Quando uno pensa alle festività di fine anno è facile che venga in mente Canto di Natale, il libro di Charles Dickens che incarna praticamente tutte le qualità magiche del periodo festivo e ha avuto grande fortuna sullo schermo in varie versioni: nel 2009 c'è stato l'adattamento in performance capture diretto da Robert Zemeckis, con Jim Carrey nei panni dell'avaro Ebenezer Scrooge, mentre è del 1983 il cortometraggio della Disney dove il ruolo principale è affidato a Paperon de' Paperoni, personaggio basato sul prototipo dickensiano (non a caso in inglese il suo nome di battesimo è Scrooge). E poi ancora Patrick Stewart, Kelsey Grammer e molti altri attori si sono cimentati con la creatura più famosa del grande scrittore, che è il vero protagonista di Dickens - L'uomo che inventò il Natale. Il film, che esce nelle nostre sale distribuito dalla Notorious Pictures, è stato presentato in anteprima italiana al 35mo Torino Film Festival, e in tale occasione abbiamo intervistato il regista Bharat Nalluri, noto in Inghilterra per aver diretto gli episodi inaugurali di Spooks (di cui ha anche firmato il sequel cinematografico), Hustle e Life On Mars.
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Come tutto ebbe inizio
Innanzitutto, come sei entrato a far parte del progetto?
Ero in vacanza in Messico con la mia famiglia quando ho ricevuto la telefonata dei produttori. Sapevano che sono un fan di Canto di Natale e che avevo già cercato di trarne qualcosa, e così mi hanno proposto questa sceneggiatura. Ho accettato, e poi abbiamo passato due anni a rifinire il copione.
Simon Callow, che interpreta l'illustratore, è stato consultato anche in sede di scrittura, essendo un rinomato esperto di Dickens. I suoi commenti sono stati utili?
Assolutamente sì. Susan Coyne, la sceneggiatrice, l'ha contattato perché non ci sono molte informazioni sul Dickens più giovane, poco più che trentenne. Grazie a Simon è emerso questo ritratto di una specie di rock star, che ha influenzato sia la scrittura che la performance di Dan Stevens. Vorrei aggiungere che anche Miriam Margolyes, che interpreta la governante, è una grande conoscitrice di Dickens, e lei ci dava indicazioni sul set. È stato molto bello avere l'approvazione di due esperti del loro calibro.
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Un autore immortale
Il libro è stato portato sullo schermo più volte. Qual è il tuo adattamento preferito?
Adoro la versione dei Muppets per quanto riguarda gli adattamenti diretti, ma i miei due film preferiti sul tema riprendono la storia senza essere delle trasposizioni vere e proprie. Si tratta de La vita è meravigliosa, che inverte sostanzialmente la premessa di Dickens, immaginando come sarebbe il mondo senza questo personaggio principale che è un uomo buono, e Ricomincio da capo. Quest'ultimo non è neanche un film di Natale, ma è Canto di Natale: un uomo rivisita la propria vita, si riscopre e si trasforma, diventando una persona migliore.
Da appassionato di Dickens, cosa ti ha sorpreso maggiormente lavorando a questo film?
Scoprire quanto lui fosse insicuro a quell'età. Voglio dire, aveva scritto Oliver Twist! Se io avessi scritto quel libro, mi sarei ritirato e avrei aperto un bar. Lui, a 31 anni, avendo scritto Oliver Twist e Nicholas Nickleby, pensava di essere un fallito, e ciò mi ha davvero sorpreso. Una scoperta gradevole, perché lo immagini come questa icona e invece era molto umano, come noi, a chiedersi cosa avesse in serbo per lui la vita.
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Passato, presente e futuro
Secondo te, perché Dickens è ancora così rilevante oggi? C'è stata una recente serie della BBC basata sui suoi personaggi, Armando Iannucci sta lavorando a una nuova trasposizione di David Copperfield...
E c'è anche Tom Hardy che sta preparando un progetto. Per quanto riguarda la rilevanza attuale, bisogna dire che purtroppo i problemi oggi sono gli stessi. Quando lui scrisse la frase "It was the best of times, it was the worst of times" stava parlando dell'Inghilterra vittoriana, ed è un po' triste che anche adesso siano i tempi migliori e al contempo peggiori. Ci sono molte opportunità, ma c'è anche una grande dicotomia tra l'avere e il non avere, e i testi di Dickens riflettono quella situazione. Le sue storie piacciono ancora perché sono bellissime, lui è un autore populista, piace alla gente comune. Canto di Natale è un racconto folle, è fantascienza. Oggi il viaggio nel tempo è un cliché, ma all'epoca non era mai stato fatto. E anche in quel contesto lui si chiede "Possiamo migliorare?", ma senza fare la predica, ed è quello il vero genio di Dickens.
Per chiudere, se potessi adattare qualunque altro testo di Dickens, quale sceglieresti?
Bella domanda. Sicuramente qualcosa che non è già stato portato sullo schermo da David Lean, perché non reggerei il confronto. Casa Desolata non sarebbe male, hanno fatto un buon adattamento televisivo di quello, e anche La piccola Dorrit, che è una storia molto triste. Ma ad essere sinceri credo che la mia esperienza dickensiana finisca qui. È ora di passare ad altro.