Clayface sta vivendo i suoi fatidici 15 secondi di notorietà. In verità è già tra i villain più vecchi e noti di Batman e molto apprezzato soprattutto dai fan duri e puri dell'universo DC, anche dai millennial cresciuti con la mitica serie animata degli anni '90. È forse meglio dire che il personaggio sta allora vivendo una nuova e meritata ribalta per merito di un entusiasmo artistico salubre e promettente. Nel corso di circa 80 anni di produzioni a tema Uomo Pipistrello e in senso più ampio a marchio DC, l'etichetta Warner Bros. ha tendenzialmente proposto sempre nuove versioni degli stessi supereroi o super cattivi. Con l'esordio del poi fallimentare DCEU hanno provato ad allargare i propri orizzonti a un parterre di protagonisti mai sfruttato prima, da Flash ad Aquaman o alla Suicide Squad.
È però con il recente annuncio del DC Universe guidato da James Gunn e Peter Safran che l'ottica creativa dello studio sta finalmente dilatando una visione produttiva a lungo rimasta sfocata, mettendo bene a fuoco le prospettive artistiche future. In particolare, l'obiettivo è non ripetere gli errori del passato e sfruttare le centinaia di personaggi in loro possesso tra cinema e serie televisive, puntando su progetti eterogenei e virtuosi, sceneggiatori emergenti e applauditi e su alcune delle storie a fumetti più innovative o memorabili dell'amplissima libreria DC. E per Clayface sembrerebbero valere tutte è tre le colonne portanti del nuovo corso.
Il fattore malleabilità
Quando scriviamo che Faccia d'Argilla o Uomo di Creta è uno dei nemici più storici di Batman, intendiamo letteralmente. Non solo la sua prima apparizione è targata 1940, appena un anno dopo il debutto di Superman nel 1939 - considerato il primo supereroe della storia - ma è anche stato creato dai mitici Bill Finger e Bob Kane, autori del Cavaliere Oscuro. E sì, è persino stato pubblicato pochi mesi prima dell'avvento del Joker, il clown criminale considerato ancora oggi la nemesi di Batman. A differenza dello spietato e sorridente collega, comunque, per Clayface le porte del cinema sono sempre state barrate finora, pure se paradossalmente è il personaggio che più di altri con il mondo del cinema ha un profondo legame creativo e concettuale, almeno nella sua iterazione più famosa e idolatrata. Stiamo infatti parlando del Clayface originale, Basil Karlo, il cui nome non solo si ispira al leggendario Boris Karloff dei mostri Universal, ma è lui stesso un attore. Il compito dell'interprete è da sempre quello di piegare il proprio talento alla volontà della sceneggiatura e del regista, di annullare il proprio ego - inteso come Io - e trasformarsi nei personaggi richiesti, scomparendo negli stessi. Un bravo attore deve essere malleabile e sapersi adattare, motivo che per molti performer significa correre il rischio di entrare fin troppo dentro le dinamiche del proprio personaggio, portando anche a una crisi d'identità (spesso per chi sfrutta il metodo).
Ecco, al netto dei restanti sei Clayface esistenti - e di pari dignità - Karlo rappresenta l'emblema dell'attore trasmutato in contrappasso in villain, impazzito a causa del suo lavoro e con capacità mimetiche in primis e straordinarie poi rimesse in capo a obiettivi terroristici e criminali. Capite bene come dentro l'Uomo d'Argilla sopravviva anche oggi una riflessione fondamentale e quasi shakespeariana sul ruolo dell'attore e un'intuizione geniale su come sfruttarla tra Fantasma dell'Opera (una delle principali ispirazioni di Finger per il personaggio) e invenzione fumettistica tout court. È la malleabilità di Clayface intesa in ogni suo aspetto, intimo e fisico, a renderlo un nemico dal potenziale traspositivo impressionante, ma è anche lo stesso motivo per cui tradirlo in un adattamento superficiale e senza virtù ha frenato molti dal provarci, oltre al fatto che non è né bello né carismatico come un Joker, un Enigmista o un Due Facce. È sporco, grosso e cattivo, ma possiede anche un'intelligenza strategica e camaleontica che lo rendono unico e affascinante, e sfruttare tutte queste peculiarità in una scrittura autoriale ispirata potrebbe rendere un film su Clayface di pari grado al Joker di Todd Phillips. È così che arriviamo ai motivi che ci fanno tornare a parlare oggi dell'Uomo di Creta.
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Una brutta giornata
In una delle collane DC Comics più intelligenti e interessanti del momento, Clayface è uno dei principali protagonisti. Stiamo parlando di Batman: One Bad Day, una serie di storie autoconclusive dove si approfondiscono un numero dopo l'altro psicologia e origini di alcuni dei villain più conosciuti di Batman, da L'Enigmista a Bane fino ad arrivare appunto all'Uomo d'Argilla. E proprio il volume di Clayface scritto da Collin Kelly e Jackson Lanzing e disegnato - magistralmente - da Xermanico è uno dei più blasonati e apprezzati, considerato tra le migliori opere mai concepite sul personaggio. E non è un caso che torni proprio agli albori concettuali di Finger, rimettendo al centro del discorso narrativo Karlo e il ruolo dell'attore. Parliamo di questo perché è chiara l'intenzione di Gunn di appoggiarsi a racconti inventivi e decisi, che sappiano elevare al meglio le peculiarità di un personaggio così da innalzare il livello dello storytelling. Per questo sta puntando su autori come Tom King, Grant Morrison o Warren Ellis, guardando al recente corso fumettistico DC anziché a un passato sì, glorioso, ma in forte necessità revisionistica. Clayface attira interesse per la sua storia e la sua latenza di possibilità, virtualmente trasponibile con o senza superpoteri, adattabile al contesto dello Universe supereroistico ma soprattutto perfetto per l'Elseworld senza abilità sovrannaturali e completamente immerso nel genere.
E infatti secondo l'affidabile Deadline non solo Clayface potrebbe essere uno dei nemici di The Batman 2 ma a quanto pare avrebbe anche attirato l'attenzione del talentuoso Mike Flanagan (The Haunting of Hill House, Midnight Mass, Doctor Sleep), che ammirato dal personaggio e forse dall'albo di One Bad Day avrebbe già proposto un pitch - un'opzione d'adattamento - a James Gunn. Molto più probabile che compaia nelle sue vesti istrioniche e con abilità umane nel secondo capitolo di The Batman, considerando il percorso neo noir e grounded del franchise, mentre sotto l'egida creativa di Flanagan potremmo forse ammirare un Clayface molto più inquietante e dotato di poteri straordinari, guardando anche in questo caso alla filmografia dell'autore. È certo che i DC Studios abbiano ora tra le mani due progetti "di creta" che ci auguriamo fortemente vengano maneggiati eventualmente lavorati e maneggiati con cura per creare opere di forma e spessore che sappiano sorprendere.