Creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962, Diabolik è il protagonista della saga a fumetti, pubblicata dalla casa editrice Astorina, che porta il suo nome. Portato già al cinema nel 1968 da Mario Bava, con John Phillip Law nel ruolo del protagonista e Marisa Mell in quello di Eva Kant, partner nella vita e nel crimine di Diabolik, il personaggio torna sul grande schermo grazie ai Manetti Bros., che hanno scelto come attori Luca Marinelli e Miriam Leone.
Nei rigidi panni dell'ispettore Ginko questa volta c'è Valerio Mastandrea e ai tre protagonisti si aggiungono volti che hanno già lavorato con i Manetti in passato, come Serena Rossi, che interpreta Elizabeth, moglie di Walter, alter ego di Diabolik, e Alessandro Rosa, che è Caron, ministro che si invaghisce di Eva Kant. In sala dal 16 dicembre, il film ha chiuso, il 15 dicembre, la la 31ma edizione del Noir in Festival.
I registi e il cast sono arrivati però prima a Roma, per presentare il film alla stampa italiana: con loro anche Manuel Angelli, autore dei brani "La profondità degli abissi" e "Pam pum pam", e Mario Gomboli, direttore responsabile della saga a fumetti di Diabolik. Ecco come è nato il film, che presto diventerà una trilogia (le riprese del secondo e del terzo film sono attualmente in corso a Bologna).
Diabolik: tutto parte dall'albo numero 3
Dopo il film di Mario Bava in tanti hanno provato a riportare Diabolik al cinema, ma Astorina non si è mai convinta a cedere i diritti. Almeno fino a quando i Manetti Bros. e Mario Gomboli non si sono incontrati: "Per anni ci sono stati dei tentativi altrui e noi ci sentivamo sempre troppo piccoli" ha detto Marco Manetti, proseguendo: "Poi con Mario abbiamo fatto la giuria al Napoli ComicCon e gli ho mandato un'idea. Lui mi ha mandato un messaggio dicendo: sono 50 anni che aspetto queste parole." Gomboli ha confermato: "Ho capito che i Manetti potevano essere la scelta giusta quando mi hanno detto: non vogliamo fare un film su Diabolik, ma il film di Diabolik. Diabolik è un personaggio fuori dagli schemi."
Il punto di partenza per il film è stato l'albo numero 3, una scelta non casuale secondo Antonio Manetti: "Il numero 3 è stato scelto non a caso: perché è l'entrata in scena di Eva Kant. Nei primi due la donna di Diabolik è Elizabeth, che è una compagna soggiogata. Le sorelle Giussani si sono rese conto che ci voleva una protagonista femminile forte. Praticamente il film è una origin story di Eva Kant."
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Diabolik: i Manetti Bros. hanno fatto un film classico
Musical, fantascienza, vampiri: i Manetti Bros. ci hanno abituato a opere che pescano a piene mani dai film di serie B. Per il loro Diabolik hanno voluto invece fare qualcosa di completamente diverso. Secondo Marco: "Un regista fa il film che si sente di fare. Per noi Diabolik era questo: è un fumetto che amiamo e ce lo siamo immaginato così. Abbiamo pensato di fare un film classico, l'inquadratura nel bicchiere viene da Hitchcock per esempio. Non abbiamo sentito l'esigenza di stupire stavolta. Le maschere sono state realizzate da Sergio Stivaletti: sono vere, fatte col calco. Poi nel momento del cambio sono stati usati effetti speciali. Girarlo è stato abbastanza ridicolo: l'attore che doveva cambiare doveva fare un movimento con la testa all'indietro, interpretando la maschera. Abbiamo cercato di essere fedeli al fumetto numero 3, ma poi abbiamo scoperto che la fedeltà non esiste: perché tu lo stai vedendo in quel modo, magari un altro non lo vede così. Alcune inquadrature le abbiamo proprio prese dal fumetto, altre volte no. La saga di Diabolik ha un parco macchine iconico: la più iconica è la pantera aggressiva di Diabolik ed Eva, la Jaguar, l'altra, quella più corretta rispetto alla cattivissima Jaguar, è la Citroën di Ginko."
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Luca Marinelli è Diabolik, Valerio Mastandrea è Ginko
Per indossare la maschera di Diabolik è stato scelto Luca Marinelli, che ha ricordato il primo incontro con i registi: "Ricordo il momento del provino: sono arrivato con dei miei pensieri e abbiamo creato il personaggio insieme ai Manetti." Ci ha tenuto subito a demitizzare il suo lavoro sul set, spiegando come in realtà non abbia propriamente guidato la mitica Jaguar del genio del crimine: "Devo dire che l'ho guidata poco, forse in una scena, due. Sono stato spinto e forse la partenza a spinta è stata una delle esperienze migliori. Dover simulare quella potenza è fantastico."
Valerio Mastandrea è invece l'ispettore Ginko, tutore della legge ossessionato da Diabolik. Secondo l'attore però non riesce mai a prenderlo perché, nel profondo, non vuole: "Per paura di non rendere giustizia a personaggi mitici mi sono sempre inventato tutto, dando una interpretazione personale. Magari da piccolo non avrei tifato Ginko, adesso ho cercato di capirlo: mi sono detto che secondo me lui non vuole prenderlo. Si serve della legge per non prendere Diabolik."
Miriam Leone è perfetta come Eva Kant
Nonostante il film si chiami Diabolik, la vera protagonista è Eva Kant: è il suo il personaggio più interessante e su cui i Manetti si sono concentrati maggiormente. Miriam Leone è perfetta nel ruolo, che ha sentito molto suo, come ha detto in conferenza stampa: "Intanto è stato un privilegio poter entrare in questa macchina mitica. Con lei ho avuto un rapporto come con una signora elegante. Ho fatto molta attenzione, al cambio soprattutto. Mi sono ispirata alle sorelle Giussani: ho dedicato a loro tutto il mio lavoro. Sono loro che hanno creato questa donna che è un pianeta, non è un satellite di un uomo, non è al servizio di nessun uomo. Sono complementari. Le sorelle Giussani mi hanno accompagnato: ho creato questa Eva insieme a loro e insieme ai Manetti. Questo è un personaggio iconico e questa volta è un personaggio femminile all'altezza di quello maschile: spesso leggo sceneggiature di cui vorrei interpretare il ruolo maschile perché è più interessante. Invece stavolta sono perfettamente complementari."
Le canzoni di Manuel Agnelli impreziosiscono la colonna sonora di Diabolik
Insieme alla Eva Kant di Miriam Leone, la cosa migliore di Diabolik sono le canzoni scritte appositamente per il film da Manuel Agnelli. Due: "La profondità degli abissi", che si sente nella scena iniziale, e *Pam pum pam". Il cantautore le ha descritte così: "Ho scritto due canzoni: la canzone principale è quella del Diabolik che conoscono tutti, un criminale che si prende la responsabilità delle sue azioni. L'altra è quella del Diabolik che conosce soltanto se stesso, di quando poi incontra Eva, la prima persona a cui dà fiducia. La prima è molto cattiva, la seconda è in stile Aznavour."