Di uomini e cani, la recensione: come raccontare l'orrore al confine tra un kibbutz e Gaza?

Dani Rosenberg, da sempre critico nei confronti di Netanyahu, imbraccia la macchina da presa per testimoniare cosa è successo all'indomani dell'attacco di Hamas del 7 ottobre. Senza dimenticare la Palestina. Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 81.

Ori Avinoam in Di uomini e cani

Qual è il ruolo di un festival di cinema? Specie se si tratta di una delle manifestazioni più importanti del mondo come la Mostra del Cinema di Venezia? Una finestra sul mondo che per dodici giorni racchiude nelle sue sale gli sguardi di registi di ogni angolo del mondo. Ci si aspetterebbe che ciò che accade fuori da questa bolla fatta di proiezioni, conferenze e red carpet riesca a penetrare e diventarne parte integrante. E che, sopratutto, abbracci una pluralità di punti di vista. Ma quest'anno ciò che sta accadendo a Gaza sembrerebbe non essere pervenuto.

Di Uomini E Cani Natan Bahat Immagine
Di uomini e cani: Natan Bahat in un'immagine

Solo Lino Musella e Laura Morante - oltre a Giovanni Lorusso con A Man Fell, documentario sulla resilienza palestinese presentato alle Giornate degli Autori, e Neo Sora con una t-shirt con scritto 'free palestine' - ce lo hanno ricordato sul tappeto rosso di Nonostante. E proprio l'attrice è una delle firmatarie dell'appello contro "l'artwashing del genocidio di Gaza contro i palestinesi all'81° Festival del cinema di Venezia". "Due film proiettati al Festival, Of Dogs and Men e Why War", continua la lettera, "sono stati creati da società di produzione israeliane che sono complici nel mascherare l'oppressione di Israele contro i palestinesi".

Un kibbutz al confine con la striscia di Gaza

Of Dogs and Men, con il titolo italiano Di uomini e cani, presentato nella sezione Orizzonti e diretto da Dani Rosenberg, è stato girato nel kibbutz Nir Oz all'indomani dell'attacco del 7 ottobre. Tra finzione e realtà, il film racconta la storia (fittizia, ma ispirata alla realtà) della sedicenne Dar, interpretata da Ori Avinoam, che torna nella sua casa alla ricerca del cane smarrito il giorno dell'offesa di Hamas in cui sua madre è stata rapita. Lì entra in contatto con alcuni degli abitanti dell'insediamento israeliano testimoniando attraverso il suo sguardo cosa è successo quasi un anno fa al confine con la striscia di Gaza.

Di Uomini E Cani Foto
Una scena del film

Sul suo cammino incontra uomini e donne con opinioni agli antipodi, tra chi è disgustato anche solo all'idea di toccare un gioco presumibilmente preso in mano da uno dei membri di Hamas a chi, come il suo anziano vicino, afferma che non "non siamo nazisti, non possiamo sterminarli". Lo fa guardando oltre la recinzione che divide il kibbutz dal confine palestinese mentre, in lontananza, le bombe cadono su Gaza uccidendo indiscriminatamente migliaia di civili.

Un regista israeliano critico verso Netanyahu

Chi ha firmato l'appello ha portato alla luce il diritto sacrosanto di evidenziare "l'oppressione di Israele contro i palestinesi"(iniziata ben prima l'indomani del 7 ottobre). Ma è anche vero che non hanno avuto modo di vedere le due opere in questione. Per quanto riguarda Dani Rosenberg va sottolineato come il regista sia sempre stato critico nei confronti della politica di Netanyahu e di come il suo film precedente, The Vanishing Soldier, raccontasse la storia (semi-autobiografica) di Shlomi, un giovane soldato israeliano che abbandona il campo di battaglia a Gaza.

Intervistato da AcrO-Pólis lo scorso maggio, parlando sia di The Vanishing Soldier che di Of Dogs and Men, Dani Rosenberg ha dichiarato: "Israele ha già perso questa guerra brutale, folle e sadica. Questa sconfitta può anche dare una sorta di speranza per il futuro. Capire che non sei così forte come pensavi può darti l'opportunità di vedere le persone che hai di fronte. Spero che gli israeliani caccino fuori non solo Benjamin Netanyahu ma anche il suo intero governo fanatico e radicale".

Raccontare l'orrore in presa diretta

Iniziato a girare poco meno di due settimane dopo il massacro del 7 ottobre, Of Dogs and Men ha impiegato nelle riprese il regista e solo altre due persone. Una troupe ridotta all'osso che, seguendo Dar, mostra allo spettatore ciò che Hamas si è lasciata alle spalle. Abitazioni incediate, case messe a soqquadro, sangue delle vittime e degli ostaggi. Oltre ai segni di una vita precedente che non esiste più. E poi il rumore assordante e terrificante dell'allarme e degli spari che costringono la protagonista e chi la riprende a nascondersi.

Di Uomini E Cani Dani Rosenberg Set
Dani Rosenberg sul set

La domanda che si pone Dani Rosenberg è se è possibile rappresentare l'orrore sul grande schermo. La risposta di Di uomini e cani è sì. L'importante è il come. La protagonista del film, nonostante ciò che ha perso, non parla mai di vendetta contro i palestinesi e l'intento stesso dell'opera non è quello di evidenziare ciò che è accaduto da un solo lato del confine. Nella ricerca del suo cane, Dar, prova solo a ricomporre un pezzo della sua famiglia disintegrata.

Ed è proprio l'animale scomparso a servire a Rosenberg per raccontare, in un'emozionate sequenza animata, cosa vivono i palestinesi sotto le bombe di Israele. Parallelamente al viaggio della protagonista che si sposta di kibbutz in kibbutz Of Dogs and Men non censura l'altro orrore, quello che si compie nella Striscia. E fa impressione quando, nel menzionare Rafah, se ne parli come un luogo sicuro. Quel passaggio sottolinea la natura di "presa diretta" del progetto. Così come quando gli abitanti del kibbutz parlano delle stanze di sicurezza delle loro abitazioni o delle tapparelle di ferro alle finestre. La testimonianza di cosa significa vivere in un territorio da sempre in confitto la cui "normalità" è tutt'altro che tale.

L'umanità nell'orrore

Di Uomini E Cani Natan Bahat Sequenza
La protagonista in un momento del film

In un'era connessa come la nostra, la guerra passa anche attraverso i dispositivi tecnologici. La protagonista guarda sul suo smartphone immagini e video che riproducono quelli realizzati da Hamas il giorno dell'attacco così come quelli che arrivano da Gaza, con bambini in pozze di sangue e madri disperate al loro fianco. Il conflitto e le sue atrocità sono sui nostri telefoni ogni istante. Il racconto ha cambiato formato e mezzo ed è disponibile a chiunque, ovunque.Di uomini e cani nell'inserire quei filmati lavora su un doppio livello, riflettendo anche sul cambiamento dell'informazione che bypassa i medium tradizionali e scorre su Telegram.

Nonostante le polemiche e nonostante le opinioni personali sul conflitto in corso, Of Dogs and Men è una testimonianza storica e merita la nostra attenzione. Perché ha uno sguardo non fazioso che si impegna a mettere al centro una pluralità di voci. Alcune difficili da ascoltare, altre capaci di dare speranza. Perché, come la sua protagonista cerca il suo amato cane, il film di Dani Rosenberg cerca l'umanità nell'orrore.

Conclusioni

Raccontare o non raccontare l'orrore? È da questa domanda che parte Of Dogs and Men. Dani Rosenberg ha scelto di usare la sua macchina da presa per testimoniarlo. Ma nel mostrare le conseguenze dell'attacco di Hamas del 7 ottobre non ha mai uno sguardo fazioso e non dimentica la sofferenza del popolo palestinese. Un osservatore silenzioso che, attraverso la sua protagonista, ci conduce in un viaggio alla ricerca di un barlume di luce.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • La pluralità di opinioni diverse.
  • La sequenza animata.
  • L'inserimento di immagini reali attraverso l'uso dello smartphone.
  • Uno sguardo non fazioso.

Cosa non va

  • Potrebbe essere difficile per il pubblico affrontare alcune sequenze e ascoltare alcune opinioni.