Con l'arrivo di Cinquanta sfumature di grigio - e il relativo chiacchiericcio pubblicitario che lo precede dai tempi in cui il libro di E.L. James si affermava come fenomeno letterario - sembra quasi di essere tornati agli anni Ottanta, nel periodo in cui l'erotismo cinematografico andava fortissimo e per settimane non si faceva altro che fingersi scandalizzati per le performance della tal attrice o per le trovate di tal regista. Poi sono arrivati gli anni Novanta, e per un po' si è provato a scandalizzare gli spettatori con idee sempre più improbabili, fino a quando l'erotismo si è spento quasi del tutto. Succede in camera da letto e anche al cinema, alla fine il problema è sempre la routine.
Il fenomeno di Cinquanta sfumature però ha riacceso certi dibattiti che pensavamo appartenessero al passato, quando tra censura, benpensanti, attori e attrici disinibiti e registi fantasiosi (e uffici stampa altrettanto creativi) se ne vedevano davvero di tutti i colori - altro che grigio, nero e rosso. Non tutti i film erotici o ad alto tasso di trasgressione erano uguali, ognuno puntava su elementi specifici che dovevano assolutamente fare scalpore e - possibilmente - distinguersi dagli altri.
'80 sfumature di rosa
Non ci si lasci ingannare dalle sfumature pastello di questa categoria, quella a cui appartengono i film erotici dalle spiccate componenti romance, perché è proprio questo colore ad aver dato le basi al fenomeno di Fifty Shades of Grey. Lui fascinoso e ricchissimo, lei splendida e sottomessa ai suoi giochetti perversi: a tale proposito Nove settimane e mezzo è stato e resta un caposaldo di questo sottogenere, anche per le sequenze entrate nella storia del cinema a cominciare da quella dello striptease. Hanno provato a replicare lo stesso successo stando attenti a non rimescolare troppo la formula, ma senza grandi risultati: Mickey Rourke si è ritrovato a fare Orchidea selvaggia con Carré Otis, ma i loro amplessi esotici - che si diceva fossero veri, stratagemma pubblicitario ormai logoro che tra un po' useranno anche per promuovere Don Matteo - non hanno avuto lo stesso impatto nell'immaginario collettivo. La Basinger non si è mai liberata davvero dal personaggio di Elizabeth e Adrian Lyne ha fatto il bis con Attrazione fatale, salvo poi perdersi tra lolite riciclate e attori attempati - ma gettonatissimi dal pubblico femminile - proposte indecenti e amori infedeli.
I film più caldi: I già citati Orchidea Selvaggia e Nove settimane e mezzo ma anche Congiunzione di due lune e tutti quelli Zalman King, a scelta.
Temperatura: Tiepidina, almeno venticinque gradi sotto il minimo sindacale per il genere erotico...
Tre colori: bianco, rosso e verde (No, Kieslowski non c'entra)
Non si può parlare di scandali cinematografici senza sottolineare i meriti del nostro Paese in questo ambito, e senza dare a Tinto Brass quel che è di Tinto Brass. Se alla Fenech e le altre star delle commedie sexy va dato il merito di aver fondato le basi dell'immaginario erotico maschile italiano, quello che è riuscito a far parlare di sè e della sua ossessione per il fondoschiena femminile è il regista veneziano, che dai primi anni '80, fino alla fine del decennio, ha visto i suoi film sequestrati (e poi dissequestrati) dai magistrati con l'accusa di essere pellicole oscene, e da regista "impegnato" che era è diventato una delle facce più conosciute dei salotti televisivi. La chiave del suo successo? Film colorati, vivaci e senza pretese che hanno lanciato (e rilanciato) sex symbol come Serena Grandi e Stefania Sandrelli.
Va detto che c'è anche chi ha provato a dare spessore al genere, come Ferreri, ad esempio. Ma probabilmente con il connubio sesso-cibo-cuccia del cane e relative pretese intellettuali de La carne, qualcosa non ha funzionato (come del resto l'accoppiata Dellera-Castellitto).
I film più caldi: quasi tutti quelli diretti da Brass, da La Chiave a Paprika e, di riflesso, tutti quelli con Serena Grandi, a cominciare da La signora della notte in cui dà anima e corpo ad un'irrequieta istruttrice di aerobica.
Menzioni speciali Non saranno ricordati come i film più caldi degli ultimi trent'anni, ma possono essere considerati i Fifty Shades italiani, non per le tematiche affrontate, ma perché sono approdati sul grande schermo dopo aver conquistato le librerie: Melissa P. deluse le aspettative di chi si aspettava qualcosa di davvero scabroso, mentre ai Vanzina con I miei primi quarant'anni andò decisamente meglio, anche se il memoir di Marina Ripa di Meana era più frizzante e travolse l'Italia democristiana e finto-perbenista degli anni Ottanta.
Temperatura: piuttosto alta, almeno quanto in una macchina parcheggiata al sole a luglio.
'90 sfumature di giallo
Nei primi anni Novanta si rende necessario dare una virata al genere erotico introducendo nel plot degli elementi torbidi e, possibilmente, un mistero. Se già Attrazione Fatale può essere considerato un thriller a tutti gli effetti, il film che cambia le carte in tavola è Basic Instinct. Sharon Stone è bellissima e magnetica nei panni della scrittrice Catherine Tramell, che si diverte a manipolare il detective che indaga su un caso di omicidio del quale lei è la principale sospettata. La scena dell'interrogatorio ormai è storia del cinema, ma del film di Paul Verhoeven ricorderemo anche le sequenze al cardiopalma, come quella dell'inseguimento, che sono la vera essenza del genere, oltre all'inventiva nel raccontare di personaggi dalla sessualità fuori dal comune. Il post-Basic Instinct ha dato vita ad un filone di pellicole con la parola instinct nel titolo, bionde fatalone con manie sessuali strane e psichiatra disponibile (ricordate Analisi finale?) ma soprattutto ha suggerito che il bondage al cinema potesse funzionare molto bene. Poi alla fine è arrivata Meg Ryan con In the cut e le altre aspiranti sharonstones hanno capito che forse era il caso di cercare altre alternative a manette e amplessi con detective, poliziotti, commissari e tutti i pubblici ufficiali possibili, vigili urbani compresi.
I film più caldi: oltre a Basic Instinct anche Il colore della notte e Sliver, con Sharon Stone alle prese con misteri e guardoni tecnologicamente aggiornatissimi, ma anche Bound - torbido inganno, thriller saffico dei Wachowski pre-Matrix.
Temperatura: decisamente alta, ma tanto c'è il ghiaccio...
Bondage is the New Black
Subito dopo Basic Instinct, dicevamo, uscirono diversi film che sfruttarono il tema del bondage - o più genericamente del BSDM - per incuriosire il pubblico con una serie di pratiche considerate estreme o bizzarre per la maggior parte delle persone. Niente di particolarmente forte, anche perché si trattava pur sempre di pellicole mainstream, ma abbastanza per garantire pubblicità al film. Un esempio su tutti, fu Body of evidence con Madonna e Willem Dafoe: per la popstar fu un modo per dare una spinta all'album Erotica e soprattutto al libro Sex, che aveva dato alle stampe da poco (e trattavano provocatoriamente tematiche legate al sesso). Su libro e album chi scrive non ha assolutamente nulla da obiettare, ma il film tanto pubblicizzato si rivelò una specie di episodio di Derrick infarcito di sevizie ai danni del povero Dafoe, tra manette, cera bollente e vetri rotti. I dialoghi poi, spesso rasentavano la comicità involontaria e persino i fan di Madonna ancora oggi ricordano quella che viene considerata la citazione-simbolo di tutto il film.
Hai mai visto gli animali fare l'amore, Frank? E' un amore intenso, violento, ma non si fanno mai realmente del male.
I film più caldi: Sesso Bendato con Shannen Doherty. Bastano titolo e protagonista per rievocare gli anni Novanta e le sue ingenue curiosità erotiche.
Temperatura: Sulla carta, altissima, ma in realtà freddina come due lucertole che fanno l'amore (senza farsi male).
Brividi e lividi da codice rosso
E poi ci sono i film dedicati a chi non si accontenta di frustini e manette, ma aspira addirittura a finire in ospedale (o sotto i ferri) per amore. Molti ricorderanno Boxing Helena, esordio alla regia di Jennifer Chambers Lynch che fu presentato a Venezia e suscitò un certo scalpore. Madonna e Kim Basinger rifiutarono il ruolo della protagonista, e così ad interpretare una giovane donna che viene ridotta ad un "oggetto" senza braccia nè gambe, ci fu l'incauta Sherilyn Fenn, che era già abituata da tempo alle stranezze di Lynch senior, mentre nel ruolo del suo carnefice, un chirurgo gravemente disturbato, fu scritturato Julian Sands.
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I film più caldi: Crash di David Cronenberg, che più di quindici anni fa portava sul grande schermo - non senza polemiche e tentativi di censura - l'ossessione di natura sessuale per gli incidenti d'auto.
Temperatura: Quasi da rigor mortis. Non è per fare inutili moralismi, ma se proprio vi stuzzica il tema ospedaliero, cercatevi un'infermiera o una dottoressa da commedia sexy. Una Gloria Guida assicurerebbe una temperatura decisamente più alta.
Rosso pompeiano
I più esigenti tra voi avranno proseguito la lettura fino a qui meravigliandosi di non trovare i "pezzi forti" del genere erotico, i grandi classici vintage - perché di fatto il genere erotico resta un genere vecchio, come il giallo classico. Se Nove settimane e mezzo può essere considerato già un classico, così come altri titoli successivi, i titoli degli anni '70 - quelli della rivoluzione sessuale - saranno ricordati e celebrati per aver contribuito a cambiare i costumi e renderci tutti un po' più scostumati. Ma soprattutto saranno ricordati per le attrici protagoniste, che sarebbero rimaste legate per sempre a ruoli iconici: Sylvia Kristel, Laura Antonelli, Corinne Clery, tra le altre.
I film più caldi: Ultimo tango a Parigi, Histoire d'O, Emmanuelle, Ecco l'impero dei sensi, Malizia e Il portiere di notte. Tutti film che hanno scandalizzato sul serio e acceso le fantasie del pubblico.
Temperatura: Per quei tempi, ma in fondo ancora oggi, decisamente calda. Un bel fuoco vivo.
Di tutti i colori!
Prima di chiudere è doveroso citare quei film-scandalo che non appartengono ad un "colore" cinematografico preciso, ma ce ne hanno fatte vedere di tutti i colori.
Quasi tutti i film di Bigas Luna, che nel corso della sua carriera ha dichiarato il suo amore per le nostre attrici e il cibo: Stefania Sandrelli e il prosciutto, Valeria Marini e la mortadella (e l'anguilla, non dimentichiamolo) e soprattutto Francesca Neri, nel più raffinato (e soporifero) Le età di Lulù. Gli europei sono sempre stati più audaci (e al tempo stesso più raffinati) degli americani, che nel frattempo puntavano tutto su Showgirls ed Elizabeth Berkley impegnata con le sue acrobazie al palo. Tra gli europei ricordiamo ad esempio il raffinato e autobiografico L'amante di Annaud tratto dal romanzo di Marguerite Duras, incentrato sulla relazione proibita tra una ragazzina francese e un cinese più grande di lei.
Dopo la sfrontatezza degli anni '80, la voglia di stupire a tutti i costi degli anni '90 (a costo di sfiorare il ridicolo involontario) l'erotismo smette di essere un genere cinematografico per essere "adottato" in seguito dal cinema d'autore, che ne fa un veicolo per esprimere il malessere dei protagonisti e relativi sensi di colpa per una sessualità troppo esuberante. Che allegria, eh? Due esempi su tutti, Shame e Nymphomaniac - Volume 1 che pur essendo film scabrosi, che si evolvono attorno al tema del sesso, non sono stati certo concepiti per "scaldare" le platee.
I film più caldi: i due capitoli di Nymphomaniac e anche Antichrist, di Von Trier, con il povero Dafoe che avrà rimpianto i giochetti all'acqua di rose di mistress Ciccone.
Temperatura: Gelidi come un'anguilla surgelata.