Ridere del covid, o meglio delle restrizioni nel periodo più acuto della pandemia, o meglio ancora delle reazioni a volte assurde, folli ed estreme di parte della popolazione. Questo l'obiettivo di una commedia italiana quantomai attuale, appena pubblicata in DVD grazie a Mustang - Officine Papavero e di recente uscita anche su Prime Video. Come vedremo nella recensione di Dio è in pausa pranzo, il film diretto e interpretato da Michele Coppini (e girato subito dopo il lockdown della primavera 2020) cerca di divertire, ma anche far riflettere, sulle storture e le esagerazioni di alcune folli derive da coronavirus, cercando di infilare nel genere commedia demenziale anche qualche venature horror.
Fobie da pandemia, tra complotti e zombi
Il protagonista di Dio è in pausa pranzo è Ubaldo Lumaconi (interpretato dallo stesso Michele Coppini), un quarantenne psicotico che nei tempi più duri della piena emergenza Covid è dilaniato da paure, timori, persecuzioni e fobie da complotto. Per evitare di essere infettato dagli anziani genitori con cui vive, si chiude in camera sua, con tanto di maschera antigas. Computer e tv sono gli unici contatti con il mondo esterno, a parte qualche prudente capatina alla finestra, anch'essa opportunamente schermata. La sua convinzione è che in realtà il virus è frutto di un gas chimico rilasciato dagli americani, e che l'infezione porti le persone a trasformarsi in zombi.
A fargli compagnia in camera una vasta collezione di DVD, tra i quali alcuni horror che evidentemente giocano qualche brutto scherzo alla mente del malcapitato, che si ritrova spesso a fronteggiare terribili allucinazioni e incubi popolati da infezioni e assalti di zombi. Oltre a Coppini nel film vari personaggi della comicità toscana, fra i quali Alessio Venturini, ma c'è spazio anche per la Miss Italia 2016 Rachele Risaliti e per un cameo di Athina Cenci.
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Ossessioni e degenerazioni da fake news
Il lodevole tentativo di Michele Coppini è quello di farsi una risata intelligente non ovviamente sulla tragedia della pandemia, ma sulle reazioni umane alla situazione, con focus indirizzato a quelle totalmente assurde, tra presunti complotti internazionali, fobie incontrollate, forti posizioni no vax e allarmi su presunti effetti del vaccino, tutte posizioni che per mesi sono state anche al centro del mondo dell'informazione. Sia chiaro, la nascita di ossessioni, fobie collettive, frenetica ricerca di informazioni dal web, è una questione seria e diffusa, senza che si vada per forza a parlare delle sue degenerazioni. Ma in questo frullato di Coppini c'è davvero un po' di tutto, soprattutto le elaborazioni personali di teorie demenziali e tutto quell'armamentario che abbiamo imparato a conoscere dopo due anni di fake news e informazioni fai da te. Anche se qui si va perfino oltre, fino ad arrivare agli zombi, grazie ai quali il film ha qualche leggera venatura horror.
Una sfida coraggiosa e ambiziosa, ma il mix di generi è poco equilibrato
L'obiettivo, ammesso del resto dallo stesso cineasta, appare chiaro e ambizioso: mettere insieme il cinema drammatico con il comico demenziale, senza trascurare una spruzzata di horror. Un'operazione pericolosa, perché il rischio è di non prendere sul serio nessun genere. E in questo mix in effetti il film a tratti vacilla, in altri momenti deborda decisamente, talvolta sembra andare avanti con la marcia sbagliata, osando poco dove dovrebbe osare, ed esagerando quando non sarebbe il caso. Pesano anche una certa povertà di mezzi e alcune interpretazioni francamente poco convincenti e troppo sopra le righe.
Spesso le allucinazioni diventano ripetitive, e l'alternanza tra flashback e attualità non è sempre fluida. Resta però la lode per il coraggio di aver tentato una sfida difficile e di aver elaborato qualche buona trovata per un prodotto che anche se non del tutto riuscito, resta simpatico e scanzonato, con qualche momento divertente velato di malinconia, se non addirittura di commozione. Una nota positiva per le musiche originali di Pino Scarpettini e la colonna sonora dei rapper toscani Blebla e Jamar, compreso il brano omonimo del film.
Il DVD: un buon video, gli extra sono una bella sorpresa
Per quanto riguarda il DVD distribuito da Mustang Entertainment, il video è di qualità soddisfacente: a fronte di qualche difetto tipico del formato, con alcune sgranature e contorni incerti sui fondali, c'è comunque una discreta compattezza del quadro e un dettaglio di buona qualità, che presenta qualche flessione solo nelle scene più scure. Buono e naturale il croma. Per quanto riguarda l'audio troviamo solamente una traccia in Dolby Digital 2.0, che offre effetti ambientali piuttosto timidi e si concentra quasi esclusivamente sul centrale, da dove escono comunque dialoghi puliti e dal buon timbro. Una bella sorpresa arriva dalla sezione extra, con oltre un quarto d'ora di materiale. Troviamo infatti un backstage piuttosto divertente (4' e mezzo) con interventi di regista e cast, alcune scene tagliate per un totale di 7', il videoclip ufficiale (3' e mezzo), infine trailer e due teaser trailer.
Conclusioni
A conclusione della recensione di Dio è in pausa pranzo, va riconosciuto il coraggio di Michele Coppini di aver tentato una sfida difficile, tenendo in bilico sul delicato tema della pandemia tre generi molto diversi tra loro come il dramma, il comico-demenziale e l’horror. Non sempre l’equilibrio è quello giusto, il film a tratti deborda, esagera ed esce dai binari, ma rimane la sensazione di un prodotto simpatico, coraggioso e scanzonato.
Perché ci piace
- La scelta di ridere su alcune folli derive riguardo la pandemia.
- Il coraggio di tenere insieme generi come dramma, comico-demenziale e horror.
- Alcune trovate sono effettivamente divertenti e si alternano a momenti malinconici.
Cosa non va
- Il mix non è sempre equilibrato, anzi talvolta c’è la sensazione che il film vada fuori strada.
- Alcune interpretazioni sono oltre le righe e destano qualche perplessità.
- Alla lunga alcune ripetitività pesano sul ritmo del film.