Apriamo questa recensione di Distanza di sicurezza, il film della cilena Claudia Llosa tratto dal romanzo di Samanta Schweblin (e distribuito da Netflix), partendo proprio dal titolo, quello italiano (che è la traduzione letterale del titolo originale) e quello internazionale, Fever Dream (che può essere tradotto come "delirio febbrile"). Entrambi sono capaci di riassumere perfettamente il film della Llosa (che esce a sette anni dal precedente), che è un racconto sulla maternità, su tutte le paure e le difficoltà che comporta l'avere dei figli piccoli, che un thriller dalle tinte oniriche che si rivela pian piano dal racconto della protagonista, che in un momento di grande disagio fisico ripercorre quanto accaduto. "Distanza di sicurezza" si riferisce al legame che tiene uniti una madre e suo figlio, un filo immaginario che si tende ogni qual volta il proprio bambino è in pericolo e che, in questa storia, lega Amanda (María Valverde) e la piccola Nina (Guillermina Sorribes), protagoniste di una vicenda che spazia dall'incredibile al profondamente inquietante.
Questo film, che fa del realismo magico, del rapporto tra uomo e natura e della persistenza di certe credenze popolari una chiave di lettura fondamentale, non è forse adatto a tutti i palati: l'estrema lentezza con cui la vicenda si svolge, le scene che si ripetono, volutamente, più e più volte e il mistero che trova solo parziale soluzione potrebbero affascinare parte degli spettatori e scontentarne l'altra. Noi, dobbiamo ammetterlo, avremmo preferito un diverso approfondimento della vicenda, una diversa soluzione, ma siamo comunque rimasti intrigati da quello che abbiamo visto, che è stato capace di trasportarci in un mondo da sogno, spaventoso e ammaliante al tempo stesso.
Amanda e sua figlia legate da un filo
Amanda è una giovane madre spagnola, il cui padre era nato e cresciuto in Argentina. Un'estate, accompagnata solo dalla figlia (il marito Marcus non può allontanarsi dal lavoro), si reca in un angolo rurale dell'Argentina per passare una vacanza rilassante e al tempo stesso riscoprire le proprie radici. Lì incontra la bella Carola (Dolores Fonzi), una donna che spicca nel piccolo paesino per i suoi capelli biondi e per la sua passione per la moda: anche lei è madre, del quasi adolescente David (Emilio Vodanovich), un ragazzino silenzioso e che sembra nascondere molti segreti. È proprio Carola a spiegare ad Amanda che cosa è successo a suo figlio: quando era molto piccolo era stato colpito da una gravissima infezione, per salvarlo sua madre lo ha affidato ad una guaritrice locale, che per guarirlo ha separato la sua anima dal suo corpo, eliminando così anche la malattia. Carola è convinta che quello che ora vive con lei non è più suo figlio, e che qualcos'altro di oscuro abbia preso il suo posto.
Tutto questo ci viene raccontato da Amanda, che all'inizio del film vediamo essere trascinata nel folto della vegetazione, da qualcuno. Amanda, in una lunga conversazione con David, ripercorre tutto quello che è accaduto da quando ha incontrato per la prima volta Carola, e noi, un episodio dopo l'altro, scopriamo che cosa porterà al drammatico finale che ci viene anticipato in apertura.
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Un affascinante viaggio tra sogno e realtà
Distanza di sicurezza è un film molto particolare, capace di portare su schermo gran parte delle atmosfere evocate dalla fonte letteraria. La fotografia di Óscar Faura e le musiche di Natalie Holt ci fanno sentire come se ci trovassimo in un sogno, in cui il confine tra reale ed immaginario è estremamente labile. María Valverde e Dolores Fonzi sono perfette nel ruolo di Amanda e Carola, risultano infatti sempre molto intense (Valverde in particolare), dando vita a due personaggi che nascondono dolori e segreti, capaci di essere, in modo diverso, attraenti ed affascinanti nella loro fragilità.
Il film di Llosa, come dicevamo, non si farà apprezzare da tutti, resta infatti volutamente ostico allo spettatore: da una parte per i suoi tempi dilatati e il suo ritmo lento, dall'altra per una risoluzione che non arriva, almeno non nella forma che forse avremmo voluto. Di questi elementi Distanza di sicurezza riesce però anche a fare un suo punto di forza, catturando quella parte di pubblico che si farà affascinare dalle sue atmosfere oniriche ma al tempo stesso angoscianti, dal suo incedere delicato ma anche carico di tensione.
Conclusioni
La recensione di Distanza di sicurezza, un film forse non adatto a tutti i palati ma che a suo modo affascina e cattura. Peccato per una risoluzione finale non così soddisfacente come avremmo voluto.
Perché ci piace
- María Valverde e Dolores Fonzi sono molto brave nella parte.
- La storia è affascinante...
Cosa non va
- ...ma forse per la sua lentezza non adatta a tutti i palati.
- Il finale non da la soddisfazione che avremmo voluto.