Il 16 settembre 1984 allo stadio San Paolo di Napoli gli azzurri di Rino Marchesi in panchina e Corrado Ferlaino in tribuna, osservavano il gioiello del calciomercato estivo partenopeo calcare per la prima volta il prato di uno stadio italiano in campionato. Era il Bentegodi di Verona e il Napoli, reduce da un pessimo undicesimo posto, si apprestava ad aprire la stagione con l'Hellas di Bagnoli, a sorpresa futuri e inconsapevoli campione d'Italia a fine stagione. Il fuoriclasse argentino Diego Armando Maradona - sul quale esce in questi giorni il documentario diretto da Asif Kapadia e intitolato Diego Maradona e per questa ragione ci accingiamo a parlare di 5 documentari sullo sport - era stato acquistato dal Barcellona per la modica cifra di 13 miliardi di lire. Modica per i tempi che corrono oggi nel calcio professionistico europeo, ovviamente. Quella partita il Napoli la perse 3 - 1 e a fine stagione arrivò ottavo, nonostante El Pibe de Oro ('ragazzo d'oro') in squadra, che negli anni successivi riuscirà a condurre il Napoli nel periodo più fulgido e vincente della propria storia.
Con alle spalle una nutrita carriera nel documentario, il regista Asif Kapadia ha presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes un nuovo documentario che raccoglie in 130 minuti l'epopea azzurra di uno dei più grandi fuoriclasse nella storia del calcio - ne abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Diego Maradona. Da molti considerato il numero uno in assoluto, alla faccia di Pelè o delle grandi star del pallone contemporanee, dal connazionale Messi al portoghese Cristiano Ronaldo. Raccontare la figura complessa e tormentata di un personaggio come Maradona, che trascende l'aspetto prettamente calcistico e diventa icona culturale, è un obiettivo stimolante. Così tanto che l'asso argentino è già stato al centro di altri progetti audiovisivi, sia di finzione che documentari. Nel 2007 Marco Risi gira il film Maradona - La mano de Dios, con Marco Leonardi nei panni del Pibe, e l'anno successivo ci prova Emir Kusturica a raccontarne le vicissitudini, utilizzando un approccio fin troppo ingombrante, sin dal titolo - Maradona di Kusturica.
Meno schematico è il rapporto di Asif Kapadia con la persona e il personaggio, seppur non riesca del tutto a scardinare i lati più oscuri e tormentati del trascorso del campione del mondo. L'operazione ci porta comunque a riflettere sulla scelta di utilizzare il genere documentaristico per raccontare storia che partono dallo sport e si allargano al tessuto sociale di una comunità, alla sua cultura e alle connessioni con il popolo. In passato il cinema ha provato a raccontare le imprese sportive e i suoi protagonisti sia attraverso il cinema a soggetto sia attraverso il documentario. Oggi ripercorriamo quest'ultimo genere connesso al mondo dello sport, con cinque titoli fra i documentari più interessanti di tutti i tempi.
Quando eravamo re (1996)
Premiato con l'Oscar al miglior documentario, Quando eravamo re è un'operazione mastodontica del regista americano Leon Gast. La storia di un incontro di pugilato leggendario, quello del 30 ottobre 1974. Sul ring di Kinshasa, nello Zaire, si sfidano Muhammad Ali e il campione del mondo George Foreman. Gast impiega più di vent'anni per concretizzare il progetto di questo documentario ma il risultato è valso ampiamente l'attesa. Sullo sfondo dello Zaire '74, uno dei concerti più significativi nella storia del continente africano, si affrontano la leggenda della boxe, osannato dal popolo africano, e il giovane rampante Foreman, all'epoca già campione del mondo. Un documentario imponente e ricco di fascino, dove la storia di una comunità s'intreccia con le grandi gesta sportive e la musica, in un'orchestra cinematografica malinconica e, al tempo stesso, perfetta nell'esecuzione. Uno dei documentari più originali degli anni '90 e non solo, capace di convincere praticamente tutta la critica specializzata. Vinse l'Oscar al miglior documentario e il premio speciale al Sundance Film Festival.
Senna (2010)
Prima di raccontare le gesta di Maradona, Asif Kapadia si è costruito un ricco background nel genere documentaristico e nel 2010 ha portato sul grande schermo la vita di un'icona indimenticata della Formula Uno, Ayrton Senna. La storia del campione brasiliano delle quattro ruote, illustrata dal periodo in famiglia fino alla carriera in pista, tra sogni, record e vittorie raggiunte grazie ad un talento raro. Il film di Kapadia è suggestivo, seppur piuttosto scolastico, e riesce a trasmettere con discreta efficacia la grandezza dello sportivo, Senna. A Senna manca un approfondimento meno agiografico e più interessato a scavare nelle pieghe poco conosciute dell'uomo Ayrton. Nonostante il contributo della famiglia di Senna, che ha donato del materiale personale alla produzione, il film si limita a svolgere il compito di celebrare la storia emozionante e tragica di un campione dello sport.
Uomo d'acciaio (1977)
Arnold Schwarzenegger protagonista di un documentario. Se siete tra i fan di Schwarzy e pensate di esservi persi qualche recente titolo uscito nelle sale, non preoccupatevi. Il film risale al 1977, quando la carriera della star di Terminator era ancora agli albori. Prima di dedicarsi al cinema, Arnold Schwarzenegger era uno dei nomi di punta del culturismo, disciplina sportiva che trova il suo apice in Mister Olympia, manifestazione che si svolge ininterrottamente dal 1965. Presentato al 30° Festival di Cannes, Uomo d'acciaio è un documentario insolito e ben congegnato, con due stelle della cultura fisica come Schwarzenegger e Lou Ferrigno, indimenticabile Hulk sul piccolo schermo. Utile per promuovere uno sport meno avvezzo ai media rispetto alle tradizionali discipline americane, il film conferma l'affascinante legame che può crearsi tra il mondo sportivo e il linguaggio documentaristico.
The Battered Bastards of Baseball (2014)
Operazione deliziosa e interessante portata avanti dai registi Chapman e Maclain Way, The Battered Bastards of Baseball si è inserito nella lista dei migliori documentari sullo sport degli ultimi anni dopo esser stato proiettato al Sundance Film Festival. The Battered Bastards of Baseball narra le vicende dei Portland Mavericks, una squadra di baseball degli anni '70, che grazie al proprietario dell'epoca, l'attore Bing Russell - padre del famoso Kurt Russell - diventarono la prima squadra di baseball indipendente degli Stati Uniti, senza essere affiliati a nessuna delle principali leghe professionistiche. Quella dei Portland Mavericks è una storia che contiene tutti gli ingredienti per fare colpo sul pubblico a stelle e strisce e il film intrattiene e appassiona, anche grazie alla presenza di Kurt Russell, che ha contribuito alla realizzazione. Justin Lin potrebbe realizzarne un remake ma nel frattempo The Battered Bastards of Baseball è disponibile nella libreria di Netflix.
Free Solo - Sfida estrema (2018)
Premiato con l'Oscar al miglior documentario e prodotto da National Geographic, Free Solo - Sfida estrema racconta l'incredibile arrampicata in solitaria dello statunitense Alex Honnold sulla suggestiva parete El Capitan, nel Parco Nazionale di Yosemite. Un'impresa storica alla quale il cinema si avvicina con mirabile discrezione, lasciando spazio al vero protagonista del racconto. Alex affronta la paura e si avvicina con rispetto alla natura. Free Solo coinvolge nella sua avventura lo spettatore, fedele accompagnatore in un viaggio nel quale l'essere umano sfida i limiti del possibile. L'ottima regia di Jimmy Chi ed Elizabeth Chai Vasarhelyi riesce a rendere il racconto mai troppo pedante nella sua evoluzione, mantenendo sempre alta la soglia dell'attenzione grazie alla costante adrenalina e alla passione di Alex, che racconta al mondo i suoi sacrifici, i duri allenamenti e l'obiettivo di arrampicarsi su una delle pareti rocciose più incantevoli di tutto il mondo.