Ci sono tante ottime ragioni per qui vale la pena di correre al cinema a vedere Pride di Matthew Warchus, la principale delle quali è il fatto che sono le storie come questa, le opere come questa che ci riconciliano con le brutture del mondo. E al servizio della sua bellissima storia che parla di solidarietà, amicizia e delle differenze che ci uniscono, il regista inglese ha potuto contare sul un cast sensazionale, ricco di stelle del panorama attoriale britannico e di giovani di belle speranze, dal Moriarty di Sherlock Andrew Scott al lanciatissimo ventiduenne George McKay. Ma se veterani come Imelda Staunton o Bill Nighy non hanno bisogno di presentazioni, uno dei volti più seducenti della compagnia appartiene a un attore ancora poco noto presso il pubblico italiano, ma che non ha nulla da invidiare, in fatto di fascino e versatilità, ai colleghi più famosi.
Leggi anche:
La recensione di Pride
You know nothing, McNulty
Per gli appassionati delle serie televisive, Dominic West, al secolo Dominic Gerard Fe West, nato quarantacinque anni fa nello Yorkshire da famiglia irlandese, è Jimmy McNulty, il detective scomodo, stropicciato e tombeur de femmes di The Wire, forse la più grande serie poliziesca mai realizzata; i più aggiornati, invece, lo stanno ammirando nel drammatico The Affair, serie targata Showtime che è stata rinnovata per un secondo ciclo di episodi, dove Dominic torna a sfoggiare il suo impeccabile accento americano. Se fosse stato per D.B. Weiss e David Benioff, poi, avremmo visto Dominic West anche in una delle serie più popolari degli ultimi anni, Il trono di spade: un paio d'anni fa, infatti, gli fu offerta la parte del Re-oltre-la-Barriera Mance Rayder, ma Dom, dopo una carriera da sciupafemmine degna di quella di McNulty, aveva da poco "messo la testa a posto", e non se la sentì di lasciare la famiglia per sei mesi per incontrare Jon Snow nelle terre dell'inverno perenne.
Il ruolo andò poi a un altro irlandese, Ciarán Hinds, interprete di indubbio talento e grande carisma; ma una parte di noi rimpiange ancora quel "gran rifiuto" che ci ha negato un Mance più giovane, ruvido e sensuale. Perché Dominic, forse ancora di più in versione marito devoto e padre di quattro figli (d'altronde ne ha quattro anche il suo personaggio di The Affair, lo scrittore Noah Solloway), è un favorito delle signore, grazie al fisico vigoroso e flessibile, agli occhi neri e penetranti, al sorriso magnetico e all'energia incontenibile, il tutto accompagnato da cultura, simpatia e una grande autoironia. Il suo è un sex appeal ruspante e giocoso, che non si prende sul serio; o meglio, ogni tanto ci si prova pure, con risultati molto buffi: in Pride, ad esempio, la sua scena più cospicua, che è anche il momento in cui si rompe definitivamente il ghiaccio tra gli attivisti londinesi della Lesbians and Gays Support the Miners e i loro riluttanti ospiti gallesi, è un ballo scatenato in pista, per il quale Dom, che nel film di Warchus interpreta un ex attore omosessuale, ha lavorato duramente per settimane con un coreografo. "Ero convinto di essere John Travolta. Poi mi sono rivisto nel film, e sembro papà che balla", ha raccontato il nostro eroe.
"Recitando, ti capita di soffrire della sindrome dell'impostore. Certamente mi è successo con McNulty, andando in giro con una pistola fingendomi un poliziotto mi dicevo 'sono un attore della classe media di Sheffield, che ci faccio a Baltimora?'
Un attore versatile
Dom si sente un attore della classe media, in patria è visto come un attore raffinato, da period piece, e per noi è soprattutto uno sboccato detective di Baltimora con il vizio del bere. In realtà è un interprete molto versatile, che in Pride avrebbe figurato bene, oltre che come ex attore gay disilluso che si sfoga sulla pista da ballo, anche nel ruolo misurato e silenzioso di Bill Nighy, o, perché no, nei panni di un accigliato e bellicoso minatore gallese. In The Affair interpreta un insegnante newyorkese che sogna di diventare romanziere di successo, un bravo padre con qualche frustrazione di troppo a gravargli sull'animo che finisce per indurlo a tradire la moglie con una tribolata e sofferente ragazza di Montauk; ma, come ben sa chi segue il dramma di Showtime, anche in un singolo episodio di The Affair gli è concesso di esplorare nuance contrastanti e territori psicologici ricchi di fascino: in ogni episodio, infatti, la prima parte è narrata dal punto di vista del suo personaggio, Noah, la seconda da quello dell'amante Alison (Ruth Wilson, anche le britannica e anche lei bravissima), e nei momenti in cui sono insieme, ognuno dei due offre la "versione dei fatti" suggerita dai propri, soggettivi, ricordi: così Noah è un uomo impacciato, insicuro e riluttante quando è all'interno nel proprio racconto, un seduttore vagamente smargiasso in quello di Alison. Oltre ad esplorare, dunque, i meccanismi e la selettività della memoria, The Affair fornisce il destro a due eccellenti interpreti per interpretare due versioni dello stesso personaggio.
Leggi anche:
La recensione del pilot di The Affair
Ma non siamo solo noi ad amare The Affair. Vuole il caso che proprio ieri siano state annunciate le nomination ai 72simi Golden Globe, e The Affair è risultata essere la nuova serie più apprezzata dalla Hollywood Foreign Press Association, conquistandosi un posto tra i migliori drammi dell'anno, oltre a due prestigiose candidature attoriali per Ruth Wilson e, naturalmente, per Dominic West. E per lui è arrivata anche la soddisfazione della nomination di Pride come miglior commedia/ musical. Insomma, questo è decisamente un ottimo momento per il nostro Dom, che è attualmente al lavoro sul set di Genius di Michael Grandage, un film di matrice biografica con Colin Firth, Nicole Kidman e Jude Law in cui interpreta un altro personaggio complesso e carismatico, nientemeno che Ernest Hemingway, e si prepara a unirsi al cast vocale di uno dei più attesi sequel Pixar, Finding Dory e a filmare la seconda stagione di The Affair. Niente male per un irlandese di Sheffield.
"Non so perché tanti attori inglesi ottengano ruoli importanti negli show americani. Forse costiamo poco!"