Nelle ultime settimane, aspettando l'uscita di Joker, si è parlato molto del legame che il film di Todd Phillips potrebbe avere con eventuali atti di violenza nella realtà, soprattutto in America dove il clima politico e sociale attuale è particolarmente rovente e preoccupazioni simili sono un fenomeno ricorrente, anche in tempi molto recenti (vedi la vicenda di The Hunt, thriller-horror della Blumhouse la cui uscita è stata cancellata in seguito a due sparatorie in rapida successione la scorsa estate). Dopo la vittoria a Venezia con il Leone d'Oro, le psicosi per il film di Todd Phillips - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Joker - si sono fatte sempre più forti, tanto che l'esercito USA ha già diffuso un allerta e addirittura una catena di sale cinematografiche ha vietato l'ingresso a spettatori vestiti o mascherati da Joker.
Non è la prima volta che il cinema e in generale l'entertainment sollevano psicosi più o meno fondate in merito a possibili atti di violenza o stragi. Ci si mise persino Scream, nel 1996, facendo dire a uno dei due killer che il cinema non crea gli psicopatici, ma li rende più creativi, e la questione è emersa anche in campo letterario con il famigerato caso di Ossessione (Rage in originale), romanzo di Stephen King che non circola più da due decenni dopo che fu trovato nell'armadietto di uno studente che sparò a otto compagni di scuola, uccidendone tre. Pertanto abbiamo voluto analizzare la questione attraverso cinque film emblematici, legati in modo più o meno diretto ad atti di violenza.
Arancia meccanica (1971)
Ancora oggi il controverso film di Stanley Kubrick mantiene la sua forza disturbante, tramite il racconto di un futuro prossimo dove i crimini del folle Alex DeLarge portano il governo a fargli il lavaggio del cervello e renderlo inoffensivo, anche se il finale del film suggerisce che il protagonista tornerà alle vecchie abitudini (ironia della sorte, il romanzo originale contiene un epilogo dove Alex, ormai adulto, sceglie di sua sponte di rinunciare al suo stile di vita precedente, ma quel capitolo fu omesso dall'edizione americana letta da Kubrick). Particolarmente inquietante fu la reazione nel Regno Unito, dove Arancia Meccanica fu esplicitamente associato ad almeno tre crimini efferati e, stando alla vedova del regista, la famiglia ricevette numerose minacce di morte. Di conseguenza, su richiesta di Kubrick, la Warner Bros. tolse il film dalla circolazione sull'intero territorio britannico, e non fu possibile vederlo legalmente prima del 1999, anno della morte del cineasta.
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Taxi Driver (1976)
La storia di Travis Bickle, veterano del Vietnam che si ribella contro una società che lo trascura, pianificando l'omicidio di un politico newyorkese, generò reazioni molto forti ai tempi dell'uscita, e influenzò negativamente una persona in particolare: John Hinckley Jr., il quale nel 1981, cinque anni dopo l'uscita del film, cercò di uccidere Ronald Reagan per fare colpo su Jodie Foster (interprete della giovane prostituta Iris), oggetto di un'ossessione che rischiò di avere conseguenze letali. Il legame con Taxi Driver fu appurato oltre ogni ragionevole dubbio, dato che Hinckley, oltre ad essere fissato con la Foster, aveva anche deciso di emulare il taglio di capelli di Travis. Fu giudicato non colpevole per infermità mentale, e il lungometraggio di Martin Scorsese rimase in circolazione, anche se il regista ammise di aver preso in considerazione l'idea di abbandonare il cinema dopo l'accaduto.
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I guerrieri della notte (1979)
Oggi un film di culto, il celebre lungometraggio di Walter Hill generò non poche polemiche ai tempi dell'uscita, dato che nel secondo weekend diversi cinema segnalarono atti di violenza legati alle proiezioni di quel titolo specifico, con tanto di tre casi fatali. La Paramount ridusse di conseguenza al minimo il marketing di I guerrieri della notte, e autorizzò le sale a non programmarlo qualora temessero ulteriori attacchi, proponendo anche di coprire le spese per misure di sicurezza aggiuntive per coloro che invece scelsero di continuare a mostrarlo. Lo stesso Hill commentò la vicenda dicendo che a suo avviso queste reazioni erano dovute alla presenza in sala di gang simili a quelle che apparivano sullo schermo.
Assassini nati (1994)
Il film di Oliver Stone, che parla di due serial killer e della spettacolarizzazione della violenza da parte dei media, ha (presumibilmente) ispirato diversi atti di violenza nella realtà, anche se il legame diretto con il lungometraggio non è mai stato dimostrato con assoluta certezza. L'accostamento è dovuto principalmente alla somiglianza tra i delitti fittizi e quelli veri e, in alcuni casi, a presunte dichiarazioni dei colpevoli. Anche il famigerato massacro di Columbine del 1999, di cui furono incolpati vari esponenti della cultura popolare, è parzialmente connesso con Assassini nati di Stone, dato che i due assassini erano fan dichiarati della storia di Mickey e Mallory Knox e usarono come nome in codice per i piani della strage le iniziali NBK: Natural Born Killers, il titolo inglese dell'opera di Stone.
Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012)
Il caso più tristemente noto degli ultimi anni, ritornato nelle menzioni mediatiche statunitensi a causa dell'uscita di Joker, che non sarà proiettato nel cinema di Aurora, nel Colorado, dove nel luglio del 2012 il folle James Holmes commise una strage durante una proiezione di Il cavaliere oscuro - Il ritorno di Christopher Nolan. Una tragedia che, purtroppo, è stata anche oggetto di incomprensioni e imprecisioni, dato che all'epoca si attribuì il gesto di Holmes a quel film specifico, sostenendo che lui fosse vestito come la nemesi di Batman e si fosse autodefinito "Joker". Ciò non accadde, ma la leggenda, come si dice a Hollywood, è quella che fu stampata, ed è forse uno dei motivi per cui il ritorno al cinema del folle clown di Gotham City sta generando polemiche.