Un bambino che tortura e uccide animali e poi li nasconde, sotto terra. Una macchina che viene trovata sepolta nel cortile della casa di quel bambino, ormai diventato adulto. I misteri evocati dalla docuserie Netflix dedicata ad uno dei casi di cronaca nera che hanno cambiato la storia criminale della Germania si nascondono tutti nelle profondità della terra e, come vedremo in questa recensione di Dig Deeper: la scomparsa di Birgit Meier, non esiste titolo migliore per questa storia che questo. Nicolas Steiner, che ha scritto e diretto il documentario, scava nel profondo di una vicenda terribile, mostrandone su schermo tutti i dettagli possibili.
Questa è l'impressione che ci lascia questo documentario a visione ultimata, quella di un prodotto estremamente curato che ripercorre la vicenda includendo il maggior numero di voci possibile. Dig Deeper: la scomparsa di Birgit Meier utilizza preziosi filmati di repertorio ed include anche brevi ricostruzioni (che non danno mai la sensazione di essere un'artificiosa reinterpretazione di quanto accaduto), per un risultato davvero esaustivo, completo ed efficace. Esattamente il tipo di documentario che l'appassionato di true crime vorrebbe vedere sempre.
La scomparsa di Brigitte
Il caso che viene analizzato nei quattro episodi che compongono Dig Deeper è quello della scomparsa di Birgit Meier, una donna tedesca recentemente divorziata che nell'agosto del 1989 scompare da casa sua, senza lasciare traccia. Inoltre sempre nello stesso periodo, quattro persone vengono brutalmente assassinate in una foresta vicino a Lüneburg, una cittàdina della Bassa Sassonia: un caso conosciuto in Germania come "gli omicidi di Göhrde". La scomparsa della donna e gli omicidi non vengono associati dalla polizia e il colpevole di quanto accaduto a Birgit - come è spesso la prassi in queste situazione - si pensa fin da subito essere l'ex-marito, che avrebbe perso troppi soldi con il divorzio (si tratta di un uomo d'affari milionario). La pista però sembra non portare da nessuna parte, perché anche dopo ore ed ore di interrogatorio l'uomo continua a sostenere di non aver nulla a che fare con la scomparsa della moglie.
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Con il tempo, però, viene trovato un altro sospettato, Kurt-Werner Wichmann, un uomo che Birgit aveva conosciuto a una festa a casa di una vicina: Kurt ha la fedina penale sporca ed un passato oscuro alle spalle (aggressioni, anche sessuali, e vari altri reati). Inoltre, una volta fermato, l'uomo dimostra di avere un alibi molto fragile. Peccato, però, che secondo la polizia il sospettato maggiore resti comunque l'ex-marito, e quindi non approfondiscano ulteriormente con Kurt. Un errore fondamentale il loro, che impedirà il risolversi del caso per decenni: gli unici a portare avanti le indagini, con il passare degli anni, saranno i familiari di Brigit, in particolare suo fratello, Wolfgang Sielaff, un importante membro della polizia di Amburgo. Le ricerche di Birgit si concluderanno trent'anni dopo, grazie alla perseveranza di Wolfgang e di una squadra di ex colleghi, con un corpo sepolto - e si ritorna nuovamente sotto terra - in una proprietà che era stata di Kurt-Werner Wichmann, quando purtroppo però l'assassino era già morto e in molti avevano perso le speranze.
Un documentario che approfondisce il caso
A rendere questo caso ancor più sconvolgente il fatto che, come ci rendiamo conto grazie alle testimonianze di chi ha partecipato alle indagini, le prove a carico di Wichmann fossero particolarmente incriminanti, addirittura era stata scoperta una sua stanza segreta piena di oggetti compromettenti (delle manette insanguinate che verranno analizzate solo trent'anni dopo!) ed era stata trovata un'auto sotterrata nel suo giardino, un auto in cui secondo il fiuto dei cani della polizia era stato nascosto e trasportato un cadavere.
Che cosa ha impedito alla polizia di catturarlo prima? Perché non l'hanno collegato alla scomparsa di Brigitte fin da subito? L'uomo si è suicidato in prigione, dove si trovava per essere in possesso di armi da fuoco non registrate, e poco dopo il caso di Brigit viene chiuso ed archiviato, lasciando, come dicevamo, solo suo fratello a portare avanti una battaglia per scoprire finalmente la verità. E "gli omicidi di Göhrde" avvenuti nella stessa zona? Dopo decenni anche quelli vengono collegati a Wichmann, che si scopre essere stato uno dei killer più prolifici della storia della Germania. Questo viene alla luce, però, molti anni dopo che l'uomo potesse essere incriminato per i suoi crimini.
Dig Deeper: la scomparsa di Birgit Meier racconta il caso nella maniera più approfondita possibile, sottolinenando l'importanza del lavoro svolto dall'equipe guidata dal fratello di Brigitte ma puntando anche il dito contro l'incompetenza della polizia, che avrebbe potuto risolvere il caso molto tempo prima. La narrazione, poi, viene arricchita dal contributo di numerosissime voci, familiari, poliziotti, medici forensi: tutti coloro che in qualche modo, nel corso degli anni, sono entrati in contatto con Birgit e con la vicenda di cui, purtroppo, è stata la protagonista. Dig Deeper, lo ribadiamo, è una vera perla del catalogo true crime di Netflix e tanto gli appassionati che i neofiti del genere non dovrebbero farselo scappare.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Dig Deeper: la scomparsa di Birgit Meier sottolineando come si tratti di un documentario ben realizzato, che racconta un caso terribile in maniera esaustiva e con il contributo di numerosissime voci.
Perché ci piace
- Il documentario è estremamente ben realizzato.
- Il caso viene raccontato in maniera completa ed esaustiva.
- Le ricostruzione non sono troppe e sono ben realizzate.
- Le interviste e i filmati di repertorio arricchiscono la narrazione.
Cosa non va
- Ci è sembrato forse un po' troppo lungo e a tratti lo spettatore non appassionato potrebbe annoiarsi.