetico, emesso dalla new entry Whis che tramite i suoi poteri rivela al Dio della distruzione Beerus frammenti della celebra battaglia.
Momenti iconici ed evergreen inseriti appunto in un contesto originale, come sottolineato tra l'altro dall'incipit dell'opera: soggettiva divina di Kibitoshin che mostra una via lattea in mutamento ed in tumulto, alludendo al risveglio del sommo Beerus.
Dragon Ball Z - La battaglia degli dei è un film particolare, sicuramente non esente da difetti; la parte centrale è fin troppo indirizzata ad un pubblico fanciullesco laddove la commedia no-sense stride un po' troppo, tuttavia quando i nostri protagonisti iniziano a scontrarsi la sinfonia cambia notevolmente.
L'epicità degli scontri sale gradualmente toccando il suo picco massimo nel segmento in cui viene proposta la canzone Hero -Kibou no uta della nota rock band Flow. Goku e Beerus combattono senza esclusioni di colpi nello spazio; i duelli a suon di pugni e sfere energetiche sono entusiasmanti, ripresi tramite dinamici movimenti di camera ed il tutto è avvolto da un tripudio di colori molto accessi. Ottimi anche gli sfondi, estremamente curati e dettagliati. L'amalgamare disegni tradizionali con le più moderne tecniche di computer grafica è risultato vincente.
Il film quindi segna una svolta importante per il brand Dragon Ball. Innanzitutto ha registrato numeri considerevoli al box office locale e mondiale, esordendo al primo posto al botteghino giapponese con un incasso di 7.317.313 dollari e la vendita di 561.098 biglietti nei primi due giorni. Inoltre riveste un ruolo capitale, in quanto apripista della futura serie Dragon Ball Super, con quest'ultima che apre le danze nel 2015 presentandosi proprio come un fedele remake del film.
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Dragon Ball Z - La resurrezione di 'F'
Dopo l'enorme successo di Dragon Ball Z - La battaglia degli dei, Toei e Toriyama decidono di cavalcare l'onda, da loro stessi creata, e senza perdere tempo realizzano il suo naturale sequel: Dragon Ball Z - La resurrezione di 'F' (2015).
Questa volta però alzano l'asticella del fan-service dando vita un grande déjà vu, con l'intento di portare i concetti di "commerciale" e "more of the same" ad un livello nettamente superiore: ritorna l'intramontabile Freezer, ed è più forte che mai.
Alla regia Masahiro Hosoda è sostituito da Tadayoshi Yamamuro, fedelissimo animatore e character designer della Toei, ma l'approccio alla materia rimane il medesimo dell'opera precedente. Ad una prima parte molto scanzonata e giocosa, dove vengono presentati nuovi e vecchi personaggi, segue un epilogo furioso e al cardiopalma tra trasformazioni inedite e mosse segrete.
Andando leggermente più a fondo, è possibile individuare un numero maggiore di virtuosismi tecnici già a partire dalla sequenza iniziale: il regista apre l'opera con un falso piano sequenza atto a seguire lo scorrere informe di un fiume, il tutto al calar del sole con lo scenario avvolto da un rosso tenue. La camera procede veloce fino ad inabissarsi lestamente sul fondo dell'acqua filmando, ferma ed immobile, un gigantesco pesce intento a mangiarne un altro. Sequenza abbastanza complessa che vuole quindi avvertire lo spettatore dell'imminente pericolo: Freezer sta tornando.
L'opera segna poi un ulteriore punto di rottura definitivo con il franchising, poiché da questo momento in poi nasce ufficialmente la serie Super. Serie che appunto si presenta come remake di questi due film, per poi espanderne l'universo con nuove storie e nuovi miti.
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La Nascita di Dragon Ball Super
Domenica 5 luglio 2015, Fuji TV scrive una pagina importante della televisione giapponese proiettando il primo episodio della serie Drangon Ball Super a diciotto anni di distanza dalla conclusione della serie televisiva precedente. Come già detto, l'opera inizia come un vero e proprio remake dei due film antecedenti, tuttavia dall'episodio 28 (Lord Champa il Signore della distruzione del Sesto Universo) si apre a nuovi e fantasmagorici scenari.
Ad onore di cronaca l'inizio della serie non è stato dei più rosei, a causa di animazioni imperfette con budget spesso inadatti al progetto: come testimoniato dal nefasto episodio 5, con frame a volte imbarazzanti e involontariamente kitsch.
Fortunatamente episodio dopo episodio il livello tecnico si alza notevolmente, il tutto accompagnato da elementi originali, grazie anche all'instancabile lavoro di Akira Toriyama. Nella serie l'autore si sbizzarrisce proponendoci ben 12 galassie con i rispettivi Dei della distruzione e creazione. Si susseguono altresì e senza sosta un numero clamoroso di power-up e trasformazioni: Super Saiyan God, Super Saiyan Blue, Super Saiyan Blue Kaioken, Super Saiyan Rosé, Super Saiyan Blue Evolution, Ultra Istinto e Ultra Istinto perfetto creano pertanto un immaginario altamente diversificato, difficile da replicare e dimenticare
Dragon Ball Super nonostante svariati difetti, dai diversi episodi filler ad una continuity spesso farraginosa ed incongruente, conquista in breve tempo la platea internazionale. La serie è un trionfo di emozioni laddove l'effetto nostalgia è un paletto fondamentale, integrato perfettamente ad elementi nuovi mai lontanamente immaginati precedentemente.
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Dragon Ball Super - Broly
Nel 2018 la storica Toei continua il suo processo di modernizzazione del mondo Dragon Ball, realizzando il 20° film della saga. Il lungometraggio presenta un restyling totale di uno dei personaggi più forti dell'universo dragonballiano, ovvero il leggendario Broly. Il film è molto interessante poiché non presenta nessun richiamo alle opere cinematografiche precedenti, bensì si colloca immediatamente dopo il termine della serie animata Super, creando quindi una perfetta continuazione con il franchising.
La regia cambia nuovamente mano e passa ad un altro uomo di spicco della Toei, tale Tatsuya Nagamine; di contro Akira Toriyama continua a mantenere un ruolo nevralgico, occupandosi del soggetto, della sceneggiatura e del character design.
Tra i diversi meriti del film ricompare la giusta persistenza del binomio narrativo "vecchio-nuovo"; ed ecco che ritroveremo avvenimenti iconici -distruzione del Pianeta Vegeta - qui spiegati con un piglio diverso, a tratti molto critico, al punto da far emergere nuovi spunti e riflessioni.
La prima parte dell'opera, pertanto, punta moltissimo su una narrazione "adulta"; ci troveremo di fronte un Broly atipico che cresce in solitudine ed emarginazione, sotto le pressioni opprimenti di un padre padrone. Il secondo segmento è invece dedicato a combattimenti magniloquenti, forse i migliori in assoluto dell'universo dragon balliano. Il regista sorprende un po' tutti e piazza un'azione spasmodica con movimenti sinuosi, accelerate impulsive, e rapidissimi stacchi di montaggio quasi impercettibili. I combattimenti poi sono furiosi, distinti da psichedelici giochi di luce laddove il rosso, il blu ed il verde si amalgamano in un caleidoscopio visivo pop-futuristico da far invidia allo studio Trigger.
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Dragon Ball Super - Super Hero
Siamo finalmente arrivati a Dragon Ball Super - Super Hero, un altro spartiacque inaspettato del franchising. Il film propone sia un rivoluzionario stile grafico, sia una componente narrativa inusuale dal forte gusto retrò.
Da un punto di vista grafico il regista Tetsurô Kodama, esperto in effetti speciali e CGI, dà vita ad un film totalmente in CGI con la tecnica del cel shading. Invece, narrativamente parlando, l'opera rappresenta una ventata d'aria fresca per gli appassionati in quanto, su precisa indicazione di Toriyama, la platea cosmica-universale viene abbandonata con gli avvenimenti che tornano a svolgersi interamente sulla terra (ambientato un anno prima del famoso Torneo Tenkaich).
L'asticella continua ad alzarsi ed ecco che vengono riesumati storici nemici come Fiocco Rosso e soprattutto si scelgono nuovi/vecchi protagonisti. Infatti un'altra scelta quasi epocale riguarda il ruolo di Goku e Vegeta: protagonisti indiscussi della serie Super, ora relegati ai margini e "sostituiti" da Gohan e Piccolo che finalmente si ritagliano lo spazio che meritano uscendo dalla penombra alla quale erano stati ingiustamente relegati.
Non mancano poi i soliti momenti scanzonati; il film predilige una certa componente slice of life laddove vediamo i vari Guerrieri Z spesso sono impegnati in comiche faccende domestiche e quotidiane. In conclusine Dragon Ball Super-Super Hero è un film coraggioso ed inaspettato che dimostra quanto la Toei tenga ad un franchising dalle uova d'oro, sempre pronto a conquistare il cuore degli spettatori regalando a loro forti emozioni e combattimenti esaltanti.
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