Doctor Who 11 è stata la stagione del cambiamento. Lo si sapeva da tempo, dall'annuncio nell'estate del 2017 riguardo l'identità dell'interprete che avrebbe preso il posto di Peter Capaldi: Jodie Whittaker, primo Dottore donna in una nuova stagione, l'undicesima, che avrebbe visto anche un cambio alla guida dello show, passata da Steven Moffat a Chris Chibnall, il terzo showrunner a condurre la storica serie britannica dal suo ritorno in onda nel 2005. Un passaggio importante, soprattutto considerata l'enfasi sulle protagoniste femminili degli ultimi anni, che ha soddisfatto solo in parte per alcuni problemi della stagione 11 che evidenzieremo in questa nostra recensione di Doctor Who 11.
Difetti a parte, è stato comunque un anno importante per Doctor Who e accogliamo con piacere il suo debutto televisivo nel nostro paese, dopo l'anteprima a Lucca Comics and Games di inizio novembre: Doctor Who 11 è in uscita anche in Italia, infatti, il 20 Gennaio su Rai 4, con due episodi trasmessi ogni domenica alle 16 fino a fine febbraio, quando andrà in onda lo speciale di Capodanno, spostato per quest'anno dal giorno di Natale (qui trovate la nostra recensione dello speciale di Doctor Who. Poi si tratterà di aspettare, e non poco, perché la nuova stagione della serie, con la Whittaker confermata nell'iconico ruolo, non arriverà prima del 2020.
Il tredicesimo Dottore e il grande cambiamento
L'avevamo vista e apprezzata proprio in un'altra serie di Chris Chibnall, nel ruolo della sofferta madre di Broadchurch, e la ritroviamo nei panni di un personaggio che ha fatto del cambiamento la sua stessa storia. Jodie Whittaker è stata scritturata come tredicesimo Dottore e non possiamo dire che non abbia fatto la sua parte nel tratteggiare la sua versione del personaggio: vivace e brillante, irriverente... e con un forte accento del nord al quale ci si deve abituare (ammesso che guardiate lo show in lingua originale). Se la scelta di casting è un'apertura alle novità, il suo look è studiato per richiamare il passato in tanti piccoli dettagli: per esempio le bretelle fanno pensare all'incarnazione interpretata da Matt Smith, mentre le righe colorate che spezzano il nero della maglietta ricordano la celebre sciarpa di Tom Baker, così come il cappuccio del cappotto può essere un accenno a Capaldi. La Whittaker si dimostra carismatica e travolgente, come è giusto che un Dottore sia, ma è penalizzata da una scelta fatta a monte da Chibnall e la produzione.
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La reazione a Moffat e il grande problema della stagione
Forse a causa delle complesse storyline intarsiate da Moffat negli anni precedenti, l'approccio del nuovo showrunner è stato all'insegna della semplicità, spingendosi anche un passo più avanti di quanto fatto da Russel T.Davies nel 2005: l'undicesima stagione di Doctor Who si basa (quasi) esclusivamente su episodi autoconclusivi, rinunciando sia a storie sviluppate su più puntate consecutive, sia a riferimenti a una trama orizzontale da inserire qua e là anche in episodi slegati dalla continuity generale. È una scelta un po' anacronistica, vista la tendenza della serialità contemporanea, che ha limitato anche l'evoluzione della protagonista così come dei suoi comprimari nel corso dei dieci episodi che compongono la stagione 11. Un limite amplificato anche dall'ulteriore decisione di non includere nemici storici del personaggio: né Dalek (che arrivano, con un sospiro di sollievo degli spettatori, solo nello speciale di Capodanno), né Cybermen, per esempio, quindi mancano anche questi importanti banchi di prova e momenti chiave per il personaggio e il suo sviluppo. Ci sono, però, entità aliene di varia natura, diverse tipologie di avversari, da ragni giganti a streghe, oltre che gli immancabili compagni di avventura.
Compagni di viaggio: i personaggi di Doctor Who 11
Sono tre i personaggi che hanno affiancato il Dottore nei suoi viaggio spazio-temporali della stagione 11: Graham O'Brien, interpretato da Bradley Walsh, Ryan Sinclair che ha il volto di Tosin Cole, e Yasmin Khan, impersonata da Mandip Gill. Graham è un conducente d'autobus in pensione, sposato con Grace e nonno di Ryan; è in viaggio con la moglie su un treno in quel di Sheffield quando viene attaccato dalla strana creatura che il gruppo deve affrontare nel primo episodio della stagione. Il nipote diciannovenne Ryan è invece un aspirante ingegnere che lavora part-time in un magazzino, mentre Yasmin è una sua vecchia compagna di scuola che muove i primi passi nel corpo di polizia e ha voglia di dar prova delle proprie capacità. Per i tre vale lo stesso discorso fatto per la protagonista Whittaker e la stagione in generale, perché poco spazio viene concesso alla loro evoluzione personale, alla crescita di personaggi e relativi interpreti.
La nostra speranza è che l'esperienza di quest'anno sia servita a Chibnall per prendere le misure con la serie e le sue potenzialità e che sia pronto a fare, per la prossima stagione che vedremo nel 2020, quel passo in più che è mancato quest'anno. Doctor Who è una serie troppo importante nel panorama televisivo mondiale perché non ci si impegni per svilupparla al meglio e siamo sicuri che tutti, autori e interpreti, saranno pronti a tornare in gran spolvero il prossimo anno. E noi contiamo i giorni per ritrovarli più in forma che mai. Dov'è un TARDIS quando serve?!
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3.0/5