Francesca e Massimo hanno due caratteri molto simili. Sono due persone schive e poco passionali. In comune hanno anche Manfredi, il padre di lei, un brillante architetto insoddisfatto delle scelte della figlia che pur di stargli lontana si è trasferita a Parigi e si è sposato con un uomo che è il suo esatto opposto. Massimo è il figlio che lui avrebbe sempre desiderato, porta avanti la relazione con una donna che non ama ma è concentrato sulle proprie ambizioni lavorative, alle quali Francesca ha invece rinunciato da tempo.
Dopo il controverso E la chiamano estate, Paolo Franchi torna dietro la macchina da presa per realizzare un film incentrato su un amore maturo. La francese Emmanuelle Devos e un misuratissimo Fabrizio Gifuni sono gli interpreti di questo love affair animato da una sofferta passione. Un incontro di due solitudini al centro di un film estremamente raffinato che difficilmente arriverà al cuore del grande pubblico.
Nelle sale dal 12 ottobre, il film di Paolo Franchi arriva nei cinema in un periodo particolarmente difficile per il cinema italiano che sta registrando incassi sempre più preoccupanti. Non sorprende che Franchi prenda subito le distanze dalla definizione "film d'autore": "Il mio è un film d'amore, un film sui sentimenti che può appartenere a tutti noi perché racconta delle nostre solitudini, dei nostri pianti e delle nostre consapevolezze".
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Motivi di fascino
Un ruolo non facile ma appassionante per i due attori protagonisti. "Quello che mi affascinava era la fragilità di Massimo e Francesca che provano a vivere prima, durante e dopo questo incontro che cambierà in qualche modo l'ordine delle cose", ci dice Fabrizio Gifuni. "Non è la prima volta che interpreto un personaggio di questo tipo. Mi piacciono perché sono romantici e come attrice è una sfida non dovermi appoggiare alle parole ma solo ai sentimenti", ha concluso la Devos.