Da Vinci's Demons: la premiere mondiale a Firenze

Regia grandiosa, esagerata e pop per il primo episodio della serie firmata David S. Goyer, presentata nella premiere mondiale a Firenze. Con lui, nella splendida cornice fiorentina, il cast al completo capitanato da Tom Riley.

Dimenticatevi Leonardo Da Vinci così come l'avete conosciuto sui libri di scuola. Sta per arrivare sugli schermi della Fox l'eroe bigger than life immaginato da David S. Goyer, un po' Batman un po' Tony Stark, giovane, scavezzacollo, aitante, eccessivo e donnaiolo. Ebbene sì, le teorie sull'omosessualità di Leonardo che da secoli tengono banco tra gli studiosi del settore vengono spazzate via da una delle prime scene di Da Vinci's Demons in cui il nostro eroe dipinge una fanciulla seminuda che poi bacia appassionatamente. E questo è solo l'inizio. Conclusa la trilogia nolaniana dedicata all'uomo pipistrello, e in attesa dell'arrivo in sala de L'uomo d'acciaio, il Superman 2.0 prodotto dallo stesso Nolan, David Goyer ha trovato il tempo per realizzare un progetto che cullava da tempo, una serie interamente ideata, scritta, diretta e prodotta da lui e dedicata al giovane Leonardo Da Vinci.

Il cast alla premiere di Firenze
Il cast alla premiere di Firenze
E proprio Firenze, culla del Rinascimento nonché città d'adozione di Leonardo in cui lo sviluppo e la formazione del genio hanno trovato terreno fertile grazie alla vocazione umanista e mecenatesca della famiglia Medici, ha ospitato la premiere mondiale di Da Vinci's Demons. Lo storico Cinema Odeon è stato illuminato dalla presenza del cast al completo giunto in Italia insieme a Goyer e alla produttrice Julie Gardner per presentare la prima di otto puntate che andranno in onda a partire dal 22 aprile su Fox. Trasmesso in 122 paesi, Da Vinci's Demons è frutto della sinergia tra il canale americano Starz e BBC Worldwide. Il cast, interamente inglese e composto da volti non troppo noti, è capitanato da Tom Riley che interpreta l'inventore, pittore e ingegnere dall'acume sopraffino. A Firenze erano presenti le due primedonne della serie: Laura Haddock, alias Lucrezia Donati, amante di Lorenzo De' Medici dotata di notevole ingegno, e Lara Pulver, amatissima dal pubblico televisivo che ha avuto il piacere di apprezzarne le doti trasformiste nella serie BBC Sherlock. Immancabile il villain di turno Blake Ritson che ha insistito per sfoggiare il proprio italiano 'quasi' fluente definendo il suo Girolamo Riario (nipote del Papa Sisto IV) un "bastardo spietato. Un terrorista religioso che non si fa problemi a uccidere o torturare il nemico in nome della chiesa cattolica". Con loro sono saliti sul palco dell'Odeon il biondo Eros Vlahos (Nico, l'assistente di Leonardo), Greg Chillin (Zoroastro), Tom Bateman (Giuliano De' Medici), Alan Corduner (Verrocchio) e David Schofield (Piero da Vinci).

Prima della proiezione il compositore

Il compositore Bear McReary al piano
Il compositore Bear McReary al piano
, autore di culto tra gli appassionati di serie TV per aver firmato le score di Battlestar Galactica e The Walking Dead, ha preso possesso del pianoforte che troneggiava sul palco eseguendo quattro motivi. McReary ha inaugurato il miniconcerto con il tema di Leonardo Da Vinci, ispirato dalla capacità del genio toscano (notoriamente ambidestro) di scrivere in entrambe le direzioni e perciò caratterizzato dalla presenza delle stesse note suonate nei due sensi. Dopo l'esecuzione del tema di Lucrezia e del motivo dedicato ai Figli di Mitra, setta esoterica che compare nel primo episodio di Da Vinci's Demons, l'esibizione è stata conclusa da una preghiera rinascimentale a San Michele con potere esorcizzante eseguita con la complicità della cantante Raya Yarbrough.

E veniamo all'episodio vero e proprio. Quando Goyer parla di "fantasia storica" e di "componente mitica nel carattere di Leonardo" non esagera. Anche se l'85% di quanto viene mostrato nella serie è storicamente documentato (parole sue), le licenze poetiche abbondano. Niente barba né capelli lunghi per Leonardo Da Vinci/Tom Riley, ma capelli corti, taglio decisamente moderno e giubbotto di cuoio perennemente indosso. Eroe romantico e tormentato, il Leonardo di Tom Riley ha qualcosa degli eroi dei fumetti citati da Goyer, ma ha anche gli scatti d'ira e i tormenti interiori di figure ben più cupe e la sua passione per l'oppio, unita al geniale estro, ne fanno un mix tra Sherlock Holmes e un artista maudit. L'interpretazione di Tom Riley ne mette in luce l'iperattività e la sfrontatezza, di pari passo con lo stile a tinte forti di David Goyer che sembra voler rifiutare la misura per puntare all'eccesso. Lo dimostrano una serie di sequenze spettacolari, tra cui quella che ci mostra per la prima volta Leonardo in azione, impegnato dapprima a ritrarre la bella Vanessa, modella seminuda nonché amante del pittore, per poi testare con l'aiutante Nico la sua invenzione più ambiziosa, l'aliante.
La regia di David Goyer si rivela altrettanto grandiosa, esagerata e pop, fotografando questo universo lontano nel tempo attraverso panoramiche a volo d'uccello, stacchi di montaggio arditi, dettagli insistiti su volti, braccia, schiene e sguardi. Il corpo nudo, sia quello maschile che quello femminile, fa bella mostra di sé senza falsi pudori. In due sequenze ci vengono mostrati i corpi del Duca Sforza e del Papa Sisto IV fotografati con nudi integrali posteriori e non solo, e non mancano né esplicite rappresentazioni dell'omosessualità (sia il Papa che il Duca giacciono apertamente con adolescenti senza farne mistero, pratica all'epoca comune anche se avversata dalla legge) che scene di sesso. Per favorire l'immersione nel Rinascimento fiorentino fatto di intrighi, violenza, sangue e sudore, David Goyer non si pone limiti e, a giudicare da ciò che abbiamo potuto vedere finora, la produzione anglo-americana lo sostiene fino in fondo. Le manipolazioni storiche non mancano, ma ciò che preme al creatore è far emergere gli aspetti più futuristici di questo eroe, la sua capacità di guardare avanti prevedendo il futuro grazie alla sua intelligenza superiore, ma anche l'abilità di piegare i mali dell'epoca in cui vive per trarne profitto personale.
Il primo episodio di Da Vinci's Demons si apre nel momento in cui l'ambizioso Leonardo è aiutante di bottega del Verrocchio. La sua fama di inventore è già nota in tutta Firenze, così come il suo eclettismo e la sua irruenza, ma manca ancora l'affermazione pubblica della sua grandezza. A tormentare le sue notti fatte di studi disperati e di stordimento da oppio (le scene in cui lo vediamo fumare ricordano molto da vicino l'Ispettore Abberline di La vera storia di Jack lo Squartatore) è il suo essere figlio bastardo di Piero da Vinci, notaio dei medici. Il padre lo disprezza al punto da farlo picchiare a sangue. Quanto alla madre di Leonardo, la sua identità rappresenta uno dei misteri principali della serie. La mente in perpetuo movimento del protagonista è attraversata da flashback di frammenti della sua infanzia, in particolare di un misterioso incidente avvenuto in una caverna tra le colline di Vinci (ecco che ritorna il mito della caverna batmaniana) da dove vediamo il piccolo Leonardo uscire incolume, ma sporco di sangue. Il Leonardo adulto non riesce, però, a ricordare l'accaduto nella grotta né il volto della genitrice.
Fin dalla prima puntata di Da Vinci's Demons, le figure femminili sono connotate da una serie di misteri che custodiscono gelosamente. Dopo il brutale omicidio del Duca Sforza in una congiura, Leonardo intuisce che il vuoto di potere creatosi sta per mettere a repentaglio l'alleanza militare tra Firenze e Milano, così, dopo aver creato per il carnevale dei Medici una spettacolare e pirotecnica colombina (che verrà fatta volare in una delle scene più belle della puntata), decide di proporsi come ingegnere militare catturando l'umanista Lorenzo Dei Medici con le sue visionarie invenzioni belliche. Leonardo riuscirà ad attirare l'attenzione anche dell'amante di Lorenzo, la bellissima e disinibita Lucrezia Donati (Laura Haddock), con la quale intreccia un'appassionata relazione. Madonna Lucrezia nasconde, a sua volta, un segreto che verrà svelato nel finale dell'episodio - ma che qui non anticipiamo per non rovinare la sorpresa - che darà vita a imprevedibili scenari futuri. Il cammino di Leonardo non intreccia (per adesso) quello del suo futuro nemico, il feroce Girolamo Riario, nipote del Papa. Il villain a tutto tondo, defensor fidei della Chiesa di Roma e del suo potere temporale, appare in poche scene, ma si dimostra capace delle peggiori efferatezze tagliando la gola a un fanciullo che ha avuto la sola colpa di assistere a una conversazione privata di Papa Sisto il quale, a sua volta, si profila come una delle figure più inquietanti e malvage dello show. Per il momento manca all'appello l'altra first lady rinascimentale, Clarice Orsini (Lara Pulver), devota moglie di Lorenzo e madre della sua numerosa prole che intravediamo appena a fianco del marito di fronte al Duomo durante i festeggiamenti del carnevale fiorentino. Qui fanno una breve apparizione anche i Pazzi, una delle più antiche famiglie fiorentine. Facendo mente locale sui libri di storia, prevediamo che ben presto daranno del filo da torcere ai Medici.
Gli intrecci narrativi e le relazioni tra i personaggi, in questo primo episodio, vengono dipanati con rapidità gettando le basi per gli intrighi che verranno sviluppati nelle successive puntate. L'impressione è che, al di là della ricchezza visiva e della maestosità dell'insieme, il personaggio di Leonardo sia davvero troppo oltre per ricordare l'inventore e autore di opere immortali che tutti conosciamo, anche se l'energia, l'ironia e l'impegno profuso da Tom Riley per dar vita a un personaggio così debordante catturano inevitabilmente l'attenzione. La carne al fuoco è tanta, forse anche troppa. La necessità di dire tutto e subito forza la mano a Goyer costringendolo a qualche ingenuità nel dipingere il suo eroe (esemplare la scena nella taverna in cui in pochi attimi Leonardo rivela il suo ambidestrismo e il suo essere vegetariano) e al rischio di superficialità nella messa in scena degli eventi storici che caratterizzano la Firenze dell'epoca. Oltre ai vari subplot politici, Goyer getta i semi di una macrostoria che, prevediamo, abbraccerà tutta la prima stagione, introducendo un misterioso personaggio noto come 'il Turco', membro della setta esoterica dei Figli di Mitra. Per quale ragione Leonardo viene contattato dalla setta? Perché l'ebreo che sta per essere impiccato sulla pubblica piazza, prima dell'esecuzione si rivolge a Leonardo con l'invocazione "Io sono figlio della terra e del cielo stellato. Ho sete. Fatemi abbeverare alla fonte della Memoria"? Cosa lo lega ai Figli di Mitra e perché il Turco lo invita a cercare il misterioso Libro delle Lamine che contiene i segreti dei precetti religiosi e forse, anche della genesi dello stesso Leonardo?
Prima di chiudere è doveroso uno sguardo alla Firenze di Goyer, teatro delle vicende leonardiane. Quella mostrata sullo schermo, di fatto, ha ben poco della città che conosciamo. Complice la scelta produttiva di girare gran parte della serie in Galles, la capitale della cultura quattrocentesca viene mostrata in una luce cupa, città gotica più che umanista i cui meravigliosi palazzi e monumenti sbucano all'improvviso da viuzze strette, buie, sporche e minacciose. I meravigliosi panorami che mostrano le cupole e le guglie immerse nelle colline verdeggianti vengono collegati digitalmente agli ambienti ricostruiti in studio e a tratti questo mix lascia trasparire una certa artificiosità, ma l'abilità di Goyer sta nel caricare ogni immagine di elementi significanti e decorativi costringendo il pubblico a catalizzare l'attenzione ora su un elemento ora sull'altro per non perdersi niente. Il tutto per dar vita a una Firenze nuova, inedita, astratta e irreale. Meno storica e più fantastica. Una città della mente i cui vicoli tortuosi ben rappresentano il labirintico percorso mentale dell'eroe che la abita. D'altronde non scordiamoci che David Goyer arriva direttamente da Gotham City.