Cos'è una relazione? È un muscolo. Tutti abbiamo sofferto almeno una volta nella vita. Soffrire, provare dolore, è necessario per farsi i muscoli. È così che diventiamo più forti. Allenando il cuore.
Come vi avevamo anticipato a inizio anno, quando vi indicavamo tutti gli imperdibili appuntamenti con i K-Drama Netflix del 2023, il 20 ottobre ha fatto il suo debutto sulla piattaforma Doona!, di cui oggi vi parliamo nella nostra recensione. Si tratta di un titolo molto atteso dagli appassionati di produzioni coreane in quanto non solo figura una delle idol più amate come protagonista, Bae Suzy delle Miss A, ma dietro la cinepresa ritroviamo anche Lee Jung-hyo, il regista della serie fenomeno Crash Landing On You.
Prima che Squid Game contribuisse ad aumentare la fama delle serie televisive coreane nel mondo, infatti, era stato proprio Crash Landing On You ad accrescere notevolmente la progressione dell'Hallyu - la cosiddetta Korean Wave già in atto dagli anni '90, che tuttavia ha più recentemente trovato la sua massima esplosione globale grazie a una serie di elementi di intrattenimento di estremo successo come tra gli altri il film Parasite o il gruppo K-Pop BTS - sul piccolo schermo.
Le aspettative per il nuovo progetto di Lee Jung-hyo sono dunque molto alte, ma Doona! sarà all'altezza?
Da due mondi diversi
Una delle premesse di Doona!, serie drammatica composta da 9 episodi, è che i due protagonisti - lo studente d'ingegneria Won-jun (Yang Se-jong, scelta piuttosto centrata) e l'ex-idol Lee Doona (Bae Suzy, a dir poco perfetta per il ruolo) - provengono da due mondi completamente differenti. Tale assunto sarà più volte ribadito nel corso dello show, verbalmente e non, ma l'interesse nell'approcciarsi a questo tipo di storia sta proprio nel vedere se e come i due riusciranno ad affrontare un simile ostacolo ed eventualmente a superarlo per trovare la felicità.
Per scoprire se così sarà, ovviamente, dovrete guardare la serie (mica vogliamo rovinarvi la visione spoilarandovi già tutto!), ma fin da subito è chiaro che, quale che sarà l'esito, non ci si arriverà senza una buona dose di sofferenza da parte dei protagonisti, come d'altronde ci insegna anche la vita di tutti i giorni. E proprio nella vita di tutti i giorni, ordinaria o straordinaria che sia, trova le sue radici Doona!, molto più ancorato alla realtà rispetto a Crash Landing On You sotto svariati aspetti, e probabilmente anche più comprensibile per lo spettatore, che si rivede più facilmente nella lotta quotidiana - portando avanti temi come la solitudine, la voglia di essere amati, la ricerca di una direzione, di identità ecc. - dei suoi personaggi.
Sta attenta in mezzo alla gente, perché si vede. La tua solitudine, la smania di essere amata per compensare l'assenza d'amore. L'ansia di non interessare più.
Con uno sguardo critico, dunque, a quello che è lo showbiz, Doona! ci presenta il complicato rapporto di Won-Jun e Doona, entrambi con gli occhi fissi sul presente, mentre la mente e il cuore cercano di districarsi dai grovigli del passato, ignari di ciò che potrà riservargli il futuro.
Cos'è la felicità?
Doona!, come è solito riscontrare nelle produzioni di matrice coreana, si prende i propri tempi e i propri spazi per lo sviluppo della narrazione. Ciò che può sembrare ridondante in certi punti, una ripetizione di stilemi comportamentali soprattutto da parte del personaggio titolare, è rappresentativo di quanto poco lineare sia la strada del cambiamento. Perché spesso, nella vita, anche posti dinnanzi alla realtà dei fatti, siamo recidivi, non vogliamo capire davvero, sebbene inconsciamente abbiamo già appreso la lezione. Questo modo di fare lo ritroviamo esemplificato, tra personaggi principali e secondari, un po' in tutta l'opera, e sebbene a volte necessiti di un po' di pazienza da parte dello spettatore, a cui potrebbe sembrare che non vi sia crescita effettiva nei personaggi, o che alcuni siano meno caratterizzati di altri - e il secondo punto non è una mera impressione, poiché i secondari non vengono approfonditi più dello stretto necessario o poco più -, saranno gli episodi finali a mostrarci la progressione di Doona e compagni, e a svelarci se siano poi davvero riusciti a trovare la tanto agognata felicità.
Sono molto pochi, specialmente se rapportati a quelli presenti in altre opere del genere, i momenti di ilarità in Doona!. Il comic relief, qui, è ad uso e consumo di pochissimi personaggi, e riservato principalmente ai secondari. Per lo più, lo show mantiene toni seriosi e meno scanzonati, prediligendo anche a livello registico ed estetico soluzioni dai toni più drammatici e cariche di pathos. Sono tanti i non detti, i non specificati. Qualche flashback arriva in nostro soccorso quando ci sembra che ci manchi un pezzo del puzzle, ma qualcosa mancherà sempre e comunque. Qualcosa che lo spettatore dovrà capire da sé.
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Dopotutto, è una missione complicata, quella della ricerca della felicità, e quasi mai ci vengono fornite davvero le risposte. In Doona!, però, potete provare a cercarle, dal 20 ottobre su Netflix.
Conclusioni
Doona! è quella serie che vorrete guardare quando avrete il coraggio di guardarvi dentro, di mettere in dubbio voi stessi come fanno i suoi protagonisti; quando siete indecisi su che strada percorrere, o se siete fermi a un bivio, attendendo che scatti il semaforo, e non sapete che strada prendere una volta che la luce verde fa la sua comparsa. Probabilmente, non vi troverete risposte su cosa fare, dove andare o come fare per arrivarci. Ma troverete qualcuno che, come voi, si sta facendo le stesse domande, e sta cercando di capire. Come abbiamo già osservato nella nostra recensione di Doona!, non avremo di fronte l'emblema della leggerezza, ma non fatevi spaventare: Doona! è lì, pronta a camminare con voi, ovunque decidiate di andare.
Perché ci piace
- Ottima scelta degli interpreti.
- Personaggi in cui ci si può facilmente identificare (o almeno, nelle loro battaglie).
- Maggiore serietà per chi cerca qualcosa dai toni meno scanzonati.
Cosa non va
- Può risultare pesante in alcuni punti.
- Non sempre sembra necessario il dispendio di tempo e spazio impiegato nella narrazione.
- Personaggi secondari poco approfonditi.