Non poteva iniziare in modo migliore il Ravenna Nightmare Film Fest, in scena dal 31 ottobre all'8 novembre, per la prima volta in streaming su Mymovies.it. Non c'è un artista che sappia addentrarsi nei nostri incubi e rivelarceli in tutta la loro angosciante essenza come David Lynch. David Lynch e il perturbante è stata la straordinaria Lectio Magistralis di Andrea Chimento, in collaborazione con LongTake.it, andata in scena sabato 31 ma disponibile sulla piattaforma per tutta la durata del festival. Per "perturbante" si intende un concetto ben preciso sviluppato da Sigmund Freud e che Lynch ha portato spesso nelle sue opere.
Sigmund Freud e la negazione di ciò che è familiare
"Unheimlich". Che cosa vuol dire questa parola tedesca? Secondo Sigmund Freud connota la negazione di ciò che è familiare, la non familiarità in un contesto familiare, o che almeno dovrebbe esserlo. Secondo Freud gli elementi più inquietanti sono quelli che avvengono in contesti che conosciamo bene, ambienti familiari. Un elemento di inquietudine che si inserisce in un contesto rassicurante finisce per diventare ancora più disturbante, spiazzante, doloroso. Se ci pensate in David Lynch la paura, il pericolo esplodono spesso in contesti rassicuranti.
David Lynch, un artista felice con la mente invasa da incubi
Velluto Blu: dall'idillio all'Uomo della sabbia
Velluto Blu, il suo film del 1986, è chiaramente uno di questi casi. L'incipit del film, che ha fatto scuola e racchiude in sé tutto il senso del cinema del cineasta di Missoula, ci mostra proprio quello di cui stiamo parlando: immagini idilliache, serene, al limite dell'edulcorato. Le case bianche, il camion con il pompiere che saluta, i bambini che escono sereni da scuola sono dipinti con accese tinte pastello. Un uomo annaffia il prato, una donna sorseggia il suo the. Eppure, all'improvviso, a quell'uomo succede qualcosa. E poi veniamo inghiottiti dal prato sottostante, ci immergiamo in esso, fino a vedere cosa si nasconde al suo interno: degli insetti che lottano rabbiosi per accaparrarsi il cibo. Ecco il pericolo che entra nel quotidiano, il perturbante in un contesto familiare. Andrea Chimento ci suggerisce un'ulteriore chiave di lettura. Un racconto di E.T.A. Hoffman, L'uomo della sabbia, prende una creatura che nasce come amico dei bambini - mette loro la sabbia negli occhi per assicurare bei sogni - e ne ribalta le premesse: diventa una creatura che, con quella sabbia, vuole cavare gli occhi ai bimbi. Quando, più tardi, in Velluto Blu, ascolteremo, in un'altra sequenza da pelle d'oca, In Dreams di Roy Orbison, le parole "un clown color caramella che chiamano l'uomo della sabbia" capiremo dove ci troviamo: in un incubo, più che in un sogno. E anche il ribaltamento dell'uomo della sabbia, da familiare a pericoloso, è perturbante.
Twin Peaks: da un percorso familiare al salotto di casa
In questo percorso non può mancare I segreti di Twin Peaks, la serie di Lynch e Mark Frost iniziata nel 1990, forse la sua opera in cui è più evidente il concetto di perturbante. Anche qui Chimento lavora sull'incipt. Twin Peaks - dopo la carrellata su Josie Packard/Joan Chen vista allo specchio, che anticipa un tema chiave della serie, il doppio - si apre proprio con una persona che fa un percorso familiare: è Pete Martell (l'amatissimo Jack Nance, attore feticcio di David Lynch) che esce da casa per andare a pesca, come ogni mattina. Come il Jeffrey Beaumont di Velluto Blu, trova qualcosa sul suo percorso. Non è un orecchio, ma un cadavere. "È morta, avvolta nella plastica" è la famosa frase che apre la serie. Che, non a caso, in Italia fu mandata in onda con il titolo "I segreti di Twin Peaks". Ogni casa ha i suoi segreti, e questa è proprio una delle chiavi di Twin Peaks: in ogni famiglia si nasconde qualcosa. Il volto di Laura Palmer avvolto nella plastica è il perturbante che irrompe nella tranquilla cittadina americana ai confini con il Canada. Un posto dove, ci suggerisce Chimento, nascosti ci sono esseri umani che, come gli insetti di Velluto Blu, lottano tra loro per soldi, amori, orgogli, vendette. Anche un'altra scena chiave di Twin Peaks, l'assassinio di Maddy (Sheryl Lee), la cugina di Laura Palmer, "donna che visse due volte" (non a caso di chiama Madeleine, come la protagonista del film di Hitchcock), è il perturbante per eccellenza: avviene nel salotto di casa Palmer, in teoria il luogo dove ci si dovrebbe sentire più sicuri al mondo.
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Strade perdute: infilarsi in un buco nero
Così come dovrebbe essere sicura la casa di Fred Madison (Bill Pullman), il protagonista di Strade perdute, il film di David Lynch del 1997, il primo di tre ambientati a Los Angeles. Non è sicura affatto, visto che a Fred e alla moglie (Patricia Arquette) vengono recapitate delle videocassette che mostrano la casa ripresa, prima dall'esterno, poi dall'interno. Anche qui c'è una minaccia che sentiamo arrivare proprio dentro un contesto familiare. C'è una scena, in particolare, che Chimento ci segnala come simbolo perfetto del perturbante: è quella in cui Fred si addentra in un corridoio della casa, ma pare infilarsi in un buco nero, in un tunnel oscuro, che è il luogo dove si addentra la sua anima. In un'altra scena, la comparsa del Mistery Man, ci porta ancora verso il perturbante. Il demiurgo che Fred incontra a una festa, infatti, rivela che, in quel momento, si trova contemporaneamente a casa sua, e dice di chiamarlo per verificare. Il luogo inviolabile per eccellenza, casa propria, è violato.
Mulholland Drive: è strano chiamare se stessi
Mulholland Drive, il capolavoro di David Lynch del 2001, continua in qualche modo il discorso di Strade perdute. È un film sull'identità, sul doppio, un film sui riflessi. Rita (Laura Harring), dopo un incidente deve ritrovare se stessa, la sua vita, e la sua casa. "È strano chiamare se stessi" dice mentre prova a chiamare quella che dovrebbe essere stata la sua casa. E, una volta arrivata nel posto individuato, ecco che in un luogo che dovrebbe essere familiare, rassicurante, caldo, trova invece qualcosa di sconvolgente. Rita, che entra insieme a Betty (Naomi Watts), viene accolta da un odore tremendo. E, entrando in camera da letto, troverà un cadavere in stato di putrefazione. Ancora una volta un luogo che dovrebbe darci sicurezza, ci dà invece terrore.
Inland Empire: un bambino uscì fuori a giocare
La brillante lezione di Andrea Chimento, da vedere assolutamente, si chiude con il terzo film losangelino di David Lynch, il suo ultimo film realizzato per il cinema, Inland Empire del 2006. La scena scelta da Chimento è il dialogo tra la protagonista, Laura Dern (un'attrice che deve interpretare il remake di un film polacco mai finito) e Grace Zabriskie, la sua vicina di casa. Si svolge anche questa in un contesto domestico, una magione ampia ed elegante. Lynch crea straniamento già inquadrando i volti delle attrici in primissimo piano, quasi deformandoli. E poi mettendo nella bocca di Grace Zabriskie (la Sarah Palmer di Twin Peaks, madre di Laura) delle frasi inquietanti e apparentemente senza senso. "Un bambino uscì fuori a giocare, e causò un riflesso, il male era nato". Il riferimento è ancora una volta al riflesso, allo specchio, al doppio. E ancora una volta tutto questo avviene in un ambiente domestico. Ecco tornare ancora una volta il perturbante. Ma questi sono solo alcuni spunti della lezione di Chimento. Andate a gustarvela tutta dall'inizio alla fine.