Torna su schermo una delle fiction più amate della televisione italiana, nonché una delle più longeve: Don Matteo 13 va in onda dal 31 marzo 2021 su Rai 1 con tante novità e la consueta leggerezza che la contraddistingue. È notizia recente, infatti, che al cast si sia aggiunto un volto noto del calibro di Raoul Bova, che qui interpreterà Don Massimo, un giovane prete dal passato oscuro, al suo primo incarico in una parrocchia. È un prete apparentemente amante della solitudine che però nella sua nuova sistemazione dovrà trovarsi a fare i conti non solo con le difficoltà altrui ma anche con le proprie. Per il resto oltre a Terence Hill, che vedremo però in un numero limitato di puntate, tornano tutti i personaggi più amati della serie, volti che abbiamo imparato ad amare e a cui il pubblico è affezionato: Nino Frassica nei panni del Maresciallo Cecchini, Maria Chiara Giannetta come Capitano Anna Olivieri, Maurizio Lastrico interprete di Marco Nardi e il gradito ritorno per i primi episodi di Flavio Insinna. Abbiamo partecipato alla presentazione di questa tredicesima stagione di Don Matteo durante la quale il cast ha parlato dell'esperienza e dei lati vincenti di una serie che va avanti da ormai ventidue anni.
Una serie longeva
A prendere la parola per prima, come di consueto, Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction che ha tenuto subito a sottolineare l'incredibile longevità di questa serie, specialmente in relazione al panorama Italiano: "55 puntate da quel 7 gennaio, 22 anni che significano tantissimo. Questa longevità ha fatto diventare Don Matteo un grande marchio. Siamo qui perché cambiamo ed esploriamo altri mondi. Questa è stata una grande palestra per tanti attori e registi." Anche Matilde Bernabei, fondatrice di Lux Vide, ha sottolineato questo aspetto: "Da questa nuova stagione ci aspettiamo molto. All'inizio non pensavamo che una produzione potesse durare in Italia 13 stagioni, ma ce l'abbiamo fatta perché abbiamo avuto un grande gruppo al lavoro, che ci ha permesso di vendere anche la serie all'estero." Luca Bernabei, amministratore delegato e produttore della Lux Vide ha svelato cosa ci sia effettivamente dietro una fiction di grande successo come questa: "Don Matteo sono 22 anni di storia del paese, 22 anni di lavoro insieme alla Rai. Quello che credo è che dietro la serie ci sia un filo che lega tutto, il filo dell'amicizia. La cosa più importante è il progetto a cui lavori, tutti gli attori sono sempre stati dentro la serie ed è una storia d'amore e di amicizia. Flavio è voluto tornare da noi, Nino sono anni che lavora a Don Matteo e appena finisce una stagione mi chiede 'Quando facciamo la prossima?'" Per quanto riguarda invece l'abbandono delle scene da parte di Terence Hill e di un suo possibile ritorno in futuro: "Dietro queste serie c'è un grandissimo lavoro di progettazione, ci vuole un grandissimo lavoro di scrittura. Se Terence tornasse lo accoglieremmo, ma ora era giusto così."
Raoul Bova come nuovo parroco
Raoul Bova, come già accennato, si è unito al cast di Don Matteo per diventare la nuova figura di riferimento della serie, e ha presentato così il suo personaggio: "Don Massimo ha un passato abbastanza importante e lottava per la giustizia. Ha sempre lottato per la giustizia e poi ha trovato nel sacerdozio la sua strada. Il personaggio è molto ricco, ha una storia importante, mi ha affascinato dal primo momento ed è stato bellissimo entrare in questo cast. Volevo che non fosse una sostituzione, volevo fosse un proseguimento, Don Matteo rimarrà sempre Don Matteo, Terence è insostituibile." Incalzato, poi, dalle ulteriori domande sul suo ruolo e sulla nuova strada intrapresa ha così risposto: "È importante guardare questa serie perché a raccontarla si rovinerebbe la suspence. Quello che è importante è che il mio personaggio ha un carattere forte, che ha voglia di sporcarsi le mani e stare tra la gente vedendo le cose per come sono. È un prete in evoluzione e ha voglia di capire cos'è il perdono, non giudicando le persone dall'apparenza. Trovo che sia molto interessante e non scontato: perdonare e accogliere non è scontato. Lottare contro le ingiustizie è amare il prossimo e la verità, l'amore è alla base di questo personaggio." L'attore ha poi continuato dicendo: "In questo momento della mia carriera pensavo fosse giusto interpretare un personaggio così, è stato un regalo che mi è stato fatto."
Raoul Bova in barca contro il pregiudizio
I cambiamenti del Maresciallo Cecchini
Membro storico del cast e personaggio di grande umorismo nella serie e nella vita è Nino Frassica che ha così commentato l'arrivo del nuovo parroco: "Ho un modo di recitare particolare, mi concentro su di me e vado avanti, dell'arrivo di Raoul me ne sono accorto un mese fa - ride - Mi sono trovato bene. All'inizio quando arriva lo vedo come un nemico, ma piano piano si meriterà il nostro affetto ed entrerà nella famiglia." Parlando in modo più approfondito del suo personaggio ha poi sottolineato i vari cambiamenti intercorsi nel corso degli anni: "Per un attore interpretare un ruolo in così tante puntate è la cosa migliore che possa capitare, puoi mettere a fuoco il personaggio e si può sempre migliorare, puoi entrare nei particolari. Il mio personaggio lo conosco ormai così bene. Nelle prime stagioni era un personaggio semplice, un carabiniere che spifferava tutto al prete che lo aiutava nelle indagini. Proseguendo, però, mi hanno dato una famiglia e dei figli, da comparse che erano hanno poi scelto delle attrici così che il mio personaggio potesse avere un quotidiano. Parallelamente io ho cercato di dirottare il personaggio facendolo somigliare a me, e l'ho fatto per essere più spontaneo, anche perché meglio di me chi lo fa Cecchini se Cecchini sono io?"