Ospiti internazionali delle grandi occasioni per la 64esima edizione dei David di Donatello 2019: come cornice ancora gli Studi di via Tiburtina e la diretta su Rai Uno, con la conduzione di Carlo Conti, che ha presentato sul palco Uma Thurman, incaricata di premiare il miglior attore protagonista e vincitrice del David Speciale, Alfonso Cuaron, che ha ritirato il riconoscimento al miglior film straniero per il suo Roma. In questa intervista a Tim Burton, parliamo del regista di Dumbo, a cui è stato consegnato un premio alla carriera, così come a Dario Argento.
"Ho fatto film per quarant'anni e finalmente si sono ricordati di darmene uno" ci ha detto scherzando, sul red carpet, il re dell'horror italiano, che condivide questo sentimento con il collega americano: "È incredibile! Non vinco molti premi quindi per me è un'occasione speciale" ha ammesso Tim Burton, continuando: "È molto bello essere accanto a delle persone come Dario Argento. Ho lavorato con Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo che ricevono un premio stasera: sento che siamo una famiglia strana, persone che conosco, ammiro e che mi hanno ispirato. È davvero speciale essere qui."
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Burton era a Roma anche per promuovere il suo ultimo film - di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Dumbo: è un remake in live action del classico Disney, nelle sale italiane dal 28 marzo: "È difficile fare un film con tutti questi attori fantastici senza che il protagonista fosse presente: è un modo strano di fare un film. Ogni film ha le sue sfide. Per Dumbo ho sempre sentito che, anche se lui non era davvero lì, c'era in spirito. Tutti abbiamo delle paure: bisogna cercare di essere se stessi e affrontare le cose, a volte quello che molti pensano essere uno svantaggio si può usare per fare delle cose belle e positive."
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Se il premio del pubblico è andato al film di Gabriele Muccino A casa tutti bene, la giuria dei David di Donatello ha premiato sopratuttto Dogman di Matteo Garrone che ha portato a casa ben 9 premi a fronte della 14 nomination, tra cui miglior film, regia e attore non protagonista, e Sulla mia pelle, il film sugli ultimi giorni di Stefano Cucchi, che si è aggiudicato la migliore interpretazione maschile per l'ottima prova di Alessandro Borghi, miglior produzione a Lucky Red e miglior regista esordiente ad Alessio Cremonini. Migliori attrici Elena Sofia Ricci protagonista di Loro di Paolo Sorrentino e Marina Confalone come non protagonista per Il vizio della speranza di Edoardo De An
gelis. Purtroppo quasi escluso dai premi Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che ha portato a casa solo la miglior sceneggiatura originale e miglior canzone, la struggente Mystery of Love di Sufjan Stevens.
A fine serata abbiamo raggiunto Matteo Garrone: "Fa piacere quando ricevi un premio: mi è capitato tante volte di essere escluso e col tempo ho imparato a dare la giusta misura a tutto. Quando arrivano mi fa piacere, se non arrivano non importa. La cosa davvero importante è che i film vengano bene: io ce la metto tutta per fare dei bei film. A volte mi riesce, a volte meno, però ce la metto tutta."
Felicissimo anche Alessandro Borghi: "Non ci aspettavamo tutto questo riconoscimento. Tanto tempo fa ho preso un premio a cui tengo particolarmente, il Premio Graziella Bonacchi: probabilmente metterò il David vicino a quello. L'unico commento che posso fare è che penso di essere stato bravo e ho avuto fortuna. La maggior parte delle cose che sono accadute non ce le aspettavamo assolutamente: evidentemente abbiamo fatto un buon lavoro. Un premio fa sempre piacere, ma poi ci sono anche altre dimensioni di riconoscimento: c'è il pubblico, ci sono le persone, nel nostro caso c'è stato anche un processo. Il cinema è uno strumento potente: se ce ne rendiamo conto funziona."
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