Ospite d'eccezione della città di Milano, il poliedrico David Lynch ha partecipato alla conferenza stampa organizzata a Palazzo Isimbardi, in occasione della quale ha erudito i giornalisti sul tema della meditazione trascendentale, poi approfondito nel corso di un lungo incontro pomeridiano allestito al Teatro Del Verme e rivolto a scuole e insegnanti. L'iniziativa è promossa dall'Assessorato all'Istruzione e dalla David Lynch Foundation assieme all'Associazione Meditazione Trascendentale Maharishi. Il geniale regista ricorre a questa pratica da decenni e ne riconosce gli ampi meriti, primo tra tutti quello di favorire la creatività. Lynch si dichiara un uomo felice e sereno - nonché un artista realizzato - grazie alla meditazione, tanto che nel corso della conferenza ha più volte accennato alla sua eccezionale cinematografia per spiegare la relazione tra questa e il suo percorso interiore.
Da quanto fa meditazione trascendentale? David Lynch: La pratico da quarant'anni; bastano solo venti minuti la mattina e venti la sera e la qualità della vita si alza sensibilmente. In tutto questo tempo non ho mai saltato la meditazione neanche una volta. Tutto è iniziato quando ho sentito la frase "La felicità è dentro di noi, non fuori": mi suonava vero, sebbene non spiegasse dove fosse esattamente questo "dentro di noi" o come raggiungerlo, ma la bella notizia è che ogni essere umano ha dentro di sé questo tesoro che è alla base di tutta la materia. La meditazione trascendentale è una tecnica che ti permette di viaggiare dentro te stesso attraverso livelli diversi della mente e dell'intelletto e dai confini di questo si trascende per raggiungere l'oceano infinito della coscienza.
Questa tecnica ha favorito o aiutato la sua arte?Certamente. Bisogna premettere che il primo vantaggio che si ottiene è il sollievo dal peso della negatività: una volta alleggeriti e liberati da ogni cruccio della nostra vita ci si sente moto bene fisicamente e si prova felicità nel fare le cose. I vantaggi successivi sono flusso costante di idee e miglioramento nelle relazioni personali. Il mondo sembra sempre più bello e questo aiuta sia nel lavoro che nel divertimento. La negatività distrugge il flusso della creatività, quando la pressione comincia ad abbandonarti finalmente questo torna a scorrere, diventa più facile captare le idee.
La sua attività cinematografica però è anteriore a questa svolta.
Si può essere un artista e produrre cose meravigliose anche senza meditare, ma nel mio caso mancava la felicità. Prima di iniziare ero pieno di rabbia e me la prendevo con la mia prima moglie, rendendole la vita difficile. Ho iniziato a meditare e in due settimane la rabbia mi ha abbandonato, senza che facessi niente per scacciarla. Se ne è andata, semplicemente, senza che mene accorgessi e mia moglie mi ha avvicinato e mi ha detto che non mi vedeva più arrabbiato. Ci si sente subito molto meglio, e il buon senso conferma che questa sensazione di sollievo aiuta a lavorare meglio: nel mio caso, a fare film.
Mi chiedono sempre: "Se sei felice perché fai film così disturbanti?". Io rispondo che amo le idee e le storie, storie che contemplano sia cose concrete che astratte. Ci sono sempre state storie che portano dentro di sé situazioni di vita e di morte, le cose nascoste e le emozioni più diverse. E io amo raccontarle. Tutto qui.
Dove ha meditato qui a Milano?
Va bene un posto qualsiasi, io mi sono seduto sulla sedia del mio albergo.
Quali sono i suoi prossimi progetti cinematografici? Forse un film sulla meditazione trascendentale?
Dice che così perché pensa che gli spettatori dopo aver visto un mio film hanno bisogno della meditazione? No, non farò un film sulla meditazione, ma un documentario su Maharishi Mahesh Yogi [il guru fondatore di questa tecnica, ndr].