Delitti e castighi in alta montagna
In un isolato paesino spagnolo due speleologi vengono ingaggiati dal sindaco per studiare e portare alla luce un gruppo di grotte casualmente rinvenuto nei dintorni, con la speranza di un rilancio turistico-economico di una zona rurale ormai preda di un naturale spopolamento. Così Pedro ed Esteban giungono in paese, si sistemano e poi partono per la prima ricognizione. I due si calano tra le rocce e ad attenderli fuori nel bosco resta Gabi, la splendida moglie di Esteban, che durante l'attesa viene assalita da un maniaco sessuale. Scampata alla morte ma in preda ad un forte shock Gabi viene soccorsa dal marito e dal suo amico che si metteranno sulle tracce dell'uomo decisi a farsi giustizia da soli. Inizia così una caccia spietata tra le radure circostanti e nei casolari di campagna, una rabbiosa e affannata discesa negli abissi della vendetta e della propria coscienza che spingerà ogni singola persona coinvolta a commettere gesti inconsulti e azioni assurde facendo sprofondare tutti in uno stato brado senza vie di mezzo.
Un assolato campo di girasoli cela tra i suoi anfratti il corpo di una donna violentata ed uccisa, il pericolo di un mostro che si aggira nei paraggi fa contrarre ancor di più la voglia di socializzazione all'interno di una comunità montana già assai minuscola. L'atteggiamento nei confronti delle novità e in particolare del gruppetto di speleologi, con bella consorte annessa, non viene visto troppo di buon occhio. Per le vie del centro si respira un alone di sospetto e di diffidenza, un'atmosfera ancestrale troppo surreale per essere vera ai tempi d'oggi.
Per questo suo agghiacciante esordio alla regia lo spagnolo Jorge Sánchez-Cabezudo sceglie un efficace puzzle narrativo che smembra la storia in ben sei capitoli ricostruendo il fatto da sei diverse angolazioni, quelle dei sei personaggi principali, aggiungendo di volta in volta quel particolare in più capace di ampliare il racconto e indugiare su azioni e soprattutto reazioni dei protagonisti. Il montaggio è serrato, la ricostruzione assai meticolosa (a tratti anche troppo), la macchina da presa si fissa su un personaggio alla volta per scrutarne movimenti ed emotività per poi passare ad un altro e ad un altro ancora, regalando allo spettatore una visione d'insieme desolante quanto affascinante dell'animo umano. Non mancano i colpi di scena né i capovolgimenti di fronte e in un crescendo di violenza, dubbi, tradimenti e paure si giunge lentamente ad un lento e inesorabile epilogo.
Presentato alle Giornate degli Autori veneziane del 2006, La notte dei girasoli sbarca nelle sale italiane a due anni di distanza dal successo in patria che gli è valso tre nomination ai premi Goya.
Movieplayer.it
3.0/5