"Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti". Sono le parole del conte Vlad, alias Dracula, a Mina Harker, reincarnazione della sua amata Elisabetta. È una delle frasi storiche di Dracula di Bram Stoker, il film di Francis Ford Coppola che ha trent'anni (usciva infatti nei cinema americani il 13 novembre del 1992). Sono parole che ci dicono come il Dracula di Coppola sia prima di tutto una struggente storia d'amore, una favola dove il principe e la principessa non vissero felici e contenti, ma furono destinati alla dannazione e a un eterno, irrealizzabile desiderio. L'idea di Francis Ford Coppola era proprio quella di togliere Dracula da un immaginario horror ormai stanco e abusato, e riportarlo alle sue origini letterarie, farne un film fuori dai canoni, dalle mode, dagli stili. Quando uscì, nel panorama del cinema del 1992, Bram Stoker's Dracula era qualcosa di mai visto, di lontano da tutto quello che passava sugli schermi. Rivisto oggi, non ha perso un briciolo del suo valore. E non è minimamente invecchiato, perché già allora era completamente fuori dal tempo.
Dalla Transilvania del 1492 alla Londra del 1897
Nel 1492, l'Impero Ottomano ha ormai conquistato Costantinopoli e sta dilagando in Europa. In Transilvania, il baluardo che difende la Chiesa è un cavaliere romano del Sacro Ordine del Dragone, Vlad Draculea. Tornato a casa, scopre che l'adorata moglie Elisabeta, appresa l'erronea notizia della sua morte, si è suicidata. Vlad rinnega Dio e la Chiesa, chiama in causa le forze del Male e si trasforma nel vampiro: Dracula, Nosferatu, il non morto. Così attraversa i secoli ed è da lui che, nel 1897, si reca Jonathan Harker per concludere la vendita di una serie di palazzi a Londra. Dracula riconosce nella foto di Mina, la fidanzata di Harker, la reincarnazione del suo amore, Elisabeta. E così parte per Londra...
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Il modello: Nosferatu di Murnau
Il titolo originale del film è Bram Stoker's Dracula. Il titolo Dracula, infatti, era in mano alla Universal ed era stato già usato in campo cinematografico. E poi dare il senso della fedeltà al romanzo. In realtà, il libro di Bram Stoker viene tradito nel film. La cosa che interessava davvero a Francis Ford Coppola era togliere Dracula dall'immaginario horror che lo aveva contraddistinto fino a quel momento. L'eccezione, in questo senso, era stato Nosferatu, principe della nottedi Werner Herzog, remake dal capolavoro Nosferatu il vampiro di Murnau. E il modello di Coppola per il suo Dracula è stato proprio il Nosferatu di Murnau.
Un film impressionista
L'idea di Francis Ford Coppola era di girare un film impressionista. Avrebbe voluto ridurre al minimo l'arredamento e giocare molto sulle luci e sui costumi. Gli studios gli chiesero di realizzare invece dei set con delle scenografie più realistiche. Ma quello spirito non è andato perso. Anche se l'azione avviene in dei luoghi concreti, credibili, Dracula di Bram Stoker è tutto fuor che un film realistico. Ha davvero qualcosa di un film impressionista. Pensate all'uso che Coppola fa delle ombre, che non sono mai la proiezione reale della luce delle figure sullo sfondo, ma essenze che vivono di vita propria, che si allungano minacciose intorno ai personaggi, ne anticipano le mosse o ne effettuano altre. Per tutto il film le ombre hanno il ruolo di estensione della minaccia e di oscuri presagi. Ma pensiamo anche alla scena del rasoio: i muri della scenografia si muovono gradualmente in avanti, in modo da dare al tutto un senso di claustrofobia. E anche questo, in qualche modo, ha a che fare con l'impressionismo, i cui fondali spesso erano disegnati con prospettive irreali per dare un effetto straniante alle immagini.
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Una patina di antico
Dracula di Bram Stoker è un film artigianale, dove il ricordo agli effetti speciali in post produzione è ridotto al minimo e dove tutto, o quasi, quello che vediamo, avviene in scena. C'è, nel film, una patina di antico, a partire da un montaggio che lega le scene in maniera molto particolare, e spesso chiude a riapre l'iride tra una scena e l'altra. Nella scena che anticipa l'ingresso di Dracula e Mina nel cinematografo - un omaggio ai Fratelli Lumiere e a tutta la Settima Arte - i personaggi si muovono come nei primi film a manovella. Vedere un film di questo tipo, nel 1992, è stata un'esperienza molto particolare. Il cinema veniva da anni in cui, dopo i classici horror, si era tentato di attualizzare la figura del vampiro con adattamenti contemporanei, come Miriam si sveglia a mezzanotte e Ragazzi perduti, che cominciava a presentare le storie dei vampiri per teenager (una tendenza che, come sappiamo, avrebbe poi preso sempre più piede).
La chimica tra Gary Oldman e Winona Ryder
Ma guardando Dracula di Bram Stoker si ha davvero l'impressione di vedere tanti film in uno. La componente dell'orrore è presente, ma a colpire, ancora oggi, è la sensazione di assistere a una storia di desiderio, carica di sensualità. La storia di un amore destinato a durare lungo il corso dei secoli è romantica, affascinante, in grado di conquistare chiunque. A dare vita a una storia così sensuale è un cast in stato di grazia. Gary Oldman, che appare in scena in tutto il suo fascino, oltre che in numerose versioni più mostruose, è perfetto per il ruolo, ed è eccezionale la chimica tra lui e una Winona Ryder, nel ruolo di Mina, al massimo della sua bellezza, L'attrice è perfetta in abiti ottocenteschi come lo era spesso, in quegli anni, in quelli di una ragazza dei giorni nostri. Nel cast ci sono anche una giovane Monica Bellucci, nei panni di una delle mogli di Dracula, e un'intensa Sadie Frost, attrice e poi produttrice che non avremmo più visto a questi livelli negli anni seguenti. Jonathan Harker è un giovane Keanu Reeves, scelto per avere un appiglio verso il pubblico femminile e risultato perfetto per la parte. Anthony Hopkins è il cacciatore di vampiri, Van Helsing. E nel cast c'è anche Tom Waits, nei panni di un uomo che si definisce un discepolo del vampiro e che è rinchiuso nel manicomio.
Due ore di ombre, sangue e sensualità
Dracula di Bram Stoker è rimasto qualcosa di irripetibile nella storia del cinema. Anche se l'operazione dell'horror filologico (con Coppola come produttore e Branagh alla regia) sarebbe stata ritentata con Frankenstein di Mary Shelley, con Robert De Niro nei panni della creatura, ma non sarebbe riuscita completamente. Il vampiro, al cinema, avrebbe vissuto ancora in adattamenti affascinanti come Intervista col vampiro, di Neil Jordan, con Tom Cruise e Brad Pitt, ma poi sarebbe diventato appannaggio dell'immaginario creato da serie tv e film per teenager. Secondo alcuni, Dracula di Bram Stoker è l'ultimo grande film di Francis Ford Coppola. Il consiglio è quello di rivederlo (è in streaming su Netflix). Vivrete due ore di ombre, sangue e sensualità. È un racconto che vi avvolgerà. E non vi lascerà per parecchio tempo.