Dopo il promettente inizio di stagione, siamo di fronte a un episodio di passaggio, per questa sesta stagione di Dexter. Ritroviamo il leit motiv della religione e della fede (che sicuramente ci accompagnerà per tutta la stagione), ritroviamo, precisato e approfondito, il tema del conflitto tra il Dexter serial killer, necessitato a nutrire il suo Passeggero Oscuro, e il padre che vuole per suo figlio Harrison un futuro lontano dai mostri della realtà, ritroviamo i due villain dell'episodio precedente che qui acquistano più spazio, e che iniziano a precisare meglio il loro rapporto. Ma è soprattutto un episodio che costruisce la storia e prepara il terreno per i suoi futuri sviluppi, questo Once Upon a Time..., e così va visto e valutato: con due eventi fondamentali, la promozione a tenente di Debra e la sua rottura con Quinn, destinati ad avere un impatto determinante sulla prosecuzione della serie. La sorella del protagonista, infatti, ottiene la promozione direttamente dal vice-capo Matthews, evidentemente intenzionato a vendicarsi del non meglio precisato ricatto subito da LaGuerta nell'episodio precedente: Maria ha ottenuto il suo scopo, ma a farne le spese, per una legge del contrappasso che abbiamo ormai imparato dalle scorse stagioni, è l'ex marito Angel, prima scelta del neo-capitano e anche quella che sarebbe stata, agli occhi di tutti, la più logica. Una svolta destinata ad avere ripercussioni interessanti sul personaggio di Debra e sul suo rapporto con Dexter ("sei a capo della squadra che un giorno potrebbe arrestarmi", pensa il protagonista) e che potrebbe forse preparare (ma siamo nel campo delle pure ipotesi, passabilissime di smentita) quello showdown che nel finale della stagione precedente era stato evitato solo dal fragile tessuto di una tenda, unico ostacolo a nascondere la vera natura del protagonista agli occhi di sua sorella.
Ripercussioni fondamentali su Dexter potrebbero venire anche dal secondo evento degno di nota dell'episodio, la fine del rapporto tra Debra e Quinn: la proposta di matrimonio del secondo manda nel panico la ragazza, che incapace di gestire, dopo la promozione, un altro evento dirompente per gli equilibri della sua vita, con il suo rifiuto pone di fatto fine alla relazione. Il ritorno della tensione tra il detective e il protagonista, evidente in un paio di sequenze, potrebbe portare Quinn a riprendere le indagini su Dexter interrotte nella scorsa stagione, specie ora che i legami con la famiglia del protagonista sono stati troncati.La linea narrativa principale si interseca con il bisogno del protagonista di dare nuovo "cibo" al suo Passeggero Oscuro nel personaggio di Brother Sam, interpretato da un ottimo Mos Def e carattere in linea con quelli che sembrano i temi portanti di questi nuovi episodi. La sceneggiatura gioca, secondo uno schema collaudato (anche se a dire il vero un po' prevedibile) col personaggio facendolo inizialmente apparire come negativo, e come probabile nuovo candidato a finire sul tavolo del protagonista, per poi ribaltarne completamente i tratti e candidarlo invece a possibile alleato per Dexter. Già "salvato" in passato dal tavolo del nostro killer grazie ad un arresto, redento in carcere e ora predicatore e proprietario di un'officina che offre lavoro ad ex tossicomani e criminali, il carismatico personaggio viene interrogato nell'ambito delle indagini sull'omicidio rituale che abbiamo visto nel primo episodio: i dubbi (che dapprima appaiono più simili a certezze) su di lui e sulla reale natura della sua attività vengono sciolti quando, di fronte agli occhi di Dexter, l'uomo rischia la vita per proteggere uno dei suoi impiegati, minacciato dai membri della sua vecchia banda. L'episodio, che fornisce comunque a Dexter la vittima sacrificale di turno nel killer capo della gang, mostra anche un'interessante evoluzione nel modo di pensare (e di agire) del protagonista: Brother Sam si era comunque reso colpevole, in passato, di un omicidio rimasto impunito, ma la sincerità del suo pentimento, e il suo reale cambio di vita, fanno desistere Dexter dal proposito di dargli la morte. Che anche il nostro serial killer vendicatore stia iniziando ad imparare il perdono? Nell'immediato, comunque, Dexter è costretto a chiudere un'altra porta che metteva in comunicazione la sua reale natura col mondo esterno: quella da cui spiava suo figlio Harrison, venendone spiato, con curiosità, a sua volta. Il bambino è ormai in grado di capire il linguaggio e pronuncia i suoi primi, rudimentali discorsi, ma soprattutto si addormenta con le storie narrate dal genitore: storie che raccontano di un "mostro" che terrorizza gli abitanti di un quartiere, un mostro che a un certo, però, viene eliminato da papà, che ne nasconde i resti in un posto speciale, una scatola di cui lui solo conosce l'esistenza. Dexter, nel finale dell'episodio, si convince a chiudere definitivamente questo canale di comunicazione con Harrison, intuendone la pericolosità: la sua vita non è una fiaba, e il finale potrebbe essere tutt'altro che lieto. E' meglio che al mondo delle fiabe restino confinati i mostri che a suo figlio è dato conoscere: il montaggio alternato tra la nuova favola raccontata dal protagonista al piccolo Harrison (quella più convenzionale dei tre porcellini) e le immagini del nuovo rapimento compiuto dai due inquietanti fanatici religiosi, è a questo proposito esplicito. I lupi della realtà sono molto meno riconoscibili di quelli delle favole, sono più subdoli e le conseguenze delle loro azioni ben più devastanti: lo stesso Dexter, lupo tra i lupi che ha la sola particolarità di scegliere con più attenzione le sue prede, lo sa bene. Se pure un lieto fine non sarà possibile, forse, per sé, il protagonista è più che mai deciso a garantirlo a suo figlio.
Movieplayer.it
3.0/5