Jo lavora dietro il bancone di un elegante bar, frequentato da avvocati. Uno dei suoi clienti, Mark Sutter, sta lavorando a un importante caso di inquinamento industriale. Una sera Jo vede Mark coinvolto in una sorta di scambio, ma non chiede spiegazioni anche perché il legale guarda caso è anche il suo amante, ignorando che lui sia in realtà già sposato.
Proprio nelle ore successive a quell'affare poco chiaro, Mark rimane vittima di un drammatico incidente automobilistico e dopo essere stato speronato fuori strada perde la vita. Sharon, la vedova, è affranta da dolore e in cerca di risposte, con le indagini della polizia che brancolano nel buio. In Double Life sarà proprio Jo ad avvicinarsi di nascosto a Sharon, senza rivelarle la sua vera identità e il rapporto con il defunto, e le due donne si ritroveranno a investigare fianco a fianco, per scoprire cosa sia realmente accaduto a quell'uomo che entrambe amavano.
Double Life: dimmi la verità
Il titolo originale Double Life è ben più che una dichiarazione di intenti e la premessa principale si basa proprio sulla doppia vita del compianto traditore, al quale dopo i primi minuti il destino propone un fato avverso. Una narrazione che sembra figlia di un impianto televisivo di second'ordine per come è trattata con superficialità non soltanto nella gestione dei personaggi ma anche nella relativa messa in scena, che ricorda per l'appunto produzioni pensate per il piccolo schermo. Si inizia con una scena di focosa passione - almeno sulla carta - durante i titoli di testa, per poi concentrarsi sul legame in divenire tra le due protagoniste femminili, tra segreti scomodi che potrebbero esplodere come vasi di Pandora e un rapporto di insolita sorellanza che le spinge a continuare insieme la propria missione, anche dopo aver scoperto verità inconfessabili.
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Una storia priva di sorprese
Un giallo-rosa troppo blando per essere avvincente, con una tensione ai minimi e dei villain di cartapesta, poggiante su una serie di prevedibili colpi di scena che lo spettatore un minimo smaliziato avrà già intuito entro la prima mezzora di visione, facendo sì che l'ora restante sia una lenta agonia atta solo a esporre quello che già si era ampiamente capito in precedenza. L'operazione avrebbe necessitato di una personalità ben maggiore e di schivare alcune limitazioni imposte dal budget con una sorta di macabra ironia o con almeno qualche vago sussulto di genere: invece Double Life si rivela stanco e inerme. Le dinamiche da buddy-movie al femminile, con una donna bianca e una nera che si ritrovano loro malgrado, volenti o nolenti, nella ricerca di una verità scomoda ma inevitabile, non possiedono la necessaria forza e spigliatezza, tanto che le due interpreti Javicia Leslie e Pascale Hutton si ritrovano alle prese con scambi di battute e situazioni ben più che improbabili.
Fino alla fine
E che dire di una resa dei conti finale dove si accumula senza alcun nesso logico l'intero gruppo di personaggi, buoni e cattivi, affinché la situazione venga sistemata il prima possibile, per lasciare spazio a quell'epilogo risolto a tarallucci e vino, come tutto ormai faceva ampiamente prevedere. Tra detective in gonnella e spasimanti "insospettabili", Double Life inanella figure secondarie scontate, incapaci di costruire un background tale da rappresentare un potenziale pericolo o appiglio per le due investigatrici in erba. Alla fine della vittima non importa più nulla a nessuno e la sceneggiatura offre una chiave di lettura fortemente femminista in un contesto che non fa altro che sprecare le pur presenti potenzialità di partenza: a dispetto di un'originalità mancante in un assunto visto e rivisto decine e decine di volte, il tema poteva senza dubbio essere affrontato con maggior consapevolezza, senza per forza scadere in banalità e ingenuità assortite che lasciano il tempo che trovano. A conti fatti invece tutto sembra voler trascinare la storia e chi la abita inopinatamente a fondo, senza neanche tentare di lasciare un affondo degno di nota.
Conclusioni
Un avvocato di successo dalla doppia vita resta coinvolto in un incidente stradale non casuale, lasciando non soltanto una moglie affranta ma anche un'amante che ignorava fosse sposato. Le due donne, unite dal dolore della perdita e da un segreto inconfessabile, si ritroveranno a indagare su quella tragica morte, finendo in una situazione estremamente pericolosa. Un thriller di bassa lega Double Life, sorta di operazione copia / incolla delle molteplici produzioni a tema pensate per il piccolo schermo. Con una narrazione improbabile, popolata da macchiette e da stereotipi, la tensione viene meno e sceneggiatura e messa in scena si strascicano a forza fino allo scontato - e al contempo improbabile - epilogo.
Perché ci piace
- Le due attrici protagoniste tentano qua e là di sfumare il loro contrastato rapporto...
Cosa non va
- ...ma la sceneggiatura banale e prevedibile smorza sul nascere ogni sforzo.
- Messa in scena mediocre e priva di pathos.
- Una resa dei conti finale che sfiora il ridicolo.