Correva l'anno 1998, e il 20 gennaio il canale televisivo WB, reduce dal successo di Buffy - L'ammazzavampiri, puntò su un altro serial dal target adolescenziale e nato dalla penna di una firma di genere: Dawson's Creek, prima fatica catodica dello sceneggiatore Kevin Williamson (Scream). Intrisa di cinefilia, la serie andò in onda per sei stagioni (l'ultimo episodio fu trasmesso il 14 maggio 2003) e lanciò le carriere dei quattro protagonisti James Van Der Beek, Katie Holmes, Joshua Jackson e Michelle Williams. A distanza di oltre vent'anni rimane un oggetto di culto per un'intera generazione, tra episodi che trattano apertamente tematiche legate al sesso che all'epoca erano ancora per lo più tabù sul piccolo schermo, dialoghi non per forza realistici ma comunque coinvolgenti e la mitica sigla, il brano I Don't Want to Wait di Paula Cole. Per festeggiare l'arrivo dello show su Netflix, ecco alcune curiosità al riguardo.
1. Musiche alternative
La prima scelta musicale dei produttori per i titoli di testa era Hand in My Pocket di Alanis Morissette, usata nella prima versione del pilot. La cantante canadese decise però di non concedere i diritti, costringendo gli autori dello show a ripiegare su I Don't Want to Wait (ma la canzone di Morissette fece poi capolino nella puntata finale). Questo però non è sempre stato il brano ufficiale della serie, a seconda di come la si guarda: per la messa in onda internazionale della prima stagione fu usato Run Like Mad di Jann Arden, presente anche per le edizioni DVD dalla terza stagione in poi (ma solo per la traccia audio inglese). L'home video comportò anche altre modifiche legate ai diritti musicali in generale, con alcune scene nella quinta e sesta stagione che furono modificate o eliminate del tutto.
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2. Non siamo più nel Massachusetts
Pur essendo ambientato a Capeside, cittadina fittizia del Massachusetts, lo show era in realtà girato a Wilmington, nel North Carolina, sia per gli esterni che per gli interni (usando i teatri di posa della EUE/Screen Gems). Dawson's Creek fu la prima serie TV a servirsi degli stabilimenti a lungo termine, e diede alla regione un aumento di popolarità per le produzioni audiovisive. Dopo la conclusione della serie gli stessi teatri di posa furono usati per un altro programma della WB, One Tree Hill, per certi versi l'erede spirituale di Dawson's Creek (il protagonista di One Tree Hill, Chad Michael Murray, aveva persino avuto un ruolo ricorrente nella quinta stagione, suggellando il passaggio di consegne).
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3. Autobiografia, portami via
Per esplicita ammissione di Williamson, il personaggio di Dawson è spudoratamente autobiografico, in particolare per quanto riguarda la passione per il cinema e il rapporto platonico (nella prima stagione) con la vicina di casa (l'autore affermò che la donna su cui è basata Joey si sarebbe facilmente riconosciuta in alcuni piccoli momenti).
Questa componente fu portata al culmine logico nell'episodio finale, il primo scritto da Williamson dopo aver lasciato la serie al termine della seconda annata, dove Dawson è diventato il creatore e produttore esecutivo di un teen drama intitolato The Creek.
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4. Niente sesso, siamo americani!
Come già detto in apertura, le tematiche sessualmente esplicite, seppure nei limiti di quanto concesso dalla censura televisiva, furono oggetto di controversia ai tempi della prima messa in onda. Diversi critici rimasero costernati dinanzi ad alcuni dialoghi nei primi episodi, e il Parents Television Council giudicò Dawson's Creek il peggior programma televisivo delle stagioni 1997-1998 e 1998-1999 poiché la serie, teoricamente destinata a un pubblico giovane, conteneva rimandi costanti al sesso prematrimoniale, alla contraccezione, alla pornografia e all'omosessualità, con l'aggravante aggiuntiva di considerare quest'ultima accettabile. Queste lamentele portarono una delle case di produzione, la Procter & Gamble, ad abbandonare la serie prima ancora che il pilot andasse in onda.
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5. Spin-off ma non proprio
Nell'estate del 2000, mentre Dawson's Creek era in pausa, la WB mandò in onda uno spin-off, Young Americans, che non godette del successo del prototipo e fu cancellato dopo appena otto episodi. Protagonista della serie era Will Krudski, un vecchio compagno di classe di Dawson, Joey e Pacey, di passaggio a Capeside al termine della terza stagione prima di tornare a New Rawley. Secondo alcuni esperti americani Young Americans non va considerato uno spin-off vero e proprio, per un semplice motivo: lo show era già in produzione indipendentemente da Dawson's Creek, e il personaggio di Will fu inserito nella serie principale per motivi puramente promozionali, nel tentativo di sfruttarne la popolarità.
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6. Rimandi d'autore
Kevin Williamson è noto anche come sceneggiatore di Scream e So cosa hai fatto, e per questo motivo nel corso degli anni alcuni oggetti di scena dei due franchise fecero capolino all'interno dello show. Ironia della sorte, Joshua Jackson era apparso anche in Scream 2, mentre James Van Der Beek si prestò a un cameo autoironico in Scary Movie, che mette alla berlina entrambe le creature di Williamson, usando anche il titolo inizialmente previsto per il film di Wes Craven che riflette sulla natura del cinema horror. Nel cameo, l'attore sale per raggiungere la finestra della stanza della protagonista, per poi rendersi conto di aver sbagliato casa.
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7. Nomen omen
Il titolo della serie significa "il torrente/ruscello di Dawson", e una teoria su quell'appellativo, poi dimostratasi errata, era che il protagonista si sarebbe suicidato nell'episodio finale e il suo corpo sarebbe stato ritrovato in un torrente. C'è però un curioso legame tra il titolo dello show e il nome dell'interprete principale, James Van Der Beek: l'attore è infatti di origine olandese da parte di padre, e nei Paesi Bassi il suo cognome significa letteralmente "dal torrente". Un'altra buffa curiosità anagrafica riguarda il cane di Kevin Williamson, al quale egli diede il nome Dawson quando era convinto che nessun network gli avrebbe dato il via libera per realizzare la serie.
8. A chi rivolgersi?
Kevin Williamson si era inizialmente rivolto alla Fox con la proposta della sceneggiatura del pilot, ma il network non volle procedere a causa degli ascolti in calo di un'altra serie dai toni simili, Cinque in famiglia (che chiuse i battenti nel 2000, due anni dopo l'esordio di Dawson e compagnia bella). Ebbe maggiore fortuna con la WB, che mieteva successi grazie a una certa Buffy e voleva altri programmi con lo stesso target. La collaborazione andò talmente bene che alcuni anni dopo la conclusione dello show, dopo che il network si era fuso con UPN per diventare la CW, Williamson tornò all'ovile con un'altra idea: The Vampire Diaries, altro grande successo.
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9. Per nulla come Dawson
Già durante la messa in onda dello show James Van Der Beek cercò di dimostrare di non essere soltanto Dawson Leery, interpretando il ruolo del cinico manipolatore e donnaiolo Sean Bateman (fratello del serial killer Patrick Bateman) ne Le regole dell'attrazione, adattamento dell'omonimo romanzo di Bret Easton Ellis. Come ci ha raccontato il regista Roger Avary, la scelta era tra lui e James Franco, e Van Der Beek - che anche successivamente si è divertito a sovvertire la propria immagine - la spuntò proprio per la percezione che il pubblico aveva di lui.
10. Casting alternativo
In un mondo parallelo esiste forse una versione dello show dove Pacey ha il volto di Jason Biggs, che fu uno degli attori a sostenere il provino per la parte dell'amico di Dawson. Non che lui sia particolarmente dispiaciuto, immaginiamo, poiché gli impegni seriali gli avrebbero forse impedito di far parte di American Pie e dei suoi sequel, altro fenomeno adolescenziale di quegli anni. Biggs ha poi comunque avuto modo di recitare, in modo molto autoironico, con James Van Der Beek, grazie a Kevin Smith: in Jay & Silent Bob... Fermate Hollywood! sono loro due a interpretare le versioni cinematografiche dei supereroi fattoni Bluntman e Chronic.