La vera amicizia non conosce distanze, ma 100 km e 4 anni di lontananza iniziano a pesare: ecco perché la stagione 9 segna il trasferimento di Don Matteo da Gubbio a Spoleto, dov'è stata trasferita in blocco la caserma dei carabinieri. Si ricomincia ogni giovedì a partire dal 9 gennaio nel prime time di Rai Uno, ma i 26 nuovi episodi, a dispetto del trasloco, promettono una continuità con il passato. Cambia la location, eppure lo stile rimane lo stesso e accompagna il pubblico con la semplicità di sempre attraverso rocambolesche indagini con buffi colpi di scena.
Dove eravamo rimasti
Facciamo il punto della situazione: Patrizia (Pamela Saino), la figlia del maresciallo Cecchini (Nino Frassica), ha perso la vita in un incidente stradale lasciando il marito, il capitano Giulio Tommasi (Simone Montedoro), con una bambina di 4 anni, Martina (Emma Reale). Don Matteo (Terence Hill) è stato loro vicino, per quanto potesse essere possibile farlo vivendo in città diverse. Accanto a lui ritroviamo Natalina (Nathalie Guettà), Pippo (Francesco Scali), Laura (Laura Glavan) e la sua piccola Ester (Letizia Arnò), alle prese con le solite vicissitudini della parrocchia. Le dinamiche di un tempo, comprese le indagini congiunte in divisa e in abito talare, sembrano però lontane. La scacchiera ha perso un giocatore e persino il sorriso del sacerdote è velato di malinconia quando in sacrestia la guarda senza avere un compagno da sfidare e con cui confrontarsi durante le partite.
Ad agitare un po' le acque ci pensano le new entry di questo ciclo di puntate, a partire da Lia (Nadir Caselli), la nipote di Cecchini che arriva dall'America per studiare e specializzarsi in chirurgia. È una 24enne esuberante, una vera calamita per i guai: con la testa fra le nuvole, cerca di rimediare alle ristrettezze economiche ingegnandosi in maniera fantasiosa e potenzialmente pericolosa. Sarà lo zio, nel corso della stagione, a darle un equilibrio e una guida. Il maresciallo, invece, non sopporta l'arrivo di Bianca Venezia (Giorgia Surina), il pm compagno di liceo del capitano, che fa tappa a Spoleto prima di trasferirsi a Roma e sposarsi.
Neppure il convento lì vicino è immune alle novità: suor Maria (Astra Lanz) ospita Tomàs (Andres Gil), un ragazzo di origini argentine che per tre anni aveva trovato asilo nella casa famiglia. A causa di un'indagine deve scontare un anno o in riformatorio o in canonica e, suo malgrado, accetta l'aiuto di Don Matteo.
Misteri e interrogativi irrisolti
Il passato di Tomàs viene svelato solo in parte dalla religiosa, perché il turbolento adolescente nasconde ben più di quanto non si riesca a sapere dal suo fascicolo. Poiché nulla è davvero come sembra neppure nelle vicende degli altri nuovi personaggi, sarà compito di Don Matteo aiutare gli amici carabinieri a far luce sulle vicende personali e istituzionali. Il filone giallo per quest'anno si arricchisce di casi legati all'infanzia, un tema su cui gli sceneggiatori hanno puntato con particolare impegno.
I toni della commedia, però, continuano a prevalere e con la leggerezza di sempre riescono a smorzare anche i risvolti più drammatici.
Il nuovo equilibrio proposto da Don Matteo 9 sembra davvero promettente anche perché i personaggi appena introdotti si integrano alla perfezione nel quadretto già affrescato nelle quasi 200 puntate della fiction. Il racconto prosegue con fluidità, senza scossoni o cambi repentini, rispolvera l'innocenza e la spontaneità di una volta pur innestandole in un contesto moderno e a volte pieno di insidie. I valori semplici di un tempo vivono in questi ritmi dilatati della provincia e provano a contagiare qualsiasi realtà esterna con cui vengano a contatto.
I copioni ben articolati, poi, si accompagnano ad una regia godibile, ad una fotografia dal gusto un po' retrò e ad una colonna sonora gradevole. A Don Matteo, quindi, non occorrono colpi di scena eclatanti né effetti speciali: è una certezza a cui il pubblico si affida da oltre 14 anni, un porto sicuro a cui far ritorno. In una quotidianità troppo spesso sconvolta da cambiamenti paralizzanti, questa parentesi di pace nel palinsesto tv continua ancora ad esistere, preservando la propria integrità, e ad essere apprezzata per la sua coerenza.