Recensione Mal'aria (2008)

Mal'Aria non lesina in argomenti ed intrighi ed è una piacevole ventata di originalità nel panorama televisivo italiano, grazie ad un soggetto interessante impreziosito dal una convincente performance degli attori.

Delitti e misteri nella terra del Duce

Per quanto si sia spinto in avanti nel proprio cammino verso la razionalità, l'uomo non vive di sole evidenze. Per colmare i vuoti della conoscenza, quegli abissi scuri in cui rimaniamo soli con noi stessi e con le nostre paure, abbiamo cercato risposte, abbandonato speranze, e a volte inventato spiegazioni. E, lì dove non arrivano la scienza e il materialismo, ci ha pensato la leggenda a intervenire, a ristabilire un ordine, sebbene fittizio, di fronte al caos dell'ignoto.
Capita che perfino gli individui apparentemente più insospettabili diventino vulnerabili al potere del fantastico: è il caso del dottor Carlo Rambelli, giovane medico romano inviato nel ravennate per investigare, per conto del governo fascista, su alcuni sospetti casi di malaria. Fin da subito il compito gli si rivelerà più arduo del previsto, perché all'emergenza sanitaria si sommerà anche l'inquietudine per le morti sospette dei due medici locali. Nessun animale può aver provocato le lacerazioni da morso che sono state loro fatali, e il paese tutto, aizzato dall'anziano agricoltore Corzani, non tarderà ad attribuire la responsabilità degli efferati omicidi alla Borda, una leggendaria strega locale che si dice, tra l'altro, provochi la malaria con il suo soffio mefitico. Carlo, già messo in difficoltà dalla reticenza dei paesani a lasciarsi curare con i metodi classici della medicina, giudicati inefficaci per combattere i sortilegi della Borda, vedrà vacillare le sue stesse certezze quando, smarritosi nella palude, sentirà anch'egli una misteriosa voce femminile. Osteggiato perfino dalla natura del luogo, a lui particolarmente avversa per colpa di una fobia dell'acqua che lo tormenta fin dall'infanzia, segnata dalla morte della madre, Carlo troverà però aiuto e conforto in Elsa, la giovane nipote di Corzani, che, nonostante i forti sentimenti che fin da subito l'hanno avvicinata al medico, nasconde inquietanti segreti.

La fiction di Bianchini non lesina certo in argomenti ed intrighi. Questo soprattutto per merito dell'opera letteraria a cui si ispira, Mal'aria di Eraldo Baldini, in cui giallo e fantasy si mescolano, dando vita ad un mistero avvincente e ben congegnato. Il confronto con l'elemento fantastico è quindi il cardine principale attorno al quale si dipana tutta la vicenda: da un lato sarà infatti l'intero paese, succube della figura carismatica di Corzani, a dover fare i conti con le conseguenze delle paure in cui si è rinchiuso, ma è soprattutto nell'interiorità di Carlo che si dovrà compiere un doloroso cammino, verso la sconfitta dei propri fantasmi ma anche, forse, verso un'autentica rinascita.
La cornice storica in cui sono ambientati i fatti offre però ulteriori spunti narrativi: la contrapposizione tra l'arma dei Carabinieri e la Milizia fascista, come anche la figura del laido conte Ruggeri, che spadroneggia per le strade, grazie alla sua armata di camicie nere, come nei campi, in cui molesta incolpevoli mondine, contribuiscono ad intorbidire un quadro già di per sé inquietante. Non manca, come in ogni favola che si rispetti, la battaglia tra i due rivali in amore: la bella Elsa sarà infatti contesa da Carlo e da Oreste, prepotente ufficiale fascista, e se le preferenze della ragazza andranno fin da subito al medico timido e gentile, non le sarà comunque permesso, dai fragili equilibri su cui si fonda la vita di paese, osteggiare apertamente la corte del militare.

Amore, eroismo, mistero e magia non sono elementi facili da trovare in una fiction nostrana: il film di Bianchini è quindi una piacevole ventata di originalità nel panorama televisivo italiano. Il soggetto interessante, ben trasposto su pellicola dagli sceneggiatori Giovanna Koch e Stefano Sollima, è impreziosito da una convincente performance degli attori, tra cui spiccano non soltanto i protagonisti Ettore Bassi e Sarah Felberbaum, ma anche un bravissimo Eros Pagni nei panni di don Bruno. Non sembra mancare nessuno degli ingredienti necessari a decretare il successo di una pellicola, e in questo caso si tratterebbe di un successo ampiamente meritato.

Movieplayer.it

3.0/5