Davvero un esordio interessante quello del venezuelano Lorenzo Vigas, che porta in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2015 questo Desde allá (From afar, da lontano, Ti guardo nella versione italiana), un dramma dai temi forti (pedofilia, omosessualità, vendetta) ma realizzato con grande tatto ed eleganza e più di una sorpresa nel finale.
Il film è ambientato a Caracas e racconta di uomo di mezza età, Armando, che gestisce un laboratorio di protesi dentali e vive in completa solitudine: niente amici, niente moglie e figli, solo una sorella che vede raramente ed un padre che guarda e odia, ma da lontano e senza mai farsi vedere. Sempre da lontano, e senza mai toccare, osserva anche il corpo dei minorenni che paga profumatamente per poi masturbarsi. Tra questi ragazzi c'è anche Elder, giovane criminale violento e irruente, che inizialmente sembra stare al gioco di Armando ma in realtà lo picchia, gli ruba i soldi e poi fugge. Ma proprio dopo questo episodio nasce un morboso rapporto tra i due che avrà conseguenze inaspettate.
Guardare ma non toccare
Il modo di vivere e (non) relazionarsi di Armando, il regista lo esprime con un interessante lavoro sulle inquadrature e sulle messe a fuoco: per tutta la prima parte del film, in particolare, noi spettatori siamo lontani da quanto accade sullo schermo proprio come il protagonista, incapace di avvicinarsi, di farsi avanti, di toccare. L'arrivo in scena di Elder cambia tutto, rompe gli schemi e gli equilibri che Armando aveva costruito durante la sua intera esistenza, e costringe Armando ad affrontare il passato, la propria (omo)sessualità e a cercare un rapporto reale con un'altra persona. Elder lo costringe a vivere in prima persona e non più solo guardare.
Il cuore di Desde Allà è proprio qui, in questo straordinario duetto tra un interprete di grande esperienza come Alfredo Castro (attore feticcio di Pablo Larrain) ed il giovanissimo e sorprendente esordiente Luis Silva: i due personaggi lottano, si amano, scappano l'un l'altro per poi ritrovarsi, e, sebbene la sceneggiatura sia piuttosto parca di dialoghi, il loro rapporto per quanto complesso e contraddittorio non suona mai falso.
Le conseguenze dell'odio e dell'amore
Quello tra Armando e Elder, però, non è un rapporto destinato a durare, perché ci sono alcuni limiti che non possono essere superati, divieti che non possono essere infranti. "Cose" che si possono guardare sì, ma mai toccare. Nel momento in cui questi limiti vengono varcati il sottilissimo equilibrio che si stava creando istantaneamente si rompe. Tra Armando ed Elder, certo, ma anche tra quello che sembrano rappresentare: due anime diverse, anzi opposte, di una città, di una società e di un intero paese che fatica a convivere, e che difficilmente può dimenticare o perdonare.
Movieplayer.it
3.5/5