Il 14 dicembre 2017 la Walt Disney Company ha annunciato ufficialmente la sua intenzione di acquistare una fetta considerevole delle proprietà della 21st Century Fox, per l'esattezza ciò che concerne le produzioni cinematografiche (20th Century Fox e altre unità minori) e televisive (Fox Television Group). È iniziato così un lungo processo durato più di un anno, arrivato a termine il 20 marzo 2019 dopo diverse trattative sugli aspetti giuridici e la concorrenza di Comcast (proprietaria della Universal). Per mesi si è spesso parlato della questione in termini negativi, per non dire allarmisti, tra preoccupazioni legittime sul potere che la Disney avrebbe in termini di box office e influenza sul mercato e supposizioni per lo più infondate su come l'accordo porterebbe alla diminuzione di un certo tipo di film. In occasione del completamento dell'accordo tra Disney e Fox, proviamo a fare il punto della situazione, tra cinema, televisione e streaming.
Un catalogo sterminato
Partiamo proprio dalla questione dello streaming e dell'imminente lancio di Disney+, il servizio con cui la Casa del Topo intende imporsi in un settore del mercato dove è Netflix a farla da padrone. Per risultare sufficientemente competitiva la piattaforma deve avere un catalogo di un certo peso, ed è qui che entra in gioco un aspetto molto importante dell'accordo con la Fox: un archivio vastissimo. Anche escludendo tutti i titoli per un pubblico adulto che finiranno su Hulu (di cui la Disney possiederà ora il 60%), c'è un'offerta considerevole di film con visti di censura dal PG-13 in giù, da blockbuster come Avatar (i cui sequel diventeranno il nuovo appuntamento natalizio della major dopo la conclusione della terza trilogia di Star Wars) e la saga de Il pianeta delle scimmie a un classico per le famiglie come Mamma, ho perso l'aereo. Per i cinefili in vena di classici ci sono diversi titoli tratti dalle filmografie di John Ford, Marilyn Monroe e Alfred Hitchcock, ma anche opere di cineasti contemporanei come Tim Burton e Steven Spielberg. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti a partire da settembre, mese in cui dovrebbe avvenire il debutto del servizio, stando alle ultime indiscrezioni.
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Gli X-Men e i Fantastici Quattro tornano a casa
In ambito cinematografico la novità più grossa è il ritorno all'ovile degli X-Men e dei Fantastici Quattro, che possono ora entrare a far parte del Marvel Cinematic Universe, e l'ottenimento dei diritti del primo Guerre stellari, unico episodio del franchise lucasiano ad appartenere in eterno alla Fox (mentre i diritti dei film successivi sono da sempre in mano alla Lucasfilm, che la Disney ha acquistato nel 2012). Una teoria molto popolare tra gli internauti sosteneva che questo fosse il motivo principale della trattativa tra i due colossi dell'entertainment, cosa alquanto assurda per due motivi: dato che la Fox voleva vendere in ogni caso il suo reparto cinematografico e televisivo, i diritti dei personaggi Marvel sarebbero automaticamente passati alla Disney a prescindere dall'acquirente; e non avrebbe senso avviare un lungo e costoso processo di acquisizione nel 2017 per ottenere qualcosa che, nella migliore delle ipotesi (secondo il produttore Kevin Feige, responsabile dei film Marvel), non sarà sfruttabile prima del 2021 per questioni pratiche e organizzative. C'è anche la questione del dover prima portare a termine la saga attuale degli X-Men: per contratto la Disney non può annullare l'uscita dei film che erano già in produzione prima che venisse varato l'accordo, e tra questi c'è X-Men: Dark Phoenix (al limite, come forse accadrà per New Mutants, c'è l'opzione di non farli uscire al cinema e mandarli direttamente in streaming). Per quanto riguarda Deadpool, le cui avventure sono tecnicamente situate in un mondo a parte già adesso, l'idea è di mantenere il suo franchise vietato ai minori.
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Produzioni da Oscar
Il ramo cinematografico della Fox manterrà i propri stabilimenti per la produzione e le riprese di film nella zona di Century City, a Los Angeles. Bob Iger, attuale amministratore delegato della Disney, ha più volte affermato che i brand della 20th Century Fox e Fox Searchlight (per progetti a basso budget) rimarranno intatti, una mossa che ha senso per due motivi: in primo luogo, consente alla Casa del Topo di distribuire film con un target più adulto, come ai tempi della Miramax e della Dimension; in secondo luogo, è uno strumento utile quando si entra in zona Oscar, dato che dal 2016 (quando è scaduto l'accordo di distribuzione con la DreamWorks) la Disney non ha più avuto tra le mani progetti tradizionalmente ritenuti "degni" dell'attenzione dell'Academy. Se prendiamo in considerazione solo gli ultimi due anni, il premio più ambito di Hollywood ha ricompensato ben quattro lungometraggi targati Fox o Searchlight: La forma dell'acqua - The Shape of Water, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Bohemian Rhapsody e La favorita. È quindi logico che la Disney voglia permettere soprattutto al ramo più indipendente di continuare a coltivare opere dotate di un certo prestigio.
Serie TV e show: l'impatto dell'accordo sul piccolo schermo
Mentre il versante cinematografico ha effettuato la transizione per intero, il discorso si fa più complesso sul fronte televisivo: il cosiddetto Fox Television Group, che include la casa di produzione 20th Century Fox Television, National Geographic e il canale via cavo FX, passa alla Disney, mentre il canale televisivo Fox è escluso dalla trattativa a causa delle leggi antitrust, dato che la Casa del Topo è già proprietaria di un altro dei quattro principali network americani, la ABC. Esso rimarrà parte di una divisione apposita chiamata Fox Corporation, insieme a Fox News e tutti i canali sportivi (poiché la Disney ha già ESPN). Altri canali o pacchetti come Sky saranno venduti a terzi. Come per i film già in produzione, la Disney non può intervenire nella realizzazione di programmi che hanno stagioni in corso e rinnovi già confermati: in una recente intervista a proposito de I Simpson, giunto alla trentesima stagione e rinnovato per altre due, lo showrunner Al Jean ha affermato che la Disney non potrà avere voce in capitolo su eventuali modifiche contenutistiche prima della stagione 33.