Dopo l'amore di Joachim LaFosse è uno dei titoli più apprezzati del 34° Torino Film Festival. Il film, presentato in anteprima a Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs prima del passaggio a Torino, segna un cambiamento nella poetica di LaFosse pur mantenendo saldo il nucleo attorno a cui ruota la maggior parte dei suoi film, una visione cupa e bellicosa del nucleo familiare. Dopo l'amore ("titolo internazionale che non trovo pienamente corretto perché anche se la mia coppia è sull'orlo della separazione l'amore c'è ancora" spiega il regista) è un'opera più sfumata, che affronta il tema del conflitto all'interno della coppia indagando su debolezze e fragilità, sulle diversità nel modo di affrontare la separazione e sulla disparità economica. Temi attuali, tanto più che sono in parte originati dall'esperienza di vita del regista, fresco di separazione dalla compagna.
"Dopo l'incontro con Mazarine Pingeot, la figlia segreta di Mitterand, avevamo pensato di fare un adattamento del Britannico di Racine" racconta Joachim LaFosse. "Poi abbiamo rinunciato per via della difficoltà del progetto e abbiamo iniziato a cercare altro. Eravamo tutti e due freschi di separazione così abbiamo deciso di raccontare una storia legata alla nostra generazione, la storia di una coppia che si sta separando, ma vive ancora insieme perché non riesce a decidere come dividere l'appartamento".
La ricchezza nella differenza
In originale Dopo l'amore si intitola L'economie du couple. Proprio il denaro è il fulcro della storia e probabilmente anche uno dei motivi del deterioramento del rapporto tra la ricca Marie e Boris, mantenuto dalla moglie per quindici anni e incapace di conservare a lungo un lavoro. "Mazarine viene da un ambiente facoltoso, così abbiamo deciso di affrontare il tema della disparità economica, del caso in cui è la donna a mantenere la famiglia e a guadagnare più dell'uomo. Io oggi ho una compagna più ricca di me che mi ha consigliato in fase di stesura dello script. Quale è l'impatto di questa situazione sulla coppia? Dovrebbero essere problemi che appartengono al passato e invece la società non ha ancora superato certe convenzioni. Una donna più ricca di un uomo può mandare in crisi il suo concetto di virilità. Nel film vediamo che Boris e Marie si amano ancora, ma nessuno dei due riesce a colmare la frattura. Eppure basterebbe poco per farli tornare insieme".
Riflettendo sul suo film, Joachim LaFosse sottolinea come le forze che agiscono sulla coppia protagonista non provengono solo dall'interno, ma anche dall'esterno. "La società influenza il comportamento degli individui, sia influenzata non solo ha ben chiaro In greco l'economia è la gestione della casa. Per me il denaro è uno strumento magnifico perché serve come riconoscimento quantificato dei gesti e degli atti che si compiono. Quando questo riconoscimento viene meno c'è uno squilibrio nella coppia, ma non si tratta solo di denaro. Non sono comunista, credo che l'uguaglianza imposta sia una violenza. La differenza è ricchezza. Essere ricchi significa anche avere un potere ed è difficile dimenticare questo aspetto perché il denaro ci spinge ad agire senza interpellare l'altro allontanando gli individui. Per questo credo che la ricchezza non debba e non possa essere solo una questione di soldi, ma anche di condivisione della conoscenza".
Bérénice Bejo, la complice dei registi
Buona parte dell'impatto devastante che Dopo l'amore ha sul pubblico deriva dalle straordinarie performance dei due protagonisti, Cédric Kahn, attore e regista che trasforma Boris in un uomo debole, insistente, inaffidabile, ma ancora innamorato della moglie, e Bérénice Bejo, donna sicura, ostinata e consumata da un dolore profondo per la fine del suo matrimonio che è lei stessa ad avere voluto. "Bérénice Bejo è una donna bellissima e ha il dono della leggerezza. E poi non si arrende mai, si lascia andare raramente, tende a voler controllare tutto. Ha un che di enigmatico ed è da questo mix che deriva la sua bellezza. E' la moglie di un regista, anche suo padre, argentino, era un regista perciò lei ha una complicità incredibile con i registi. Di recente l'ho vista in Fai bei sogni di Marco Bellocchio. Forse non è il film più bello di Bellocchio, ma dal punto di vista contenutistico è il più profondo perché invita a provare il dolore, ad accettarlo senza lasciarsi annientare da esso".
Joachin LaFosse rivela il modello indicato a Bérénice Bejo e Cédric Kahn per il suo film, Chi ha paura di Virginia Woolf? di Mike Nichols. "Dopo l'amore verte sullo scontro tra due personaggi che vivono nella stessa casa. Berenice ha difeso strenuamente il suo personaggio facendo subito sua la mia indicazione, se ne è impossessata e ha dato tutta se stessa nel ruolo, come solo i grandi attori sanno fare". Il regista non prende posizione nel contrasto tra uomini e donne, ma ci tiene a sottolineare un aspetto della questione confessando che "l'aspetto della femminilità che intriga di più gli uomini è il loro essere enigmatiche, ma anche le donne dovrebbero capire che, pur non presentandosi come tali, anche gli uomini sono enigmatici. Ciò che uccide la coppia formata da Marie e Boris è il non essere capaci a cogliere i vari aspetti dell'altro. Spesso manchiamo di immaginazione e curiosità". Non sappiamo se l'intento di Joachin LaFosse, in Dopo l'amore, sia impartire una qualche lezione nell'approccio con l'altro sesso, ma il regista si rivela entusiasta delle reazioni del pubblico tanto da concludere con una confessione: "Mi chiesto sempre quale sarà l'impatto del mio lavoro. Capisco di aver fatto centro quando, come in questo caso, le persone mi fermano dopo la visione e mi parlano della loro vita e della loro esperienza di coppia. Sono riuscito a dire qualcosa di reale".